I Miracoli straordinari di Sant’Antonio da Padova.

 

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Sant’Antonio  da Padova

Rientra tra i santi più amati e venerati dal popolo Cristiano. Nasce in Portogallo, a Lisbona, il 15 agosto del 1195  da una famiglia di origini nobili. Non appena adolescente, decide di entrare nel monastero agostiniano di São Vicente, fuori le mura di Lisbona, per vivere l’ideale evangelico senza compromessi.

Sant’Antonio, prima francescano poi missionario, fu un instancabile viaggiatore. Visitò molte terre desolate e disperate dalla fame del tempo e dopo aver percorso la Francia e l’Italia in viaggi apostolici estenuanti, Antonio si ritira a Camposampiero, località situata nei pressi di Padova. Molto famosi sono divenuti i Miracoli legati alla vita avventurosa del Santo. Noi ve ne raccontiamo alcuni che hanno davvero dell’incredibile.

 

Il piede riattaccato.
Mentre confessava, Antonio ricevette un ragazzo che per un colpo d’ira aveva preso a calci la madre. Antonio commentò che per un’azione tanto grave avrebbe meritato che gli venisse amputato un piede, ma vedendolo sinceramente pentito lo assolse dai suoi peccati. Arrivato a casa il ragazzo prese un’ascia e si tagliò il piede emettendo un forte grido. La madre, accorsa, vide la scena e si recò da Antonio accusandolo dell’accaduto. Antonio allora si recò nella casa del ragazzo e riattaccò il piede alla sua gamba senza che rimanesse alcuna cicatrice.

Il neonato che parla.
A Ferrara vi era un cavaliere estremamente geloso della moglie, che possedeva un’innata grazia e dolcezza. Rimasta in cinta, la accusò ingiustamente di adulterio e una volta nato il bambino, che aveva la carnagione abbastanza scura, il marito si persuase ancora di più che questa l’avesse tradito.
Al battesimo del bambino, mentre il corteo si recava in chiesa con il padre, parenti ed amici, Antonio passò di li e, sapendo delle accuse del cavaliere, impose il nome di Gesù al bimbo chiedendo chi fosse suo padre. Il bambino, nato da poco, puntò il dito verso il cavaliere e poi, con voce chiara, disse: “questo è mio padre!” La meraviglia dei presenti fu grande, e soprattutto quella del cavaliere che ritrasse tutte le accuse verso la moglie e visse con lei felicemente.

Il cibo avvelenato.
II grande numero di ascoltatori che accorrevano alle prediche di frate Antonio e le conversioni ch’egli otteneva, riempivano sempre più di odio gli eretici di Rimini, che pensarono di farlo morire avvelenato. Un giorno finsero di voler discutere con lui su alcuni punti del catechismo e lo invitarono ad un pranzo. Il nostro fraticello, che non voleva perdere l’occasione per fare del bene, accettò l’invito. Ad un certo momento gli fecero mettere dinanzi una pietanza avvelenata. Frate Antonio, ispirato da Dio, se ne accorse e li rimproverò dicendo: “Perché avete fatto questo?”. “Per vedere – risposero – se sono vere le parole che Gesù disse agli Apostoli: «Berrete il veleno e non vi farà male»”.
Frate Antonio si raccolse in preghiera, tracciò un segno di croce sul cibo e poi mangiò serenamente, senza riportarne danno alcuno. Confusi e pentiti della loro cattiva azione, gli eretici domandarono perdono, promettendo di convertirsi.

Il giovane resuscitato.
Frate Antonio riuscì a salvare il padre, falsamente accusato. Mentre Antonio si trovava a Padova, nella città di Lisbona un giovane uccise di notte un suo nemico e lo seppellì nel giardino del padre di Antonio. Trovato il cadavere, venne accusato il padrone del giardino. Costui cercò di dimostrare la sua innocenza, ma non riuscì. Il figlio, saputo ciò, andò a Lisbona e si presentò al giudice dichiarando l’innocenza del genitore, ma questi non volle credergli.
Il Santo allora fece portare in tribunale il cadavere dell’ucciso e, tra lo spavento dei presenti, lo richiamò in vita e gli domandò: “E stato mio padre ad ucciderti?”. Il risuscitato, mettendosi a sedere sul lettino, rispose: “No, non è stato tuo padre” e ricadde supino, ritornando cadavere. Allora il giudice, convinto dell’innocenza di quell’uomo, lo lasciò andare.

Il dono della bilocazione.
Antonio teneva a Montpellier, in Francia, un corso di predicazione. Durante il discorso nella chiesa cattedrale si ricordò che quel giorno toccava a lui cantare l’Alleluia durante la Messa conventuale che si celebrava nel suo convento, ed egli non aveva incaricato nessuno di sostituirlo. Allora sospeso il discorso, si tirò il cappuccio sul capo e rimase immobile per alcuni minuti.
Meraviglia! Nel medesimo tempo i frati lo videro nel coro della loro chiesa e lo udirono cantare l’Alleluia. Al termine del canto i fedeli della cattedrale di Montpellier lo videro scuotersi come dal sonno e riprendere la predica. In questo modo Dio dimostrò quanto fossero a Lui gradite le fatiche del servo fedele.

Il demonio burlato.
Un giorno nella città di Limoges, in Francia, il Santo teneva un discorso all’aperto perché nessuna chiesa poteva contenere il grande numero di ascoltatori accorsi. All’improvviso il cielo si coprì di dense nubi che minacciavano di precipitare in un grande acquazzone. Alcuni ascoltatori impauriti, cominciarono ad andarsene, ma frate Antonio li richiamò assicurando loro che non sarebbero stati toccati dalla pioggia. Infatti la pioggia cominciò a cadere a dirotto tutto intorno, lasciando perfettamente asciutto il terreno occupato dalla folla. Terminata la predica, tutti lodarono il Signore per il prodigio che aveva compiuto e si raccomandarono alle preghiere del santo frate così potente contro le insidie del demonio.

Antonio fece tornare in vita un bambino che nel sonno si era soffocato avvinghiandosi le coperte al collo.

Anche dopo la morte moltissimi prodigi vennero compiuti per mezzo di Antonio.

Il giorno della sepoltura di Antonio una donna inferma e storpia pregò davanti alla sua urna venne completamente risanata.

Lo stesso accadde ad un’altra donna che aveva la gamba destra paralizzata. Il marito la condusse al sepolcro di Antonio e mentre pregava sentì come se qualcuno la sostenesse. Si stava compiendo la sua guarigione, lasciò le stampelle camminando perfettamente.

Una piccola bimba atrofizzata nelle membra ed estremamente debole venne posta sulla tomba del santo e guarì completamente.

Un singolare episodio accadde ad un cavaliere di nome Aleardino da Salvaterra, che da sempre aveva deriso i fedeli considerandoli ignoranti o ingenui. In una osteria iniziò a deridere pubblicamente alcuni che parlavano con entusiasmo dei tanti miracoli di Antonio. Il cavaliere, schernendoli, disse: “E’ possibile che questo frate abbia compiuto dei miracoli quanto questo bicchiere di vetro non si rompa gettandolo con forza per terra. Faccia questo miracolo il vostro santo e io abbraccerò la vostra fede”.
Aleardino da Salvaterrà scagliò con forza il bicchiere a terra, ma questo non si ruppe, anzi, scalfì le pietre su cui cadde. A questo miracolo il cavaliere si convertì e divenne cattolico, abiurando i suoi errori.

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