San Charles de Foucauld, che si ricorda oggi 1 dicembre, fu un grande convertito che si recò come esploratore in terre lontane per evangelizzare e morì tra i poveri.
Oggi 1 dicembre è la memoria liturgica di san Charles de Foucauld, diventato un grande santo missionario ed evangelizzatore, dopo una profonda esplorazione spirituale che lo porta ad una conversione totale e forte. Nasce nella Francia di metà Ottocento, precisamente a a Strasburgo il 15 settembre 1858.
Figlio di una famiglia altolocata, perde entrambi i genitori molto presto e a 6 anni è già orfano. Sarà il nonno a prendersi cura di lui e della sua sorellina. Crescendo subisce l’influenza del Positivismo dilagante in Francia. Da esso deriva un senso di scetticismo religioso che lo porta a condurre una vita sregolata e dissoluta.
Intraprende la carriera militare e a 20 anni parte per l’Algeria. Giunto in quella terra il suo animo in ricerca lo porta ad abbandonare il lavoro e cominciare un’esplorazione spingendosi in Marocco. Diventa un esploratore, metafora della sua ricerca interiore che poi lo porterà ad una svolta totalizzante nella sua vita.
Traspone in forma scritta la sua esperienza di esplorazione nell’opera Reconnaissance au Maroc. Scopre prima la religione musulmana, ma poi grazie ad una cugina e all’incontro con l’abate Huvelin viene a contatto con la fede cristiana.
Nell’ottobre 1886 si converte completamente: va dall’abbé Huvelin nella Chiesa di Sant’Agostino a Parigi, si confessa e riceve la Comunione. La sua vita si trasforma radicalmente. Decide che non poteva “fare altrimenti che vivere per Dio” e vuole “esalarsi in pura perdita di sé davanti a Dio“.
Vive un percorso di discernimento di tre anni per comprendere quale è la sua vocazione. Comprende che la sua strada è lasciare tutte le ricchezze a cui era abituato e farsi povero. Pone al centro della sua spiritualità l’imitazione di Cristo.
Dirà: “Vorrei essere buono perché si possa dire: Se tale è il servo, come sarà il Maestro?“. Tra il 1888 e il 1889 fa un pellegrinaggio in Terra Santa e scopre Nazareth, che sarà d’ora in poi il cuore della sua spiritualità.
Prima entra nella Trappa di Nostra Signora delle Nevi, nella diocesi di Viviers in Francia e, dopo qualche mese, sarà inviato in Siria, nella Trappa di Nostra Signora del Sacro Cuore, una Trappa povera, vicino ad Akbès. Più tardi si stabilisce a vivere a Nazareth dove fa il domestico delle Clarisse.
È forte il suo rapporto con l’Eucarestia. È convinto che “niente glorifica tanto Dio quaggiù quanto la presenza e l’offerta dell’Eucaristia” e si adopera per diffonderne la devozione e farne comprendere l’estrema importanza. Nel 1901 a Viviers diventa sacerdote.
Sceglie di dedicarsi a vivere “tra le anime le più ammalate, le pecore le più abbandonate”. Va dunque in Algeria, al servizio del Prefetto Apostolico del Sahara, mons. Guerin, e vive nell’oasi di Beni-Abbès. Il suo programma di vita e di evangelizzazione si basa sul portare Gesù principalmente con la presenza del SS. Sacramento, l’offerta eucaristica, con la preghiera, la penitenza. Al fondo di tutto c’è la carità e la pratica delle virtù evangeliche vissute fedelmente ed eroicamente.
Come lui stesso affermava “condividendo fino all’ultimo boccone di pane con ogni povero, ogni ospite, ogni sconosciuto che si presenti e ricevendo ogni uomo come un fratello benamato“. Sceglie di condurre una vita monacale, e per far questo costruisce un eremo e stabilisce un preciso regolamento.
La sua però non è una vita interamente eremitica, ma è aperta all’accoglienza degli altri e all’aiuto costante a chi ha bisogno. Il suo desiderio è, come scrive “abituare tutti gli abitanti, cristiani, musulmani, giudei, a guardarmi come il loro fratello, il fratello universale“.
La sua missione evangelizzatrice si spinge sempre più in là. Ad un certo punto si trasferisce a vivere nel cuore del Sahara, a Tamanrasset in mezzo ai Tuareg dove vive da povero tra i poveri. Usa indossare un semplice saio bianco in cui è impresso un cuore rosso sormontato da una croce, il segno di appartenenza al Signore. L’imitazione di Cristo è ciò che mostra fino alla fine.
Il 1°dicembre 1916, trova la morte per mano dei razziatori che compiono un attacco violento. Era sera e lui sta ancora lavorando quando El Madani, un ragazzo, bussa alla sua porta. Lui va ad aprire ma viene catturato, legato a mani e piedi con delle redini di cammello. I complici del ragazzo intanto rapinano la casa.
Stanno per arrivare i soldati, quando l’attentatore lo uccide sparandogli un colpo di pistola. Gettano il suo corpo in un fosso. Solo dopo sarà trovato e sepolto degnamente. Nel 1929 le sue spoglie vengono trasferite nel cimitero francese di El Gorea in Algeria.
La beatificazione di san Charles de Foucauld avrà luogo nel 2005 e sarà poi canonizzato da papa Francesco due anni fa, il 15 maggio 2022. Sono tanti i miracoli che avvengono per la sua intercessione.
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