Il 1° Maggio è la festa di San Giuseppe Lavoratore, istituita ufficialmente da Papa Pio XII in questo giorno, nell’anno 1955.
Il pontefice scelse questa data, per sottolineare l’importanza e la dignità di ogni tipo di lavoro, anche il più umile, manuale, artigianale, come quello svolto da San Giuseppe. Non è una novità del resto questa concezione nobile del lavoro anche più semplice. Già nell’Antico Testamento, Dio viene simboleggiato, come vignaiolo, seminatore e pastore.
San Giuseppe, oltre a essere lo sposo di Maria e il padre putativo di Gesù, è un onesto e abile lavoratore che provvede al mantenimento della sua Famiglia. E’ perciò un modello per tutti gli uomini. I lavoratori cristiani lo venerano infatti come loro protettore. E’ l’esempio di chi svolge con rettitudine e responsabilità la propria professione. San Giuseppe ama il suo lavoro ma con equilibrio. Per lui il lavoro non è un mezzo per appagare la propria cupidigia, ma uno strumento di sostentamento per provvedere alle necessità di sua Moglie e suo Figlio. E anche un servizio importante per la comunità.
Inoltre in San Giuseppe possiamo vedere quei padri che insegnano il mestiere ai figli. Lui fa altrettanto con Gesù che viene nominato più volte nei Vangeli così:“Non è costui il figlio del falegname?” (Mt 13, 55). San Giuseppe non si lamenta mai del sacrifico quotidiano, della fatica anche fisica che il tipo di lavoro che svolge comporta, ma la nobilita, elevandola. Egli intende il lavoro come un esercizio delle virtù cristiane, che concorre al piano della Salvezza.
Tale principio del lavoro, come strumento per la salvezza eterna, è evidenziato anche nell’Enciclica Laborem Exercens. Il documento pubblicato da San Giovanni Paolo II, il 14 settembre 1981, in cui affronta gli elementi per una spiritualità del lavoro da rispettare. San Giuseppe infatti non è schiavo del lavoro, né tantomeno avido di guadagno. Sa fermarsi quando è il momento. Santifica la festa, come prescritto dalla legge ebraica. Si riposa di sabato e in questo giorno partecipa alle celebrazioni.
San Giuseppe Lavoratore, non è quindi una figura lontana nel tempo ma un modello da cui c’è tanto da imparare, soprattutto oggi che purtroppo abbiamo dimenticato il valore del riposo della Domenica, come giorno da riservare al Signore, per ingraziare di tutto ciò che riceviamo. L’uomo di oggi sempre più succube della smania di ricchezza, di accumulo dei beni materiali, ha molto da imparare da questo grande uomo, che sa mettere nel giusto ordine, Dio, la famiglia e il lavoro.
Glorioso San Giuseppe, sposo di Maria Vergine, accordateci la vostra paterna protezione; vi supplichiamo per il Cuore di Gesù Cristo. Voi, la cui protezione si estende a tutte le nostre necessità e riesce a rendere possibili le cose più impossibili, rivolgete i vostri occhi di padre sugli interessi dei vostri figli.
Nella difficoltà e nella preoccupazione che ci turba ricorriamo a voi con fiducia; degnatevi di prendere sotto il vostro amorevole patrocinio quest’affare importante e difficile, causa della nostra inquietudine. Fate che il suo felice esito sia per la gloria di Dio e il bene dei suoi devoti servitori. Così sia.
Simona Amabene
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