10 febbraio: la Madonna di Campomaggiore evita una strage di grandi proporzioni

Una catastrofe devasta il paese di Campomaggiore, sede di un bizzarro “esperimento sociale” ispirato ai princìpi dell’epoca. Gli abitanti si mettono miracolosamente in salvo grazie all’intervento della Madonna, che evita la strage.

Madonna di Campomaggiore
Foto Facebook @Parrocchia Maria SS. Del Carmelo di Campomaggiore

È il 10 febbraio 1885: una immensa frana si abbatte come una furia sul piccolo borgo di Campomaggiore, in provincia di Potenza, cancellando il sogno del conte Teodoro Rendina che nel 1741 aveva ripopolato il borgo secondo i principi utopici in voga nel periodo dell’illuminismo.

Nel feudo, un tempo disabitato e acquisito nel 1673 dalla sua famiglia signorile di origine campana, il conte aveva cercato di creare una città dell’utopia – dando vita a quello che oggi definiremmo un esperimento sociale – sulla base dei principi del socialismo utopistico difesi dal filosofo francese Charles Fourier e dall’inglese Robert Owen.

I Rendina emettono così una sorta di “bando pubblico” con il quale concedono gratuitamente della terra e la possibilità di tagliare legna nei loro boschi a chiunque giunga a Campomaggiore. La legna serve per costruire le nuove case. In cambio il conte chiede manodopera salariata per coltivare le terre.

Lo scopo del suo ideatore? Essenzialmente abolire la povertà (nulla di nuovo sotto il sole), motivo per cui vengono fissate regole ben precise: ad esempio se un contadino tagliava un albero per procurarsi la legna doveva piantarne, al suo posto, altri tre da frutto.

Il patto sembra funzionare: alla fine del 1885 gli ottanta abitanti del 1741 si sono moltiplicati quasi di venti volte e si contano 1525 persone a Campomaggiore. C’è però un errore di fondo: la scelta di un acquitrino come area per edificare il paese.

L’intervento della Madonna salva miracolosamente gli abitanti di Campomaggiore

La zona è instabile e il 10 febbraio 1885 accade l’inevitabile: una gigantesca frana scivola lentamente verso valle spazzando via l’utopia del conte Rendina. La frana cancella il paese di Campomaggiore senza fare però alcuna vittima. Poteva essere una strage, ma gli abitanti rimangono miracolosamente illesi.

Campomaggiore Vecchio
I ruderi della città dell’utopia di Campomaggiore (Foto Instagram @campomaggiorecittadellutopia) – lalucedimaria.it

Merito della Madonna del Monte Carmelo che qualche giorno prima era apparsa a due contadini del posto e li aveva avvisati dando a tutti la possibilità di mettersi in salvo.

Al ritorno dai campi i due contadini si trovano davanti una signora bellissima e ricoperta di luce. È la Beata Vergine del Monte Carmelo: i due la riconoscono dalle vesti indossate e dalle parole pronunciate. La Madonna provvede a metterli in guardia: tra pochi giorni il paese verrà spazzato via e devastato dai crolli.

L’allerta è decisivo e permette a tutti gli abitanti di salvarsi dal disastro incombente. All’alba del 10 febbraio, come predetto dalla Vergine, un ponte crolla improvvisamente. Poco prima gli asini si erano rifiutati di attraversarlo.

Madonna del Carmelo, guardiana di Campomaggiore

Nel giro di poche ore tutto crolla: le case, perfino il palazzo dei conti Rendina e la chiesa. Ogni cosa si frantuma sotto l’enorme peso della frana: è la rovina dell’utopia.

Festa Madonna Campomaggiore
Processione durante la festa della Madonna di Campomaggiore (Foto Instagram @campomaggiorecittadellutopia) – lalucedimaria.it

Proprio nell’anno della catastrofe muore anche Gioacchino, ultimo dei conti dell’utopia: gli è fatale una caduta da cavallo sulla strada che dà sulle rovine del paese. Si ricostruirà un abitato, ma a quattrocento metri di distanza.

Grazie all’intervento della Madonna però non ci sono state vittime né feriti. Spezzata l’utopia, ancora oggi la Vergine del Carmelo rimane la benevola guardiana di Campomaggiore, sorgente di speranza e rinascita per tutto il borgo.

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