Oggi nella giornata dedicata al malato, 11 febbraio anniversario della prima apparizione della Madonna di Lourdes. Ricordiamo tutte le persone ammalate, ma anche tutti i volontari che prestano la loro opera a favore delle persone disagiate e affette da patologie invalidanti che non permettono che la loro vita si svolga in maniera normale. Essere volontari è una missione che richiede cuore, impegno, fede come nel caso delle associazioni cattoliche come l’UNITALSI, una chiamata a soccorrere i fratelli in difficoltà. Noi volontari siamo chiamati ad essere gambe braccia per tutti coloro che ne hanno perso l’uso ma se voi chiedete a ciascuno di loro chi ve lo fa fare? non trascurate famiglia lavoro? ma vi pagano? La risposta è no, tutto il tempo che si dedica agli altri non è tempo perso ma tempo guadagnato, ed è molto di più quello che si riceve che quello che si da. Infatti come dice Gesù e nel dare che si riceve e noi possiamo garantire che le Parole del Signore sono vere. Chi ha fatto questa esperienza sa quanto impegno quanta fatica quanta dedizione occorre nell’assistere i fratelli, ma niente di tutto questo è paragonabile alla gioia che si riceve nel vedere un sorriso stampato sul loro viso , la gioia brillare negli occhi di questi nostri amici che sperimentano l’amore di Dio attraverso la carità operosa dei volontari, che si mettono al loro servizio in uno scambio d’amore reciproco. E come diceva Padre Pio impariamo a vedere nel malato il volto di Cristo sofferente, il malato è Cristo.
“Perché lo fai?”, chiedeva una volta un malato ad un nostro barelliere. “Perché ci sei tu”, rispose il giovane. Don Gianni Toni, assistente ecclesiastico dell’Unitalsi Lazio, racconta ai nostri microfoni le storie di servizio verso chi vive le piaghe di Cristo sofferente. Dopo aver partecipato all’Udienza in San Pietro, nella 23ma Giornata mondiale del Malato, la testimonianza nei nostri studi di due infermiere Unitalsi: “Sono le persone malate i nostri maestri di vita. Per me andare a Lourdes la prima volta è stato come nascere una seconda volta”, racconta Preziosa Terrinoni, Presidente dell’unitalsi Romana-Laziale.
Papa Francesco, nel suo Messaggio per la Giornata dell’11 febbraio, sottolinea che “anche quando la malattia, la solitudine e l’inabilità hanno il sopravvento sulla nostra vita di donazione, l’esperienza del dolore può diventare luogo privilegiato della trasmissione della grazia e fonte per acquisire e rafforzare la sapientia cordis”. E mette in guardia da quella “falsa umiltà che sotto sotto cerca approvazione e si compiace del bene fatto”. Commenta Don Gianni: “C’è un tempo da far maturare anche per mettersi a servizio dell’altro, altrimenti si rischia un fuoco fatuo”.
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