Una donna è arrivata all’incredibile età di 115 anni e ha svelato il suo segreto, che non consiste in qualche sofisticatissimo trattamento.
Al giorno d’oggi infatti c’è chi cerca di guadagnarsi l’elisir di lunga vita in tutti i modi. Ci sono ad esempio i transumanisti che ogni tre per due annunciano la “vittoria” sulla morte grazie alla tecnoscienza.
Uno degli ultimi in ordine di tempo è stato Raymond Kurzweil, ingegnere capo di Google ma anche, a tempo perso, futurologo e “guru” del movimento transumanista.
Ma chi lo ha detto poi che il segreto della longevità stia in sofisticati trattamenti o in altrettanto dispendiose tecnologie di manipolazione genetica? Pensiamo ad esempio alle cosiddette «zone blu», quelle aree del mondo dove l’aspettativa di vita risulta particolarmente alta.
Chi se n’è occupato, come lo studioso Dan Buettner, indica in diversi fattori il segreto di questa straordinaria longevità. Essenzialmente si tratta di adottare uno stile di vita sano che prevede, oltre alla dieta equilibrata (con abbondanti dosi di legumi), una vita in comunità basate su una robusta solidarietà familiare e amicale. Ma conta molto anche il buonumore, senza tralasciare naturalmente il movimento e una regolare attività fisica.
Grazie a Dio si campa più a lungo
Il mio amico Giuliano Guzzo nel suo imponente Grazie a Dio ricorda pure, a suon di dati statistici, l’esistenza di un legame tra fede, longevità e salute mentale. Qualcuno ha perfino quantificato l’effetto di una regolare frequentazione dei luoghi di culto.
Si è scoperto che chi va in chiesa con assiduità guadagna in media sette anni di vita in più. Che corrispondono, per dare un’idea, ai benefici che ricava il nostro organismo quando ci liberiamo dalla dipendenza dal tabacco.
«L’effetto della fede sulla mortalità corrisponde cioè a quello sulla salute che, in negativo, ha fumarsi un pacchetto di sigarette al giorno», scrive Guzzo. E scusate se è poco.
Cosa non si fa per diventare “immortali”…
E pensare che c’è chi sta investendo una vera fortuna per cercare di arrestare la macchina del tempo. Come il 45enne miliardario Bryan Johnson, che ogni anno dilapida l’incredibile cifra di 2 milioni di dollari in un progetto di bio-hacking col quale cerca di farsi riportare all’età biologica di 18 anni.
Per coronare il suo sogno di ritornare diciottenne l’aspirante Peter Pan si sottopone ogni giorno a un monitoraggio continuo e a una fittissima routine fatta di trasfusioni, centinaia di pillole, dieta e fitness.
Chissà se il Paperone statunitense che aspira a diventare un Highlander riuscirà a pareggiare il conto degli anni raggiunti da Helena Pereira dos Santos, arzilla nonnina brasiliana che nella sua lunghissima vita è arrivata a tagliare lo straordinario traguardo delle 115 primavere (ha compiuto gli anni pochi giorni fa).
Nata nel 1908 in una fattoria del villaggio di Nova Itarana, nel corso della sua esistenza ha assistito a eventi che per noi esistono solo nei libri di scuola come il naufragio del Titanic e le due guerre mondiali.
Il segreto di Helenia
Helenia, che ha lavorato a lungo come ostetrica, ha avuto sei figli (cinque dei quali già morti), dieci nipoti e quindici pronipoti. Dice di aver preso un unico medicinale in vita sua: le pillole per l’alta pressione. Anche suo marito è vissuto a lungo: è morto nel 2004 pochi mesi dopo aver compiuto 104 anni.
Qual è il segreto di tanta longevità? La donna indica prima di tutto la sua dieta a base di fagioli, mangiati a cadenza praticamente quotidiana. «La mia dieta è ricchissima di fagioli», dice Helenia. «È altrettanto importante – aggiunge – dormire bene, fare esercizio fisico ed essere di buon umore. Ho provato tanta gioia nella mia vita ed è importante per sentirsi sempre bene».
Malgrado gli acciacchi normali per una ultracentenaria Helena si mantiene attiva: va a fare la spesa con le sue pronipoti e si muove sempre a piedi. «In generale, adoro camminare», confessa la 115enne. Non è tutto: ogni anno percorre a piedi oltre 200 chilometri per raggiungere al Santuario Nazionale di Aparecida, il più grande santuario mariano del mondo dedicato a Nostra Signora Aparecida (patrona principale del Brasile).
Vivere a lungo? Va bene se si vive bene (facendo la volontà di Dio)
Insomma, Helenia è un esempio da manuale di quel sano stile di vita ci cui abbiamo parlato all’inizio, dove non ci si dimentica che questa vita terrena non è tutto e che conta soprattutto evitare quella che San Francesco nel Cantico delle creature chiama la «seconda morte»: la morte spirituale.
Per un cristiano campare a lungo su questa terra conta relativamente (basta vedere la vita dei santi): quello che conta davvero è andare incontro alla morte corporale facendo la volontà di Dio. Il cristiano è un uomo in missione, non qualcuno ossessivamente impegnato, orologio alla mano, a contare quanti giorni ancora gli concedono le statistiche sull’aspettativa di vita. L’unica aspettativa di vita per lui – la sola veramente seria – è quella dell’eternità e il male da evitare a ogni costo è il peccato. Non dimentichiamocelo.