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Preghiere

12 febbraio: incarcerato per 23 anni a causa della Bibbia, la Madonna gli appare in prigione

La Madonna di Grushew è legata a doppio filo alla storia della “martoriata Ucraina”, dove è apparsa più volte. Il 12 febbraio di diversi anni fa si è manifestata a un uomo in condizioni disumane con una richiesta “impossibile” agli occhi del mondo.

Nel suo viaggio apostolico nel 2001 papa Giovanni Paolo II ha qualificato l’Ucraina come «terra mariana». La terra oggi martoriata da anni di guerra ha una lunga tradizione legata alla Madonna, testimoniata dalle numerose icone venerate nelle chiese fatte erigere dal santo principe di Kiev, Vladimir il Grande, dopo il battesimo ricevuto nel 988.

Fu però il figlio di Vladimir, Jaroslav il Saggio, a proclamare nel 1037 la Vergine Maria regina del popolo ucraino e a consacrare l’Ucraina a Maria. Che la Vergine non sia rimasta insensibile alla sincera devozione degli ucraini lo provano le numerose apparizioni, la più famosa delle quali risale al XVII secolo a Grushew, in Galizia.

È qui che i fedeli piantarono un salice come segno di commemorazione, ai piedi del quale un secolo dopo sgorgò una sorgente miracolosa e si verificarono diverse guarigioni. L’albero, al quale i paesani affiggeranno un’icona della Madonna, diventerà meta di pellegrinaggi. Nel 1987 Maria appare di nuovo a Maria Kizyne, una ragazzina di 11 anni, per chiedere penitenza, invitare alla preghiera del Rosario e al perdono per la conversione della Russia.

Mentre sta uscendo di casa per andare a scuola, Maria si accorge di una misteriosa luce proveniente dalla cappella sconsacrata (chiusa al culto dai comunisti nel 1947) costruita nel 1856 dopo un’epidemia di colera cessata grazie all’intercessione della Madonna.

All’interno della cappella – dedicata un tempo alla Santissima Trinità – la ragazzina scorge, su una delle facce della torre che copre la cupola della cappella, una donna vestita di nero con un bimbo in braccio: è la Madonna. Per un mese l’immagine della Vergine rimane visibile a tutti. Almeno mezzo milione di persone è testimone diretto del fatto miracoloso.

12 febbraio 1970: la Madonna di Grushew appare a Josyp Terelya

Tra i presenti alle numerose apparizioni di Grushew c’è anche Josyp Terelya, che riconosce in quella immagine la Vergine che nella notte del 12 febbraio 1970 gli era apparsa, in punto di morte, nella prigione comunista dove era stato incarcerato. Anticomunista e militante dell’Azione cattolica, fervente adoratore dell’Eucarestia, Josyp viene incarcerato nel 1962, quando ha appena 19 anni.

La sua colpa? Essersi presentato all’arruolamento nell’esercito sovietico con una Bibbia. Si farà 23 anni di carcere (9 dei quali in isolamento) passando da una prigione all’altra, tra torture, Gulag e ospedali psichiatrici. In quella gelida notte del 12 febbraio 1970 Josyp si trova nella prigione di Vladimir, a nord di Mosca.

Josyp Terelya insieme a Giovanni Paolo II (Screenshot YouTube @Quo Vadis) – lalucedimaria.it

Mentre sta pregando in ginocchio nella sua cella avverte un misterioso e benefico calore alla gamba. In quel momento sente la voce della Madonna che gli appare per invitarlo alla preghiera e all’amore incondizionato, soprattutto per i suoi nemici, i Russi.

Due anni dopo Terelya si trova in un altro carcere, con temperature che arrivano anche a -20°. La cella, esposta al vento siberiano, è predisposta per la morte per assideramento. I suoi carcerieri lo hanno privato anche dei vestiti invernali. La fine sembra ormai certa. Ma Maria gli appare ancora una volta, sempre nella notte del 12 febbraio.

Il dissidente sente una mano che lo tocca e il corpo che si scalda. È di nuovo la Madonna, che lo rinfranca ma gli annuncia anche che non sarà liberato dalla prigione: non è che a metà del suo cammino. «Ma non aver timore, io sto con te», gli dice la Vergine. Gli chiede anche di pregare affinché la Russia si converta a Cristo Re.

Solo nel 1976 per Josyp arriva la liberazione. Ma la sua libertà dura appena un anno. Come gli aveva predetto la Madonna, viene nuovamente arrestato e imprigionato fino al 1987, anno dell’apparizione alla piccola Maria Kizyne. Nel 1988 Terelya si trasferisce a Toronto, in Canada, con la moglie Olena Umanets e i tre figli.  Qui muore nel 2009.

Emiliano Fumaneri

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Emiliano Fumaneri

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