Il Mercoledì delle Ceneri segna l’inizio dei 40 giorni che precedono la Pasqua attraverso i quali si procede in un profondo percorso di conversione a Dio.
È uno dei cosiddetti “tempi forti” della Chiesa: la Quaresima è il periodo di 40 giorni che precede la Pasqua del Signore e inizia con il Mercoledì delle Ceneri. Si tratta di un tempo liturgico estremamente importante da vivere in pienezza approfondendo tutti i suoi significati.
“Convertitevi e credete al Vangelo” (Mt 1, 15) è la frase evangelica che viene sottolineata e usata durante la cerimonia del Mercoledì, che, appunto, apre la Quaresima. Viene pronunciata dal sacerdote nel momento in cui impone le Sacre Ceneri sul capo di ogni fedele. Questa formula e questo semplice gesto segnano due aspetti fondamentali che danno l’imprinting a tutto il periodo: la penitenza e la conversione.
Per antica consuetudine, il rito che dava avvio al cammino penitenziale dei fedeli era pubblico e conduceva ad un’assoluzione che ci sarebbe stata la mattina del Giovedì Santo. Nel corso del tempo è stato istituito il rito dell’imposizione delle Ceneri durante la messa a seguito dell’omelia.
Le Sacre Ceneri sono ottenute dalla combustione dei rami di ulivo benedetti da Domenica delle Palme dell’anno precedente e appositamente conservati a questo scopo. Nella messa tridentina l’ammonimento che veniva formulato nell’imposizione delle Ceneri era ripreso dal libro della Genesi ed era “Uomo ricordati che sei cenere e che cenere ritornerai” rifacendosi a Gen 18, 27 : “Riprese Abramo e disse: Ecco che ricomincio a parlare al mio Signore, io che sono polvere e cenere”.
Rimasto nel più profondo significato di questa cerimonia anche se dopo il Concilio Vaticano II la formula usata è quella che focalizza l’attenzione sul processo di conversione, ha anche altri riferimenti biblici.
C’è quello al libro di Giobbe 30,19, in cui l’autore sottolinea il senso profondo della propria esistenza affermando “Mi getta nel fango e mi confondo con la polvere e con la cenere”. Anche nel Siracide c’è il rimando alla miseria umana “Perché mai s’insuperbisce chi è terra e cenere? Anche da vivo le sue viscere sono ripugnanti” (Sir 10,9).
Nel Mercoledì delle Ceneri si inizia quindi, in spirito comunitario di preghiera, un percorso di conversione all’insegna della penitenza, del riconoscimento della propria finitezza e di conseguenza volto al pentimento dei propri peccati in vista di una riconciliazione con Dio.
La Ceneri rimandano al senso della creaturalità umana, alla finitudine del corpo e all’eternità dell’anima. L’esortazione è a ricondurre la propria vita al Signore riconoscendolo Creatore e Padre e quindi avvertendo pienamente la propria dipendenza da Lui in ogni aspetto della vita.
Le Sacre Ceneri sono dunque il segno della debolezza umana, della sua fragilità intrinseca. Al tempo stesso rappresentano un simbolo esteriore del pentimento da cui scaturisce l’intenzione di chiedere perdono per i propri peccati nel sacramento della Riconciliazione e riparare, dove possibile, per essi.
A caratterizzare il Mercoledì delle Ceneri ci sono anche altri elementi. Il colore dei paramenti liturgici è il viola e proseguirà così per tutto il tempo di Quaresima ad esprimere il tono penitenziale del periodo. Il canto liturgico viene ad essere più sobrio e meno festoso e si omette il canto dell’Alleluia che verrà ripreso solo a Pasqua.
Ma soprattutto è giorno in cui la Chiesa richiede ed invita al digiuno. Così come nel Venerdì Santo i fedeli sono chiamati ad astenersi dal cibo per offrire una rinuncia. Il digiuno è una modalità penitenziale per potenziare così la propria volontà e dominarsi spostando l’attenzione dagli aspetti esclusivamente materiali e focalizzarsi sul lato spirituale, spesso messo in secondo piano dall’egoismo e dall’orgoglio umano.
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