Con Sant’Alfonso M. de’ Liguori, ripercorriamo i giorni che vanno dal sabato della settimana precedente a quella che giungerà alla domenica delle Palme, sino alla vigilia della Pasqua.
Il Santo ci offre, dunque, una riflessione giornaliera, per ben 15 giorni, per sintonizzarci agli eventi salienti che preludono la morte e la risurrezione di Cristo Gesù. Qui proponiamo un estratto degli scritti di Sant’Alfonso Maria de’ Liguori.
Martedì di Passione: Gesù è condotto a Pilato ed indi è posposto a Barabba
Venuta la mattina conducono Gesù a Pilato, affinché lo condanni a morte. Ma Pilato si accorge che Gesù è innocente, onde dice ai giudei ch’egli non trova ragione di condannarlo. (…) Povera quell’anima, a cui non parla più Dio! Mio Redentore, così meritava ancor io, per non aver ubbidito a tante vostre chiamate, meritava che non mi parlaste più e mi abbandonaste; ma no, Gesù mio, voi non mi avete abbandonato ancora; parlatemi dunque: “Loquere Domine, quia audit servus tuus”; ditemi quel che volete da me, ch’io tutto voglio farlo per compiacervi.
Abbiamo scelto di liberare Barabba!
(…) Aveano gli ebrei il diritto di chiedere al preside romano nella festa di Pasqua la liberazione di un reo. Quindi, Pilato dimandò al popolo, chi volessero liberato Barabba o Gesù? “Quem vultis dimittam vobis, Barabbam an Iesum?” (Mat. 27). Barabba era uno scelerato, omicida, ladro, abborrito da tutti: Gesù era innocente; ma i giudei gridano che viva Barabba, e muoia Gesù.
Ah Gesù mio, così ancora ho detto io, quando ho deliberato di offendervi per qualche mia soddisfazione, ho preferito a voi quel misero mio gusto, e per non perder quello, mi son contentato di perder voi bene infinito. Ma ora v’amo sopra ogni altro bene, più della vita mia. Abbiate pietà di me, o Dio di Misericordia. E voi, Maria, siate la mia avvocata.
Antonella Sanicanti
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