Con Sant’Alfonso M. de’ Liguori, ripercorriamo i giorni che vanno dal sabato della settimana precedente a quella che giungerà alla domenica delle Palme, sino alla vigilia della Pasqua.
Il Santo ci offre, dunque, una riflessione giornaliera, per ben 15 giorni, per sintonizzarci agli eventi salienti che preludono la morte e la risurrezione di Cristo Gesù. Qui proponiamo un estratto degli scritti di Sant’Alfonso Maria de’ Liguori.
Sabato di Passione: Gesù è condannato da Pilato
Ecco. Finalmente, che Pilato, dopo aver tante volte dichiarata l’innocenza di Gesù, di nuovo la dichiara, protestandosi d’esser egli innocente del sangue di quell’uomo giusto: “Innocens ego sum a sanguine iusti huius” (Matth. 27). E dopo ciò pronunzia la sentenza, e lo condanna a morte. O ingiustizia non più veduta al mondo! Nello stesso tempo che il giudice dichiara innocente l’accusato, egli lo condanna! Ah Gesù mio, voi non meritate la morte, ma la merito io. Giacché voi dunque volete soddisfare per me, non già Pilato, ma il vostro medesimo Padre giustamente vi condanna a pagare la pena da me dovuta. V’amo, o Eterno Padre, che condannate il vostro Figlio innocente per liberare me, che sono reo. V’amo, eterno Figlio, che accettate la morte meritata da me peccatore.
Abbiamo condannato a morte il Figlio di Dio!
(…) Poveri giudei! voi allora v’imprecaste il castigo, dicendo: “Sanguis eius super nos, et super filios nostros” (Mat. 27). E il castigo è già venuto; miseri già voi portate e porterete sino alla fine del mondo la pena di quel sangue innocente. Gesù mio, abbiate pietà di me, che colle mie colpe sono stato anch’io cagione della vostra morte. Ma io non voglio essere ostinato come i giudei, voglio piangere i maltrattamenti che v’ho fatti, e voglio sempre amarvi, sempre, sempre, sempre.
(…) Amato mio Redentore, voi accettate la morte a me dovuta; siane benedetta la vostra misericordia per sempre; sommamente ve ne ringrazio. Ma giacché voi innocente accettate per me la morte di croce, io peccatore accetto quella morte, che voi mi destinate, con tutte le pene che l’accompagneranno; e da ora l’unisco colla vostra morte e l’offerisco al vostro Eterno Padre. (…)
Antonella Sanicanti
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