Con Sant’Alfonso M. de’ Liguori, ripercorriamo i giorni che vanno dal sabato della settimana precedente a quella che giungerà alla domenica delle Palme, sino alla vigilia della Pasqua.
Il Santo ci offre, dunque, una riflessione giornaliera, per ben 15 giorni, per sintonizzarci agli eventi salienti che preludono la morte e la risurrezione di Cristo Gesù. Qui proponiamo un estratto degli scritti di Sant’Alfonso Maria de’ Liguori.
Pubblicata la sentenza contra il nostro Salvatore, subito l’afferrano con furia, gli tolgono di nuovo quello straccio di porpora e gli rimettono le sue vesti, per condurlo ad esser crocifisso nel Calvario, luogo destinato alla morte de’ malfattori: “Exuerunt clamyde, et induerunt eum vestimentis eius, et duxerunt eum, ut crucifigerent” (Mat. 27). Quindi, prendono due rozzi travi, ne compongono presto la croce e gli comandano a portarla sulle spalle sino al luogo del suo supplicio. Qual barbarie, imporre su del reo il patibolo, ove ha da morire! Ma così vi tocca, o Gesù mio, giacché vi siete addossati i miei peccati.
(…) O spettacolo, che fece stupire il cielo e la natura! vedere il Figlio di Dio che va a morire per quegli stessi uomini, che gli danno la morte! Ecco avverata la profezia: “Et ego quasi agnus mansuetus, qui portatur ad victiman” (Ier. 11. 19). Gesù faceva una vista così compassionevole in questo viaggio, che le donne ebree in mirarlo gli andavano appresso piangendo: “Plangebant et lamentabantur eum” (Luc. 23).
(…) Oh Dio, ad ogni passo, quanti dolori! Consideriamo i sentimenti d’amore, con cui Gesù in questo viaggio si va accostando al Calvario, ove lo sta aspettando la morte. Ah Gesù mio, voi andate a morire per me, voglio venire anch’io a morire per voi. Per lo passato io vi ho voltate le spalle, e vorrei morirne di dolore; ma per l’avvenire non ho cuore di lasciarvi più, o mio Redentore, mio Dio, mio amore, mio tutto. O Maria, madre mia, impetratemi forza di portare la mia croce con pace.
Antonella Sanicanti
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