La diffusione dei 15 Sabati è strettamente legata al Santuario di Pompei e alle sue tradizioni mariane.
Nasce come recita, infatti, per 15 sabati consecutivi, dei quindici Misteri del Rosario. Oggi sono diventati 20, con l’introduzione dei Misteri della Luce.
Prima di iniziare la preghiera dei 15 Sabati, è bene confessarsi e proporsi, quel sabato, di prendere la Comunione. Questa devozione ci chiede principalmente di meditare su uno solo dei Misteri del Rosario (uno per ogni sabato) e di approfondirlo col brano evangelico corrispondente, con preghiere, riflessioni, proponimenti e opere proposte per quel giorno (secondo le disposizioni del Santuario di Pompei), nonché con la recita del Rosario per intero (ossia tutti e 20 i Misteri) o di parte di esso.
Questa devozione fu formulata dal Beato Bartolo Longo e si può iniziare in qualunque sabato dell’anno, anche se, al Santuario di Pompei, la si fa prima dell’8 Maggio e della prima domenica di Ottobre. Di seguito, proponiamo la testimonianza di una guarigione, avvenuta per la pratica dei 15 Sabati e riportata dalla rivista “Il Rosario e la Nuova Pompei”.
“Verso la fine del mese di Maggio dell’anno 1883, quando io mi godeva una florida salute, fui colto da un inaspettato malessere generale, che mi produceva disturbi nervosi generali. (…) Ero continuamente travagliato da dolori ai visceri, al petto, e al dorso, e soprattutto alla testa, sentendomela come se fosse stretta da una morsa”.
Era il signor Ignazio Ioime di Napoli a scrivere che i suoi disturbi divenivano, ogni giorno, più frequenti e debilitanti.
Non riusciva più a digerire nulla, quindi iniziò a non mangiare, fino a ridursi in fin di vita.
Per la sua situazione, temeva anche il medico, il dottor Gerardo Molfese, che lo fece visitare anche da altri illustri specialisti, pur di arrivare a curarlo, ma nessun rimedio sembrava avere gli effetti sperati.
“Narrando un giorno all’ottimo Sacerdote Rev. Giuseppe Cigliano i miei gravi malanni: Se vuoi star bene, mi disse, devi votarti alla Madonna di Pompei. Non mi feci ripetere ciò la seconda volta: pregai mio fratello Sacerdote, per nome Gennaro bime, di accompagnarmi il domani a Pompei. Infatti, benché con isforzo, il mattino colà mi recai con detto mio fratello, il quale vi celebrò Messa. Ed io, genuflesso a piè di quella miracolosissima Immagine della Vergine del Rosario, porgeva umili suppliche, chiedendo la sospirata grazia della guarigione, promettendo di ritornare per ringraziarla”.
Ma quella prima richiesta non ebbe alcun esito, né le successive, e sembravano non funzionare nemmeno quelle fatte fare per bocca di altre persone che frequentavano il Santuario, compreso Bartolo Longo (oggi Beato) che lo aveva messo in piedi.
E, proprio Batolo Longo, un giorno, disse al signor Ignazio: “Volete voi la grazia? -egli mi disse- fate i Quindici Sabati. (…) Io esattamente eseguii il consiglio e incominciai con gli altri la bella devozione dei Quindici Sabati, senza interruzione alcuna”.
Con loro a pregare c’era, qualche volta, anche Fortunatina Agrelli, che aveva ottenuto una guarigione miracolosa e che invogliava le Novene alla Vergine di Pompei.
“E tra le altre cose, diceva che la Madonna stessa aveva suggerito il modo che voleva essere pregata da chi avesse maggior bisogno di suo soccorso, cioè facendo tre Novene per impetrar le grazie, e recitando il Rosario intero di quindici poste; ed altre tre Novene con l’aggiunta del Rosario intero per ringraziamento, dopo ricevuta la grazia.
Rincorato io da queste belle promesse, incominciai subito le tre Novene alla Vergine di Pompei con la recita del Rosario intero. Oh, potenza di Maria! Ecco che al cominciare della terza Novena, invocando la Vergine prodigiosa che ha piantato il suo seggio di Regina e di Madre in Pompei, ottenni intera guarigione”.
Antonella Sanicanti
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