La diffusione dei 15 Sabati è strettamente legata al Santuario di Pompei e alle sue tradizioni mariane.
Nasce come recita, infatti, per 15 sabati consecutivi, dei quindici Misteri del Rosario. Oggi sono diventati 20, con l’introduzione dei Misteri della Luce.
Prima di iniziare la preghiera dei 15 Sabati, è bene confessarsi e proporsi, quel sabato, di prendere la Comunione. Questa devozione ci chiede principalmente di meditare su uno solo dei Misteri del Rosario (uno per ogni sabato) e di approfondirlo col brano evangelico corrispondente, con preghiere, riflessioni, proponimenti e opere proposte per quel giorno (secondo le disposizioni del Santuario di Pompei), nonché con la recita del Rosario per intero (ossia tutti e 20 i Misteri) o di parte di esso.
Questa devozione fu formulata dal Beato Bartolo Longo e si può iniziare in qualunque sabato dell’anno, anche se, al Santuario di Pompei, la si fa prima dell’8 Maggio e della prima domenica di Ottobre. Di seguito, proponiamo la testimonianza di una guarigione, avvenuta per la pratica dei 15 Sabati e riportata dalla rivista “Il Rosario e la Nuova Pompei”.
15 Sabati del Rosario: un fedele guarito dallo stress
“Padre, quanto ringrazio Dio per averla messo sulla mia strada! Ora prego la Vergine tutti i giorni e mi sento così bene … Non sono solo, ora mi aiuta la Vergine. Quel giorno sono venuto da lei per trovare dei modi per diminuire lo stress, ma mi avete dato qualcosa di meglio: mi avete insegnato il potere della preghiera alla Vergine Maria con il Santo Rosario”.
Questa la testimonianza di un fedele che si era rivolto al suo sacerdote per avere un consiglio. La sua vita privata andava a rotoli: rischiava il licenziamento, non ce la faceva più a gestire le preoccupazioni per i genitori, entrambi ammalati, e i litigi con la moglie. Cercava disperatamente un modo per attenuare lo stress che quella situazione gli procurava e la forza per riprendere a vedere le cose con un po’ di serenità.
E’ stato allora che il sacerdote gli ha fatto notare quanto poteva essere confortante rivolgersi al cielo, in particolare alla Madonna. Certo, se si pensa a lei con i nostri parametri terreni -diceva il sacerdote- Maria non ha avuto una vita semplice: ha accettato di essere diversa da tutte le altre donne; quando lo Spirito Santo ha voluto che fosse Madre del Signore nostro, avrà dovuto in qualche modo spiegarlo al suo sposo.
Guardiamo a Maria e alla sua condotta di vita
Sicuramente, quando Cristo predicava, ha dovuto sentire chi lo insultava o lo riteneva folle; poi ha visto il suo unico Figlio, che lei sapeva Figlio di Dio, venire accusato ingiustamente da tutti e condannato alla peggiore delle morti, senza poter fare nulla. Si dava coraggio -e non era umanamente facile- confidando nel progetto grandioso che Dio aveva appoggiato sulle sue tenere spalle.
Il sacerdote ha così condotto il giovane in Chiesa, davanti alla Vergine, al Crocifisso col nostro Dio morente e sofferente, e lo ha fatto riflettere su come la preghiera del Rosario ci aiuti a ripercorrere tutte queste tappe della vita di Gesù e Maria e a meditarle. Mentre la corona score tra le nostre mani, ci rammenta la loro vita terrena, il dolore, i pianti, le angosce, ma anche le gioie e i miracoli, proprio a noi che con fede ci rivolgiamo al cielo e alla Vergine Madre.
“Padre, prometto alla Santissima Vergine – davanti a voi – che pregherò il Rosario tutti i giorni, le chiedo di sostenermi e di riempirmi di speranza. Per sapere che tutto andrà bene, con l’aiuto di suo Figlio Gesù” –ha poi concluso il giovane che si era rivolto al suo sacerdote.
Antonella Sanicanti