Fine teologo e grande missionario, san Giovanni de Matha si è dedicato a liberare gli schiavi e ha fondato un Ordine proprio a questo scopo.
Dalla Provenza, la sua terra d’origine, san Giovanni de Matha, che si ricorda oggi 17 dicembre, visse gran parte della sua vita in Africa come missionario tra gli schiavi.
Nato in una famiglia nobile il il 23 giugno 1154 a Facucon-de-Barcellonette nel sud della Francia, ebbe modo di studiare teologia all’università di Parigi. Intraprese l’attività di docente di teologia fino a quando avver la vocazione religiosa e nel 1192 venne ordinato sacerdote.
Come gli fu preannunciato in una visione avuta durante la sua prima celebrazione eucaristica comprese quale fosse la missione da compiere ed era la liberazione delle persone in condizioni di schiavitù.
Santo del 17 dicembre: San Giovanni de Matha
Si racconta infatti di un fenomeno mistico di cui fu partecipe mentre stava celebrando la sua prima messa. Improvvisamente vide un uomo che gli mostrava altri due uomini: uno dalla carnagione scura e sofferente e uno bianco ed emaciato.
Era Gesù che gli mostrava le popolazioni in schiavitù, in particolare coloro che erano schiavi a causa della fede, sia cristiani che musulmani. Decise perciò di recarsi nelle terre lontane in cui c’erano queste situazioni. Per fare un adeguato discernimento sulla via giusta da intraprendere scelse di trascorrere un periodo in eremitaggio. Visse per tre anni all’insegna della preghiera e della penitenza.
Dopo aver avuto il permesso di papa Innocenzo III si avvicinò a Felice di Valois, che poi diventerà anche santo, e fondò a Cefroid, a poca distanza da Parigi, una comunità consacrata alla SS.Trinità. La mise sotto la protezione della Beata Vergine del Rimedio. Nel 1198 ricevette l’approvazione dell’Ordine.
Caratteristica dei membri di questa comunità era indossare un abito bianco con una croce di color in parte rossa e in parte azzurra sul petto.
La diffusione della missione
Arrivò in Marocco per iniziare la sua missione. Non è un caso che sia stata scelta la data del 17 dicembre come memoria liturgica: è stato il giorno del suo dies natalis, ma era il 17 dicembre del 1198 quando giunto in quella terra lontana riuscì a riscattare i primi 200 schiavi. L’Ordine via via si estendeva e cresceva. Da lì venivano i fondi che gli servivano per riscattare gli schiavi e restituire loro la libertà e la dignità umana strappata.
Pochi anni dopo, nel 1209 le case dell’Ordine erano salite a 30. Anche in Italia ebbe modo di diffondere le comunità da lui fondate. Con l’aiuto e la protezione di papa Innocenzo III giunse a Roma e fondò un convento ed un ospedale per i pellegrini nei pressi della Chiesa di san Tommaso in Formis al Celio, che gli era stata concessa proprio dal pontefice.
In quegli anni le spedizioni in Africa furono tante e con esse la possibilità di riscattare sempre più persone in schiavitù. San Giovanni de Matha non si limitava a liberare gli schiavi, ma poi forniva loro assistenza e aiuto, e cure se erano malati.
La sua opera missionaria si spinse fino in Algeria e toccò la Spagna. Mentre si trovava a Roma, però, all’età di 59 anni, il 17 dicembre 1213. La canonizzazione arrivò solo diversi secoli dopo, nel 1666, e gli fu dato anche il titolo di Doctor Eminens a sottolineare che fu un dotto ed insigne cristiano.