Patrono d’Irlanda, san Patrizio è il vescovo che ha evangelizzato quella terra dopo esser uscito da un’esperienza di schiavitù.
Personalità iconica dell’Irlanda, oggi, 17 marzo, si commemora san Patrizio, che ne è il patrono. Il culto a questo santo è sempre stato molto forte e sentito e si unisce ad elementi folkloristici e di tradizione che si mantengono vivi ancora oggi.
San Patrizio nacque nella Britannia romana, forse in una località chiamata Bannhaven, tra il 385 e il 392. Il suo nome era Maewyin Succat che si trasformò in Patrizio dopo la sua conversione, quando iniziò la sua missione di evangelizzazione. Sembra che avesse origini scozzesi.
Delle poche informazioni che si hanno di lui si sa che all’età di 16 anni venne rapito dagli uomini del re Niall i quali lo vendettero al re Miurchu, in una zona dell’Irlanda chiamata Dàl Riata.
Per un lungo periodo durato 6 anni Patrizio visse la condizione di schiavitù. È durante questa prigionia che fece il suo incontro con il cristianesimo. Venne a contatto con dei cristiani che gli diedero l’annuncio del Vangelo. Così abbracciò la fede e poi, quando riuscì finalmente a fuggire e a tornare a casa dalla sua famiglia potè viverla pienamente.
Si fece battezzare e col tempo diventò diacono. Successivamente, intorno al 420 mentre si trovava in Gallia fu San Germano d’Auxerre a consacrarlo vescovo. Poi, papa Celestino I gli diede un compito importantissimo: lo mandò ad evangelizzare. Il luogo erano le isole britanniche.
Fu in particolare in Irlanda che si concentrò la sua missione. Si trattava di una terra completamente pagana e non fu facile portarvi la Parola di Dio. L’impresa di Patrizio fu osteggiata e furono molteplici le difficoltà che dovette incontrare.
Questo santo vescovo usava anche metodi creativi per trasmettere gli insegnamenti evangelici. Per spiegare il dogma della Santissima Trinità usava il trifoglio, perchè in esso le tre foglioline sono unite ma distinguibili l’una dall’altra.
Il trifoglio divenne perciò uno dei simboli a lui associati, da cui deriva anche il colore verde, altro simbolo che è diventato tipico della sua figura e dei festeggiamenti in suo onore.
La sua attività pastorale fu ricca e varia: fondò abbazie e monasteri, fu a tutti gli effetti colui che introdusse il monachesimo in Irlanda. Si trovò a dover lottare contro il dilagarsi dell’eresia pelagiana affermando di contro la retta dottrina.
Era un vescovo molto amato che si occupava degli ultimi, i poveri e i più emarginati erano oggetto delle sue cure. Per riuscire a proseguire nella sua predicazione, tanto ostacolata, era costretto a fare molti doni ai nobili e per farlo usava tutti i suoi beni personali, tenendo niente per sè.
San Patrizio diede all’Irlanda un’organizzazione ecclesiastica, fondò la diocesi di Armagh, e vide veder fiorire numerosissime vocazioni alla vita monastica. Scrisse le Confessioni, da cui si ricavano molte informazioni perchè vi descrive come un report la sua missione.
Tra i suoi scritti rientra anche un’Epistula, ovvero una lettera che indirizzò ai soldati di Coroticus. Ma non solo: la tradizione ricorda che scrisse anche un’orazione chiamata la Irish journey blessing cioè la benedizione del viaggiatore irlandese.
Il testo di questa preghiera, tradotto in italiano, recita così: “Sia la strada al tuo fianco, il vento sempre alle tue spalle, che il sole splenda caldo sul tuo viso, e la pioggia cada dolce nei campi attorno e, finché non ci incontreremo di nuovo, possa Dio proteggerti nel palmo della sua mano“.
La sua vita terminò nel 461 nell’Ulster a Down, che prenderà poi il nome di Downpatrick. Nell’ VIII secolo il santo vescovo fu riconosciuto come apostolo nazionale dell’Irlanda intera e la sua festa fu fissara al 17 marzo. Per la prima volta è ricordata nella Vita di santa Geltrude di Nivelles del VII secolo.
Il suo culto si diffuse anche in Francia, quando nel 650 circa san Furseo vi portò alcune reliquie del santo. In tempi moderni la venerazione a san Patrizio si diffuse anche in America e in Australia ad opera degli emigranti cattolici irlandesi.
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