Il 18 giugno di 81 anni fa Papa Pio XII proclamava San Francesco d’Assisi Patrono d’Italia, insieme a Santa Caterina da Siena. Il suo messaggio è ancora così attuale e necessario all’uomo di oggi.
Il Breve Pontificio attraverso il quale Papa Pio XII proclamava San Francesco Patrono d’Italia rimarcava come la Divina Provvidenza aveva voluto che la Cattedra di Pietro si trovasse in Italia e, in tal senso, l’Italia tutta non poteva che riconoscersi nel messaggio evangelico del Santo di Assisi.
La notizia fu accolta con grande gioia dal mondo della cristianità, ma non solo. L’eco di quella notizia così importante risuonava tra le figure di spicco del mondo culturale e civile. Poi la gioia del popolo, la società tutta, che si riconosceva più che mai unita nel messaggio di pace con il quale il poverello d’Assisi riempì i cuori delle persone.
Qualcuno, come ricorda il portale San Francesco Patrono d’Italia, ha anche pensato che oggi sia “riduttivo” ricordare il Santo d’Assisi come “Patrono d’Italia”. Ben inteso, questo pensiero si lega alla dimensione universale, globale, che il messaggio di San Francesco ha raggiunto nei secoli. Certamente, San Francesco è il Santo della Chiesa universale, Santo di ogni luogo e di ogni tempo, sempre vicino all’uomo, specie al più povero.
Il contesto storico entro il quale il Pontefice Pio XII proclamava San Francesco e Santa Caterina patroni d’Italia era quello immediatamente precedente allo scoppio del secondo conflitto mondiale. L’imminente guerra rese ancor più intenso il ricorso all’orazione e all’affidamento nelle mani del Santo Patrono per implorare la pace.
Il messaggio pacifico del Santo Patrono d’Italia si lega, indissolubilmente, al suo messaggio d’amore. Un messaggio che si tradusse nell’amore verso le creature e portato su carta attraverso la realizzazione (e attuazione) del Cantico delle creature. In quel testo, pace e amore si fondono in un unico messaggio di preghiera e ringraziamento al Signore per il dono del creato.
Signore, fa di me uno strumento della tua pace:
dove è odio, fa ch’io porti amore,
dove è offesa, ch’io porti il perdono,
dove è discordia, ch’io porti la fede,
dove è l’errore, ch’io porti la Verità,
dove è la disperazione, ch’io porti la speranza.
Dove è tristezza, ch’io porti la gioia,
dove sono le tenebre, ch’io porti la luce.
Oh! Maestro, fa che io non cerchi tanto:
Ad essere compreso, quanto a comprendere.
Ad essere amato, quanto ad amare
Poiché è dando, che si riceve;
perdonando che si è perdonati;
morendo che si risuscita a Vita Eterna.
Amen. (fonte: San Francesco Patrono d’Italia)
Fabio Amicosante
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