Grande abate e riformatore dei monasteri, sant’Oddone di Cluny, che viene ricordato oggi 18 novembre, nacque come grazia richiesta dai genitori, e diventò un abate riformatore.
Il Martirologio Romano ricorda sant’Oddone di Cluny, che fu abate, la cui memoria liturgica è oggi 18 novembre, il quale “rinnovò l’osservanza monastica secondo i dettami della regola di san Benedetto e la disciplina di san Benedetto di Aniane“.
Di lui si sa che era nato nella regione di Tours verso l’880, da una famiglia nobile. Suo padre era un castellano ed era esperto in diritto. Godeva della stima di molti e spesso veniva consultato nelle controversie e chiamato ad arbitrare le contese tra l’aristocrazia del paese.
Era però ormai avanti con gli anni e non aveva avuto figli. Così una notte di Natale pregò il Signore chiedendo il dono di un figlio. Ben presto ricevette la grazia e nacque appunto Oddone. Per ringraziare del grande dono ricevuto il padre offì il bambino appena nato consacrandolo a San Martino. La promessa era quella di fargli intraprendere la vita religiosa.
Il bambino crebbe e il padre dimenticò la promessa fatta come offerta e introdusse il figlio all’interno delle corti mondane affinché diventasse un perfetto cavaliere. Oddone era dunque diventato un paggio di corte quando all’età di 18 anni si ammalò gravemente.
La malattia era molto seria e si temeva che dovesse morire. Allora il padre si rivolse a san Martino di Tours, al quale aveva consacrato il figlio appena nato e gli disse: “O glorioso San Martino ecco il voto che vi avevo offerto. Voi lo esigete con rigore “. Accettò quindi che il figlio, una volta guarito, prendesse la via religiosa abbandonando quella mondana delle cacce e dei tornei.
Avvenen proprio questo: Oddone guarì e prese la tonsura. Nonostante potesse ambire a diventare uno degli Abati commendatari, che ricevevano le rendite delle Abbazie senza neppure visitarle o abitarci, lui scelse una strada più autentica perchè la sua fede era grande.
Oddone scelse di inserirsi nella tradizione benedettina e si applicò con la massima serietà. Studiava e pregava molto e aveva rinunciato di buon grado a tutti i privilegi e soprattutto alle dispense, che avrebbe potuto avere e che vedeva come un ostacolo ad una buona vita monastica.
Era molto apprezzato e si formò un seguito di discepoli che lo consideravano un grande abate, una guida spirituale santa. Si stabilì nel monastero di Cluny dove diede inizio ad una grande opera di riforma dell’ordine monastico. Si può dire che addirittura fu una sorta di rifondazione.
Divenen autorevole e famoso: la sua notorietà si sparse per tutta la Francia e anche oltre. Adempiva con zelo ai doveri di abate, e al tempo stesso era esemplare in tutte le attività che svolgeva diventando un esempio sia sotto il profilo intellettuale che spirituale.
Ebbe modo di comporre molte opere letterarie. Tra di esse c’è anche un poema epico ispirato alla Bibbia, in esametri dal titolo Occupatio. Riteneva infatti che il segreto per una buona vita monastica, santa e produttiva fosse proprio l’occupazione, cioè tenersi impegnati e non scivolare nell’ozio.
Diede quindi un forte impulso al monachesimo cluniacense con la promozione di attività spirituali e intellettuali e artistiche. Attorno ai loro monasteri sorsero centri agricoli e artigianali, che furno centri propulsori del progresso civile in Francia e di seguito in tutta l’Europa.
Mantenne per tutta la vita una forte devozione a san Martino di Tours al quale dedicava preghiere e versi. Scrisse infatti rivolgendosi al santo così famoso: “Tu che per tre volte hai vinto il caos, rialza quelli che son caduti nel peccato; come tu dividesti il tuo mantello, rivestici della giustizia!“. Morì nel 942 quando aveva circa 70 anni.
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