Giovane nobile romana, santa Bibiana, che si ricorda oggi 2 dicembre, fu una martire dei primi secoli e resistette fermamente ai tanti tentativi di rinnegamento della fede.
Le notizie su santa Bibiana, la giovane novile martire che si commemora oggi 2 dicembre, arrivano dalla Passio Bibianae, opera di un autore del VII secolo che narra specificatamente i dettagli del suo martirio.
Bibiana era ragazza della nobiltà di Roma, vissuta nel IV secolo. Era il tempo della persecuzione ai cristiani da parte dell‘imperatore Flavio Claudio Giuliano, detto l’Apostata, il quale cercò di restaurare il paganesimo dopo che questo era stato soppiantato dal cristianesimo.
In questo contesto si colloca la storia di questa giovane di cui tutta la famiglia era cristiana, fin dai tempi dell’impero di Costantino. Nata approsimativamente tra il 347 e il 352, la vita di santa Bibiana è avvolta in parte da un’aura leggendaria.
Santo di oggi 2 dicembre: Santa Bibiana
È nel Liber Pontificalis che si trova la più antica attestazione del suo nome. All’interno della biografia di san Simplicio che fu papa nel V secolo, c’è il riferimento a quattro basiliche che il pontefice aveva fatto costruire, di cui una dedicata a santa Bibiana. Viene precisamente riportato: “nelle vicinanze del palatium Licinianum, alla santa martire Bibiana, dove riposa il suo corpo”.
Si che il padre, che si chiamava Flaviano, era un cavaliere romano e aveva ricoperto anche la carica di prefetto. La madre si chiamava Drafosa e poi, Bibiana aveva una sorella, Demetra, entrambe allevate cristianamente dai genitori.
Tutta la famiglia fu perseguitata: il prefetto di Roma Aproniano, dopo aver perso un occhio basandosi su credenze false e superstiziose ritenne responsabili i cristiani di questa sua sciagura. Così decise di perseguitare questa famiglia.
Il padre di Bibiana fu sorpreso a seppellire i corpi dei martiri Prisco, Priscilliano e Benedetta, e per questo motivo fu prima esiliato e poi ucciso con un ferro rovente. La madre fu decapitata e la sorella, resistette come Bibiana alle feroci torture e ai numerosi tentativi di persuasione verso l’abiura. Poi, morì anche lei martire per la fede.
Patisce tutto e resiste pur di non rinnegare la fede
Il Martirologio Romano ricorda come santa Bibiana “resistente nella fede, fu flagellata a morte“. Prima di arrivare alla morte, dopo aver assistito alla professione di fede della sorella Demetra, che nonostante i mesi di prigionia non tentennò mai e diede la vita pur di non abiurare, anche lei fece lo stesso.
Il governatore di Roma si adoperò in mille modi affinché lei si persuadesse a cedere. Provò prima con le torture fisiche. Ma lei resisteva anche al dolore, niente poteva intaccare la sua fede e l’amore per il Signore.
Così il governatore cercò di farla cedere con la seduzione di una vita libera e bella. Poi le affiancò una prostituta affinché la corrompesse. Ma lei non indietreggiava e di fronte a questa fede così forte e resistente Aproniano si infuriò ancor di più diventando sempre più implacabile.
Quindi la condannò a morte facendola flagellare e, secondo la tradizione, voleva che venisse fatto scempio del suo corpo. Perciò questo fu esposto alla fame dei cani randagi, ma prodigiosamente rimase integro e gli animali non lo toccarono.
Culto e tradizione
Nel corso dei secoli rimase sempre vivo il culto a questa giovane martire. Dal suo nome, Bibiana, è derivato quello di Viviana. A Roma si erge la chiesa a lei dedicata, situata nei pressi della Stazione Termini e anche in altre località italiane la santa è ricordata e venerata.
Nella tradizione popolare è stato ideato anche un detto, un proverbio che fa riferimento alle condizioni metereologiche e al giorno della sua memoria liturgica. Nel mondo contadino, quando l’osservazione della natura e il collegamenteo con i periodi dell’anno era particolarmente viva, si è arrivati a identificare nell’andamento del clima durante il giorno di santa Bibiana una previsione per il periodo successivo.
Si dice infatti: “Se piove per Santa Bibiana, piove per un mese e una settimana“. I metereologi non confermano questa previsione, ma rimane un modo di dire che è stato tramandato nel corso dei secoli. Molto conosciuto, questo proverbio è declinato nei vari dialetti italiani e diffuso in quasi tutte le regioni.