Sant’Edmondo, che si ricorda oggi 20 novembre, fu un sovrano inglese coraggioso e impavido che affrontò il martirio pur di non rinnegare la fede. Protesse il popolo durante un’epidemia.
Oggi 20 novembre è la memoria liturgica di sant’Edmondo, sovrano inglese che visse nel IX secolo. È il patrono d’Inghilterra, e di lui non si hanno notizie assolutamente certe, ma come spesso accade per i santi di tempi più antichi, le informazioni sono avvolte nella leggenda.
Il Martirologio Romano lo ricorda in riferimento alla sua morte da martire: “re degli Angli orientali, catturato nella guerra contro i pagani invasori, fu coronato dal martirio per la fede in Cristo“. Fu un sovrano apprezzato e pieno di coraggio, soprattutto per la fede, che non rinnegò mai.
Sarebbe stato figlio del re Alkmund di Sassonia, nato a Norimberga e poi adottato dal re dell’Estanglia, cioè l’Inghilterra orientale, che era costituita principalmente dalle contee di Norfolk e Suffolk. Fu è l’ultimo re di questo territorio, in un periodo storico molto aspro per tutta l’Inghilterra, che era costantemente attaccata da parte dei danesi.
Sant’Edmondo regnò fin da quando era bambino per circa 30 fino a quando fu martirizzato. Fu un re esemplare per la sua magnanimità e per la sua fede in Cristo. Già durante la sua vita era circondato dalla fama di santità. Infatti veniva invocato già allora quando si presentava un’epidemia, e nei tempi passati era cosa abbastanza frequente.
Ad oggi è considerato tra i santi da invocare nel malaugurato caso in cui ci sia una malattia a diffusione epidemica che nella nostra epoca prende la forma di pandemia coinvolgendo in modo facile tutto il mondo.
Quando nell’anno 869 i danesi invasero il regno di Edmondo fissando i loro stabilimenti a Thetford l’esercito reale non ebbe la forza di contrastare gli attacchi. Il santo re Edmondo non esitò a prendere le difese del suo popolo e andò in prima persona in battaglia contro gli invasori.
Sant’Edmondo venne chiamato anche il “re vergine” perchè mantenne la sua purezza per tutta la vita. È esempio di amore verso il prossimo e di purezza dei costumi, ma anche di forza d’animo e di vera virilità, con cui affrontò audacemente anche la sofferenza e il martirio.
Ubbe, Ivar e Halfdene, tre fratelli capi dei Dani, gli proposero un compromesso. In cambio della restituizione del suo regno e quindi anche della salvezza del suo popolo lui avrebbe dovuto rinnegare la sua fede in Gesù Cristo.
Mai avrebbe potuto abiurare e non cedette al diabolico ricatto. Non avrebbe esitato a diventare loro vassallo, ma rinnegare il Signore era per lui fuori discussione. Per tre volte, legato ad un albero, gli fu proposta l’abiura e lui per tre volte rifiutò fermamente. La conseguenza fu la condanna a morte.
Così fu ucciso trafitto dalle frecce dei nemici il 20 novembre 870, quando non aveva ancora compiuto 30 anni. Il suo corpo riposa a a Beadoricesworth eni pressi di Bury St. Edmund, che si trova ad una cinquantina di chilometri da Cambridge. Nonostante la Est Anglia finì con la sua morte, la sua fama di santità crebbe sempre di più e portò alla canonizzazione in una data che però non è conosciuta.
Solo alcuni anni dopo la sua morte fu coniata una moneta che lo commemorava e che venne chiamatai “penny di Sant’Edmondo”.
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