Il 2016 sta volgendo al termine. E’ tempo di bilanci. L’anno che sta per finire è stato molto intenso per il Papa con i suoi sei viaggi internazionali e i tre compiuti in Italia, la pubblicazione dell’Esortazione apostolica Amoris Laetitia sulla famiglia, il Giubileo della Misericordia con i suoi tanti eventi e poi ancora gli incontri, le udienze generali, le Messe a Santa Marta e i nuovi passi della riforma della Curia. Ma il filo rosso anche di quest’anno è il profondo rinnovamento spirituale che Papa Francesco sta promuovendo nella Chiesa perché i cristiani portino in tutto il mondo la gioia del Vangelo. Ce ne parla Sergio Centofanti:
L’amore di Dio è al centro del Vangelo, non la Legge
“Al centro non c’è la legge”, ma “l’amore di Dio, che sa leggere nel cuore di ogni persona, per comprenderne il desiderio più nascosto, e che deve avere il primato su tutto”. Sono forse queste tra le parole più significative di quest’anno di Papa Francesco: sono contenute nella Lettera Apostolica “Misericordia et Misera” pubblicata a conclusione del Giubileo. “Questo è il tempo della misericordia” ribadisce. E’ la potenza del Vangelo che cerchiamo sempre di ingabbiare in schemi rassicuranti, come fanno gli scribi e i farisei che pongono domande capziose a Gesù citando Mosè e la Legge, perché “si è fatto sempre così”: ma l’amore del Signore è più forte. “Il cristiano – scrive il Papa – è chiamato a vivere la novità del Vangelo” e “anche nei casi più complessi, dove si è tentati di far prevalere una giustizia che deriva solo dalle norme, si deve credere nella forza che scaturisce dalla grazia divina”:
“Cosa significa questo? Che cambia la legge? No! Che la legge è al servizio dell’uomo che è al servizio di Dio e per questo l’uomo deve avere il cuore aperto. Il ‘sempre è stato fatto così’ è cuore chiuso e Gesù ci ha detto: ‘Vi invierò lo Spirito Santo e Lui vi condurrà fino alla piena verità’. Se tu hai il cuore chiuso alla novità dello Spirito, mai arriverai alla piena verità!”. (Omelia a Santa Marta del 18 gennaio 2016)
Rigidità e superbia
Non è facile camminare nella Legge del Signore “senza cadere nella rigidità” afferma il Papa. “La Legge non è fatta per renderci schiavi, ma per farci liberi, per farci figli”. Il rischio dei rigidi è quello di cadere nella superbia, di ritenersi in fondo più giusti degli altri:
“Preghiamo per i nostri fratelli e le nostre sorelle che credono che camminare nella Legge del Signore è diventare rigidi. Che il Signore faccia sentire loro che Lui è Padre e che a Lui piace la misericordia, la tenerezza, la bontà, la mitezza, l’umiltà. E a tutti ci insegni a camminare nella Legge del Signore con questi atteggiamenti”. (Omelia a Santa Marta del 24 ottobre 2016)
Aperti alle sorprese dello Spirito
Sin dall’inizio, lo Spirito Santo spinge la Chiesa avanti, verso nuove strade, le novità di Dio. Cresce infatti l’intelligenza della fede, le verità di sempre vengono sempre più comprese nella loro pienezza. A partire dal primo Concilio della storia, quello di Gerusalemme, in cui gli apostoli decidono insieme di non imporre la Legge mosaica ai pagani convertiti:
“Questa è la strada della Chiesa fino ad oggi. E quando lo Spirito ci sorprende con qualcosa che sembra nuova o che ‘mai si è fatto così’, ‘si deve fare così’, pensate al Vaticano II, alle resistenze che ha avuto il Concilio Vaticano II, e dico questo perché è il più vicino a noi. Quante resistenze: ‘Ma no…’. Anche oggi resistenze che continuano in una forma o in un’altra, e lo Spirito che va avanti. E la strada della Chiesa è questa: riunirsi, unirsi insieme, ascoltarsi, discutere, pregare e decidere. E questa è la cosiddetta sinodalità della Chiesa, nella quale si esprime la comunione della Chiesa. E chi fa la comunione? E’ lo Spirito! Un’altra volta il protagonista. Cosa ci chiede il Signore? Docilità allo Spirito. Cosa ci chiede il Signore? Non avere paura, quando vediamo che è lo Spirito che ci chiama”. (Omelia a Santa Marta del 28 aprile 2016)
Il diavolo vuole distruggere la Chiesa con le divisioni
Papa Francesco invita a lavorare per l’unità della Chiesa, a non lacerare ancora il Corpo di Cristo. E’ il diavolo – dice – che cerca di distruggere la Chiesa attraverso divisioni teologiche e ideologiche. La sua “è una guerra sporca” e “noi ingenui stiamo al suo gioco”:
“Le divisioni nella Chiesa non lasciano che il Regno di Dio cresca; non lasciano che il Signore si faccia vedere bene, come è Lui. Le divisioni fanno sì che si veda questa parte, quest’altra contro di questa, contro di… Sempre contro! Non c’è l’olio dell’unità, il balsamo dell’unità (…) Io vi chiedo di fare tutto il possibile per non distruggere la Chiesa con le divisioni, siano ideologiche, siano di cupidigia e di ambizione, siano di gelosie”. (Omelia a Santa Marta del 12 settembre 2016)
La Chiesa – dice Papa Francesco – ha continuo bisogno di rinnovarsi perché è un corpo vivo. Ma i veri riformatori sono i santi.
fonte: radiovaticana
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