Oggi 22 marzo Santa Lea: la giovane vedova lodata da San Girolamo

Santa Lea fu una giovane nobile romana che, rimasta vedova, scelse la via della carità per la sua vita. Fu lodata da san Girolamo per la sua fede e il suo esempio.

Santa Lea
Santa Lea – lalucedimaria.it

Vissuta nel IV secolo, santa Lea, di cui oggi 22 marzo è la memoria liturgica, era una giovane nobile di Roma. Il suo nome, dal latino, ha il significato di leonessa. Come un leone, infatti, santa Lea ha dimostrato coraggio e determinazione nel vivere secondo la più profonda vocazione del suo cuore.

Sono poche le notizie che si hanno sulla sua vita e non si conoscono molti dettagli della sua storia. Si sa per certo che era sposata con un patrizio. Alla morte del marito avrebbe dovuto seguire le consuetudini della sua epoca e risposarsi per avere la protezione e il sostegno che serviva ad una donna, ma non lo fece. La sua scelta fu di tutt’altro tipo.

Santo di oggi 22 marzo: Santa Lea

Era abituata ad una vita nel lusso: viveva in un ricco palazzo e al suo servizio c’era uno stuolo di servi. I suoi abiti erano di gran pregio e indossava gioielli di valore. Ma a lei non interessavano tutti questi beni materiali. Rimasta vedova, nonostante fosse ancora molto giovane e bella, decise di rifiutare i pretendenti e rinunciare al tenore di vita che aveva condotto fino ad allora.

Senza un uomo accanto non avrebbe potuto garantirsi gli agi a cui era abituata. Quando Vezzio Agorio Pretestato, futuro console, le propose il matrimonio lei lo rifiutò. Nel suo cuore c’era una vocazione diversa: voleva consacrasi interamente al Signore.

La sua consacrazione era fortemente legata anche ad una missione caritativa che si esplicava nell’aiuto a tutti coloro che avevano bisogno. Così, Lea lascia tutto e insieme a santa Marcella, anche lei nobile e vedova, che aveva fatto una scelta simile, fonda una comunità in stile monastico.

Monaca lodata da san Girolamo

Le poche informazioni su santa Lea ci giungono da Stridone, un eremita che in varie lettere e altri scritti fece riferimento alla santa. Ma non solo: è soprattutto san Girolamo a menzionarla e a tessere le sue lodi. Lui la ricroda come ““Maestra di perfezione alle altre, più con l’esempio che con la parola, fu di un’umiltà così sincera e profonda che, dopo essere stata gran dama con molta servitù ai suoi ordini, si considerò poi come una serva”.

Il racconto di san Girolamo si sofferma su alcuni elementi della vita di questa giovane vedova diventata monaca. Scrisse infatti: “si era consacrata tutta al Signore diventando nel monastero madre superiora delle vergini, mutando le vesti delicate di un tempo nel ruvido sacco che logorò le sue membra, passando inoltre in preghiera intere notti, maestra di perfezione alle altre più con l’esempio che con le parole”.

Insieme a lei e a santa Marcella, infatti, si erano unite anche altre donne della nobiltà romana e, trovata una casa sull’Aventino si erano stabilite lì in quel primo nucleo di un monastero femminile che improntava la vita alla contemplazione e alla carità.

Preghiera e lettura della Parola erano le basi che animavano ogni altra attività: la fonte, il nutrimento da cui poteva scaturire l’amore per il prossimo. Di santa Lea non si conosce la data di nascita, ma quella della morte, fissata intorno al 384 e avvenuta presumibilmente ad Ostia. Il culto a santa Lea si mantenne vivo attraverso i secoli e le fu attribuito il patronato delle vedove.

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