Oggi 23 marzo è San Turibio de Mogrovejo: da giudice a vescovo e grande missionario

Vescovo peruviano, san Turibio de Mogrovejo era un giurista che poi dedicò la sua vita all’evangelizzazione annunciando Cristo agli indigeni e generando tantissime conversioni. 

San Turibio de Mogrovejo
San Turibio de Mogrovejo – lalucedimaria.it

Oggi, 23 marzo, si ricorda san Turibio de Mogrovejo, patrono dei vescovi missionari. Era, infatti, un vescovo, diventato tale dopo esser stato un giurista in una prima parte della sua vita. San Turibio era nato a Maiorca neò 1538 da una famiglia agiata che gli aveva garantito la possibilità di fare eccellenti studi.

Compì infatti studi di diritto nelle prestigiose università di Coimbra e di Salamanca diventando un giudice brillante. Il re Filippo II lo aveva fatto diventare Presidente del Tribunale di Granada, quando intorno all’età di 40 anni avvenne in lui una profonda trasformazione.

Papa Gregorio XIII o nominò vescovo di Lima e da lì iniziò per lui una nuova fase della sua esistenza, tutta improntata a Cristo e ad una missione evangelizzatrice. Era laico, ma in breve tempo ricevette gli ordini minori,  poi venne ordinato presbitero e, infine, consacrato vescovo.

Santo di oggi 23 marzo: San Turibio de Mogrovejo

Il suo ministero episcolale nel Nuovo Mondo durò 25 anni, fino alla sua morte. In quel lasso di tempo percorse migliaia di chilometri a piedi per raggiungere gli indigeni peruviani e portar loro la Parola di Dio. L’unico scopo che lo muoveva era l’amore per il Signore. Diceva infatti : “L’unico che è necessario rendere sempre felice è Nostro Signore“.

Quando nel 1581 prese possesso della sede vescovile a Lima quella terra versava in condizioni di grande decadimento morale. C’era l’ingerenza dei vicerè spagnoli nelle attività ecclesiastiche, la lotta tra il potere temporale e quello spirituale era forte e causava aspre dispute.

San Turibio si trovò ad affrontare tutto questo e a riportare ordine e integrità. A chi gli faceva presente che i costumi erano quelli lui rispondeva fermamente: “Cristo è Verità e non costume“.

Le opere di un vescovo coraggioso

Convocò il III Conbcilio Limense ed applicò una riforma del clero. Imparò i linguaggi del luogo e fece stampare il Catechismo della Chiesa Cattolica in lingua spagnola, quechua e aymara. Si impegnava per catechizzare secondo le varie fasce d’età in modo differente affinché l’evangelizzazione risultasse efficace.

Nel 1591 fondò a Lima il primo seminario americano, che ancora oggi porta il suo nome. In collaborazione con i missionari domenicani e francescani presenti sul territorio riuscì a generare moltissime conversioni e il numero delle parrocchie presenti raddoppiò in breve tempo.

Nella sua diocesi crescevano anche le opere che potevano essere d’aiuto per la popolazione e quindi, strade, scuole, ospedali, e certamente chiese e conventi. Incontrò ed impartì la Cresima a tre che poi diventarono celebri santi, ovvero san Martino de Porres, san Francesco Solano e santa Rosa da Lima.

Il fulcro del suo insegnamento

Al centro del suo insegnamento c’era la prospettiva della vita eterna. Diceva infatti: “Il nostro grande tesoro è il momento presente. Dobbiamo approfittarne per guadagnarci la vita eterna. Il Signore Dio terrà strettamente conto di come abbiamo usato il nostro tempo“.

La sua opera fu intensa e si esplicava nella predicazione appassionata e nell’aiuto concreto agli altri. Non esitava a dare ai poveri anche i suoi stessi abiti. Curava a sue spese gli ammalati, si prodigava con ogni mezzo avesse a disposizione.

Morì durante uno dei suoi viaggi nel 1606. Fu canonizzato nel 1726 e poi, san Giovanni Paolo II nel 1983 lo dichiarò patrono dell’episcopato latinoamericano.

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