Un’immagine miracolosa della Madonna di Porto si accende improvvisamente di una fortissima e irresistibile luce e allora accade qualcosa di assolutamente imprevedibile.
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È dal 1626 che nel paese calabrese di Gimigliano (Catanzaro) si venera un quadro della Madonna col Bambino. La devozione dei gimiglianesi discende da Napoli, protetta dalla peste del 1528 dalla Madonna di Costantinopoli. Un’analoga calamità naturale suggerì alla popolazione di Gimigliano di proclamare la Vergine di Costantinopoli protettrice del paese.
Per eseguire il lavoro di ritrarre la Madonna venne incaricato un pittore della vicina Gagliano, Marco Pizzuto, soprannominato Marcangione. L’artista aveva appena abbozzato il disegno e l’indomani, scrive un cronista, se «lo ritrovò completato, non da mano umana, ma angelica».
Da allora il quadro, custodito nella chiesa madre del paese, viene considerato miracoloso e fatto oggetto di culto. L’immagine è considerata “achèropita” ovvero “non fatta da mano d’uomo”. Raffigura la Vergine con il Bambinello tenuto sul braccio destro impegnato ad allattarsi dal seno della madre.
Due angeli sorreggono con una mano una cortina e con l’altra sostengono una corona posizionato sulla testa della Madonna. Sul manto azzurro si trova dipinta una stella a otto raggi. La Madonna di Porto, riconosciuta come “patrona” di tutto il territorio di Catanzaro è legata da molte vicende storiche al capoluogo regionale della Calabria.
Madonna di Porto: una luce nella notte illumina la notte della miscredenza
Tra tutte spiccano le vicende associate alla dominazione dei francesi di Napoleone nel 1807. I napoleonici saccheggiarono Gimigliano e trafugarono la Madonna. Furono le stesse truppe però a restituirla successivamente. Cosa era successo? Lo scrittore Rino Cammilleri racconta che i soldati ai comandi del colonnello Gouguet incendiarono la cittadina calabrese.

Come erano soliti fare, depredarono poi tutto quello che c’era da depredare. Al colonnello piacque molto il quadro trovato nella chiesa e decise di portarlo con sé, nel suo alloggio. Durante la notte però una fortissima luce proveniente dal quadro lo svegliò improvvisamente.
Pieno d’emozione per quanto accaduto, restituì immediatamente l’immagine alla chiesa da cui l’aveva requisita con la forza. Si dice anche che si sia convertito dal suo scetticismo giacobino. Col tempo venne costruito un santuario in adiacenza all’originaria chiesetta.
Dall’apparizione in sogno alla costruzione del santuario dedicato alla Madonna di Porto
Le origini della chiesetta risalgono all’apparizione in sogno dalla Madre di Dio a un giovane errabondo di nome Pietro Gatto. Siamo nel 1751. La Vergine gli indica il luogo dove erigere una cappella in modo da attirare i pellegrini nel cammino verso il pentimento per i peccati e la conversione di vita.

Pietro fa quanto richiesto dalla Vergine e vi fa dipingere l’immagine della Madonna di Costantinopoli. Successivamente si stabilisce nelle vicinanze dell’immagine (“cona”) e decide di passare il resto della sua vita facendosi chiamare Fra Costantino. Nel 1760 verrà edificata una chiesetta per custodire l’immagine. La costruzione del santuario ebbe inizio nel 1947 e venne completata nel 1975.
Nel 1948 e nel 1949 si svolse la “Peregrinatio Marie”, col quadro porta a Catanzaro e in pellegrinaggio lungo il territorio della provincia. L’immagine passò per 47 paesi che si consacrarono all’immagine della Madonna. Giovanni Paolo II nella sua visita pastorale in Calabria (1984) omaggiò la venerata immagine incoronandola a Catanzaro col titolo di Madonna di Porto.
Preghiera alla Madonna di Porto in Gimigliano
Dolce Vergine Maria,
tu che tocchi i cuori più duri, degnati, ti preghiamo,
di donarci la vera conversione
e la gioia del cuore.
Tu che tanto ami i tuoi figli,
accogli l’offerta di noi stessi che ci consacriamo tutti a te:
non permettere che niente abbia a separarci da Gesù, nostra salvezza
e da te,
nostra Madre.
Amen.