A conclusione dell’anno liturgico, oggi 24 novembre, la solennità di Cristo Re dell’universo per esaltare la regalità di Gesù, Signore di tutto ciò che esiste.
Con la solennità di Cristo Re dell’universo, che si celebra oggi 24 novembre, si conclude l’anno liturgico. Al tempo stesso si esalta la regalità di Nostro Signore Gesù Cristo e la sua grandezza ieri, oggi e sempre.
Il Martirologio Romano ricorda che va “a Lui solo il potere, la gloria e la maestà negli infiniti secoli dei secoli”. Gesù il Signore del tempo e della storia e questa festa vuole proprio sottolinearlo e ricordarlo. L’origine della solennità risale a tempi non particolarmente remoti.
È già sul finire dell’Ottocento, precisamente nel 1899, dopo l’ufficiale consacrazione al Sacro Cuore di Gesù di papa Leone XIII con l’enciclica Annum Sacrum che si iniziò a sentire il bisogno di una festa liturgica per celebrare la regalità di Cristo. Nell’epoca e nei decenni successivi avanzava sempre più la necessità di rispondere al laicismo che si faceva sempre più strada.
Così nel 1925 fa solennità fu istituita da papa Pio XI. Si voleva esplicitare una contrapposizione alle forze del male ricordando che il Regno di Cristo non è di questo mondo, ma si basa sulla Verità e l’Amore.
Oggi 24 novembre: Solennità di Cristo Re dell’universo
Il significato di questa festa è perciò racchiuso nell’evidenziare che il cristiano è chiamato a vivere in modo da partecipare di questo Regno di Dio che troverà il compimento alla fine dei tempi. Come insegna la Chiesa, ci sarà una fine del mondo, di cui non si può conoscere né il giorno né l’ora, in cui Gesù Cristo tornerà per giudicare l’umanità.
Nei vari eventi storici della prima metà del Novecento, durante il nazismo e le persecuzioni in Messico, si è voluta esaltare la regalità di Cristo come segno di resistenza spirituale. La condanna e la resistenza della Chiesa è stata anche nei confronti del comunismo ateo e del laicismo della Spagna repubblicana. In tutti questi eventi si è voluto dimostrare quanto il Regno di Cristo si scontrasse con le ideologie contrarie alla fede.
Il concetto che è stato ribadito è che Gesù è “Signore del tempo e della storia, inizio e fine di tutte le cose e al quale tutti gli uomini e le altre creature sono soggetti”.
Il passo evangelico a cui fa riferimento la regalità di Cristo è quello che vede il dialogo tra Gesù e Ponzio Pilato raccontato in Gv 18, 37-38. Quando Pilato chiede al Signore “Allora tu sei re?”, Gesù risponde: “Tu lo dici, io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce”.
Gesù afferma, come aveva fatto altre volte, di essere la Verità: dalla sua voce non può uscire altro che essa. Sostiene di esser nato per questo, per testimoniare la verità con la sua stessa persona. Il suo Regno però non è di questo mondo, ma sussiste esclusivamente nella potenza di Dio.
Poco prima, sempre nel dialogo con Pilato il Signore aveva affermato: “Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù“ (Gv 18 – 36 – 37).
La conclusione dell’anno liturgico
Tradizionalmente la Solennità di Cristo Re viene preparata da un triduo di preghiera che si fa nei tre giorni precedenti. In esso ci sono le invocazioni con cui si chiede che la regalità di Gesù si affermi su ogni avversione e difficoltà.
Inizialmente la festa era stata stabilita nell’ultima domenica di ottobre prima della Solennità di Tuttii Santi. Poi però è stata spostata con l’ultima o penultima domenica di novembre. Con questa solennità si conclude l’anno liturgico che sarà seguito dal Tempo di Avvento in preparazione alla solennità del Natale del Signore.
È molto esplicativo il prefatio della Messa che descrive il Regno di Cristo testualmente come “eterno e universale, regno di verità e di vita, regno di santità e di grazia, regno di giustizia, di amore e di pace”. Anche nel rito ambrosiano la solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’Universo corrisponde all’ultima domenica dell’anno liturgico. Ma dal momento che l’Avvento ambrosiano è più lungo di due settimane dell’Avvento romano, la festa di Cristo Re cade nella domenica che precede o coincide con l’11 novembre, festa di san Martino.