Mattarella da solo sull’altare della Patria per il 25 aprile: “Viva l’Italia che resiste”

In occasione dell’anniversario della Liberazione dell’Italia, il Presidente della Repubblica Mattarella si è presentato da solo sull’Altare della Patria.

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Oggi ricorre il giorno in cui il nostro Paese è stato liberato dall’occupazione nazifascista, un’occasione per ricordare come gli italiani sappiano resistere alle avversità.

Mattarella da solo sull’Altare della Patria

Un gesto, quello compiuto questa mattina dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha un valore simbolico enorme. Da un lato c’è il tradizionale omaggio al milite ignoto, a quegli uomini e quelle donne che sono cadute per difendere il valore della libertà e quello della Patria dall’occupazione nazifascista e dalla guerra che tanti lutti aveva causato agli italiani. Dall’altro c’è la speranza che quello spirito che ha contraddistinto la resistenza possa riemergere in questo periodo delicato.

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Lo ha fatto in solitaria, salendo sino in cima alle scale per depositare una corona d’alloro. In completo elegante e con indosso una mascherina Mattarella è giunto sino all’altare dove c’erano due Corazzieri a fare il piantone (anch’essi rigorosamente con indosso la mascherina). Dopo un trombettiere dei Carabinieri ha intonato il silenzio in solitudine, completando l’omaggio.

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Il messaggio di speranza del Presidente della Repubblica

Il primo a commentare la celebrazione in solitaria della liberazione dell’Italia è stato il premier Giuseppe Conte che sui propri canali social ha citato alcuni versi di De Gregori: ”
Viva l’Italia. L’Italia liberata L’Italia con gli occhi asciutti nella notte scura. Viva l’Italia, l’Italia che non ha paura. L’Italia con gli occhi aperti nella notte triste. Viva l’Italia. L’Italia che resiste”. Ricco di significato e di speranza è stato il messaggio che propri Mattarella ha consegnato agli italiani in questo giorno solenne.

Il messaggio comincia con un ricordo di quello che spinse gli uomini a volere la fine di un conflitto sanguinoso e insensato: “Nella primavera del 1945 l’Europa vide la sconfitta del nazifascismo e dei suoi seguaci. L’idea di potenza, di superiorità di razza, di sopraffazione di un popolo contro l’altro, all’origine della seconda guerra mondiale, lasciò il posto a quella di cooperazione nella libertà e nella pace e, in coerenza con quella scelta, pochi anni dopo è nata la Comunità Europea”.

Oggi, in un Italia che festeggia questi valori da casa a causa della pandemia, il presidente ritiene che si debba partire proprio da quei valori fondanti dei Paesi democratici per superare questa emergenza: “Cari concittadini, la nostra peculiarità nel saper superare le avversità deve accompagnarci anche oggi, nella dura prova di una malattia che ha spezzato tante vite. Per dedicarci al recupero di una piena sicurezza per la salute e a una azione di rilancio e di rinnovata capacità di progettazione economica e sociale. A questa impresa siamo chiamati tutti, istituzioni e cittadini, forze politiche, forze sociali ed economiche, professionisti, intellettuali, operatori di ogni settore. Insieme possiamo farcela e lo stiamo dimostrando”.

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Luca Scapatello

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