Oggi 28 marzo è Santo Stefano Harding: la svolta della sua vita dopo alcune cadute

Santo Stefano Harding, fondatore di monasteri, ebbe una vita spirituale con delle cadute e dopo un pellegrinaggio a Roma per chiedere perdono, ci fu la svolta. 

Santo Stefano Harding
Santo Stefano Harding – lalucedimaria.it

Oggi, 28 marzo, si commemora santo Stefano Harding, che fu il cofondatore del celebre monastero di Citeaux da cui prese il nome l’Ordine Cistercense. Nacque intorno al 1060, in una nobile famiglia a Meriot nei dintorni di Sherborne, nella contea del Dorset dell’Inghilterra Meridionale.

Da giovane entrò nell’abbazia benedettina di Sherborne. Dopo aver fatto la professione religiosa la sua vita spirituale fu però piuttosto turbolenta. Era il periodo in cui ci fu la conquista normanna e a seguito degli sconvolgimenti sociali che produsse santo Stefano Harding decise di abbandonare la vita religiosa. Partì in direzione della Scozia e poi si trasferì a Parigi dove si dedicò agli studi.

La sua vita spirituale era, dunque, in crisi, ma ci fu un evento che determinò un cambiamento radicale e lo avviò verso una conversione profonda e una stabilità interiore che prima non aveva conosciuto.

Santo di oggi 28 marzo: Santo Stefano Harding

Avendo compreso il suo errore si pentì e fece un pellegrinaggio a Roma per chiedere perdono al Signore per la rinuncia che aveva fatto. Andò con lui anche un giovane chierico e insieme mentre percorrevano la strada recitavano l’intero Salterio.

Dopo aver fatto il pellegrinaggio avevano intrapreso la strada del ritorno. Ad un certo punto si fermarono nell’abbazia cluniacense di Molesme in Borgogna, che era stata da poco fondata dal monaco francese Roberto che ne era l’abate.

Il soggiorno in quel luogo trasformò completamente Stefano. Osservare la comunità che viveva in povertà con uno stile austero e rigoroso e le idee riformatrici di Roberto ebbero un grande impatto su di lui tanto che decise di abbracciare quella vita. Volle rimanere lì come monaco.

La nascita dell’Ordine cistercense

Rimasto lì, insieme a colui che sarebbe diventato san Roberto da Molesme, fondò un’abbazia. Era  Il 21 marzo 1098, quando, dopo aver ottenuto le necessarie autorizzazioni,diedero vita all’Abbazia di Citeaux. Il luogo era un posto  acquitrinoso che veniva chiamato Cistercium.nacque così l’Ordine cistercense.

I primi tempi non furono per niente facili. Si susseguirono molti problemi e san Roberto fu cacciato dall’abazia. I monaci rimasti a Molesme, infatti, si erano appellati al papa Urbano II e vollero il ritorno del loro fondatore nell’abbazia.

Così per obbedienza Roberto dovette tornare a Molesme. A Citeaux divenne abate sant’Alberico e dopo di lui subentrò santo Stefano Harding, nel 1108, che in quegli anni aveva cooperato attivamente.

Rimase a capo dell’abbazia fin quasi alla sua morte per 25 anni circa, dimettendosi solo un anno prima della sua morte, quando ormai era anziano e malato. Si occupò di varie attività: riformò vari libri liturgici, diede all’abbazia l’impulso della spiritualità benedettina. Operò anche una revisione della Vulgata. 

L’incontro con san Bernardo di Chiaravalle

Nel 1112 nell’abbazia fece ingresso un giovane monaco che sarebbe diventato un grande santo: era Bernardo di Chiaravalle. Fiorirono le vocazioni e si formarono quattro nuove abbazie: erano le prime quattro abbazie che discendevano direttamente dalla casa madre di Citeaux. Si trattava di quella diLa Ferté, di Pontigny, di Morimond e di Clairvaux.

Santo Stefano scrisse la Charta Caritatis, con la quale venivano regolati i rapporti tra la casa madre e tutte le altre abbazie da essa derivate. Si stabilì che l’abate di Citeaux dovesse effettuare una visita annuale ai vari monasteri e che fosse convocato un Capitolo Generale.

Il Martirologio Romano ricorda infatti che il santo “fondò dodici monasteri, che vincolò tra loro con la Carta della Carità, affinché non esistesse tra i monaci discordia alcuna e tutti vivessero sotto il medesimo dettame della carità, sotto la stessa regola e secondo consuetudini simili”. Morì nel 1134 e fu canonizzato solo diversi secoli dopo, nel 1623.

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