Frate francescano e asceta, san Giacomo della Marca, che si ricorda oggi 28 novembre, ha combattutto aspramente le pratiche superstiziose diffuse nella sua epoca.
Ieri come oggi le pratiche di superstizione sono diffuse e san Giacomo della Marca, la cui memoria liturgica è oggi 28 novembre, è un esempio di quanto sia necessario combatterle. Vissuto a cavallo tra XIV e XV secolo, era amico di san Bernardino da Siena e di san Giovanni da Capestrano e insieme a loro rappresenta una delle massime figure dell’epoca che contribuirono all’osservanza francescana.
Era nato, con il nome di Domenico, nel 1394 a Monteprandone in provincia di Ascoli Piceno nelle Marche, e della sua terra, la “Marca” come veniva chiamata, rimane il riferimento nel suo nome. Era il 18° figlio della sua famiglia, con cui viveva dentro le mura di un castello, tra coloro che si occupavano del benessere dei nobili.
Da giovane fece il pastore e lavorò nei campi, poi ebbe modo di andare a studiare ad Ascoli e poi a Perugia dove compì gli studi di diritto. Diventò il precettore dei figli di un ricco signore della città umbra.
In seguito si trasferì a Firenze dove esercitò come magistrato. Ma ad un certo punto della sua vita ci fu una svolta: avvertì la vocazione religiosa e lasciò tutto per farsi frate. Sul monte La Verna ebbe un incontro con san Bernardino da Siena che divenne il suo maestro.
Quando nel 1416 entrò nel convento dei francescani assunse il nome di Giacomo. Entrò tra i frati osservanti che si riproponevano di tornarea ad una stretta osservanza della Regola francescana. Al seguito di san Bernardino approfondì lo studio della Sacra Scrittura e sviluppò uno stile spirituale che si orientava molto verso il rigore ascetico.
Erano tante le penitenze che faceva e i digiuni che praticava. A questo affiancò un’intensa attività di predicazione affinando l’arte oratoria e risultando efficace e convincente. Non si rivolgeva però ad una cerchia ristretta, ma a tutti, diventando perciò un predicatore molto popolare che coinvolgeva con il suo eloquio capace di essere compreso da chiunque.
Sono tante le attività che san Giacomo della Marca svolgeva. Tutti lo consideravano un inquisitore rigoroso e un fine teologo anche se nella predicazione preferiva parlare in lingua volgare e non usare il latino, proprio per arrivare ad un pubblico più ampio e variegato.
Le pratiche di superstizione erano ampiamente diffuse e san Giacomo si impegnò fortemente a contrastarle denunciandole e contrapponendo ad esse la vera fede in Gesù Cristo. Oltre a questo cercava di combattere anche determinate piaghe sociali come l’usura, ma anche il lusso sfrenato di alcuni e l’abitudine alla bestemmia di altri. Per questo promosse la devozione al Nome Santissimo di Gesù.
Per aiutare coloro che per povertà si rivolgevano agli usurai e ne diventavano vittime favorì la propagazione dei Monte di Pietà, un modo più onesto di andare incontro alle difficoltà economiche. La sua difesa dell’ortodossia cattolica si esplicò anche nel contrasto alle eresie di quei tempi e per far questo si adoperò a svolgere anche missioni di evangelizzazione in terre lontane arrivando fino all’Est Europa.
Nonostante in molti riconoscessero le sue grandi qualità era ostacolato e avversato per il suo rigore. Quando nel 1436 il pontefice lo nominò inquisitore dei territori di Austria e Ungheria subì diversi tentativi di attentato da parte di esponenti del clero.
Nonostante avessero cercato più volte di ucciderlo non ci riuscirono. Trascorse gli ultimi anni della sua vita dedicandosi a lasciare come eredità spirituale una grande biblioteca, composta da oltre 200 codici, comprendenti testi biblici, esegetici, patristici, uniti a volumi giuridici e degli autori classici, nel convento di Santa Maria delle Grazie di Monteprandone.
Morì mentre si trovava a Napoli, il 28 novembre 1476. Prima di morire, dopo aver ricevuto più volte l’estrema unzione, diceva “Gesù, Maria… benedetta la Passione di Gesù“.
Fu seppellito all’interno della chiesa di Santa Maria la Nova della stessa città. Poi, solo di recente, nel nostro secolo, precisamentre nel 2001 le sue spoglie sono state trasferite nel suo paese natale, Monteprandone. Ad oggi si trova sepolto nel Santuario di Santa Maria delle Grazie, aveva fondato da lui stesso nel 1449.
La beatificazione ebbe luogo nel 1624 e poi fu canonizzato nel 1726. Tra i titoli che gli sono stati riconosciuti, è compatrono di Napoli e di Mantova.
Meditiamo il Vangelo del 28 Novembre 2024, iniziando la giornata con una profonda riflessione sulla…
Giovedì giorno della devozione al Santissimo Sacramento. Ecco la preghiera del mattino da recitare oggi…
“Aiutami o Vergine Maria”. È la preghiera della sera da recitare questo mercoledì per meditare…
Quello di Madre Teresa di Calcutta è un insegnamento sempre più recente e moderno, nonostante…
Con un tumore scoperto in gravidanza Deborah Vanini rinuncia alle cure per preservare la vita…
Gli insegnamenti che Gesù ci ha offerto nel corso della sua vita sono innumerevoli. Ad…