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Santi

Oggi 30 aprile è San Giuseppe Benedetto Cottolengo: aiutò gli ultimi con la forza della Provvidenza

Fondatore della Casa della Divina Provvidenza, san Giuseppe Benedetto Cottolengo è stato un sacerdote che ha dedicato la sua vita alle opere di carità verso i più bisognosi. 

San Giuseppe Benedetto Cottolengo – lalucedimaria.it

Carità e fiducia nella Provvidenza sono i tratti distintivi di san Giuseppe Benedetto Cottolengo, che viene ricordato oggi 30 aprile. È considerato tra i cosiddetti “santi sociali” piemontesi, coloro che si sono adoperato attivamente per l’aiuto e il sostegno a poveri ed emarginati.

Nato in provincia di Cuneo, nella cittadina di Bra il 3 maggio 1786, era il primo dei 12 figli della sua famiglia. È dalla giovinezza che manifesta una naturale attitudine a prendersi cura degli altri. Matura in lui la vocazione al sacerdozio e diventa prete in giovane età.

Svolge il ruolo di viceparroco a Corneliano d’Alba e nel frattempo completa gli studi in teologia. Le sue occupazioni principali sono la predicazione, il ministero della Confessione a cui dedica molte ore. Inoltre si occupa di tenere conferenze accademiche.

Santo di oggi 30 aprile: San Giuseppe Benedetto Cottolengo

La congregazione della Santissima Trinità con sede nella chiesa del Corpus Domini a Torino lo nomina canonico. Aumentani i suoi impegni e gli ambiti in cui è impegnato ma la svolta nella sua vocazione deve ancora arrivare.

Accadrà un episodio che cambierà la sua vita interiore e di conseguenza anche il suo modo di svolgere il suo ministero. Il 2 settembre 1827 si trovava su una diligenza, quando incontrò casualmente una famiglia francese : c’erano 5 bambini e la madre era al sesto mese di gravidanza, gravemente malata.

Aveva la febbre e perdeva sangue, ma nessun ospedale era disposto ad accoglierla. Temevano che avesse una malattia contagiosa e la respingevano per questo. Giovanna Maria Gonnet, questo il nome della donna, riuscì ad essere ospitata presso un dormitorio pubblico. Le sue condizioni si aggravano e viene chiamato un sacerdote per darle l’estrema unzione.

È Cottolengo ad andare e ad assistere la donna che dopo poco muore. Questo evento lo sconvolge nel profondo e lo porta ad interrogarsi e a chiedere al Signore cosa davvero vuole da lui e come deve orientare la sua vocazione. 

La Casa della Divina Provvidenza

Cottolengo comprende che la sua missione deve essere quella di dedicarsi interamente all’aiuto agli ultimi, gli emarginati, gli scartati. Così, utilizza le sue risorse finanziarie per loro. Confidando fortemente nella Divina Provvidenza mette in atto una grande opera.

Sa che quello che di buono fa non viene da lui, ma dal Signore e si pone come strumento nelle sue mani. Diceva infatti: “Io sono un buono a nulla e non so neppure cosa mi faccio. La Divina Provvidenza però sa certamente ciò che vuole. A me tocca solo assecondarla. Avanti in Domino”.

Dopo una terribile epidemia che lo costringe a chiudere il primo ospedale da lui fondato, dà vita ad una diversa struttura. Non più volta solo ad accogliere emergenze di carattere sanitario, ma per l’assistenza a vari tipi di bisogni, fonda la Piccola Casa della Divina Provvidenza. Si trovava in in zona Valdocco, nel Borgo Dora.

L’accoglienza ai disabili

Ciò che caratterizza questa opera è che non si rivolge esclusivamente ai malati, ma offre aiuto e assistenza in modo specifico anche ai disabili, una categoria completamente ignorata se non disprezzata all’epoca.

Coloro che erano affetti da disabilità fisica o psichica potevano trovare un luogo in cui essere accuditi e trattati con dignità e amore. Tutto questo poteva avvenire per la sua grande fiducia nella Provvidenza di Dio che non lascia solo nessuno.

“A chi straordinariamente confida, Dio straordinariamente provvede”, diceva il santo. La sua opoera coinvolge persone di fede e di buona volontà: specialisti medici ed infermieri scelgono di affiancarlo e collaborare per questa grande opera che farà tanto bene anche nei decenni e secoli a venire. Le case della Divina Provvidenza si estendono oltre i confini piemontesi arrivando a raggiungere Paesi molto lontani. Ad oggi sono presenti in varie parti d’Europa, ma anche in Asia, in Africa, e nell’America del Nord e del Sud.

Per 14 anni san Cottolengo svolge questa missione fino a quando muore, all’età di 56 anni, a Chieri il 30 aprile 1842. La beatificazione arriva nel 1917 e poi la canonizzazione nel 1934. 

Romana Cordova

Scritto da
Romana Cordova

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