31 marzo, Madre del Figlio di Dio: l’immagine miracolosa tocca i cuori più chiusi

L’immagine miracolosa della Madre del Figlio di Dio, venerata anche in Italia, fa luce e addolcisce anche i cuori più duri.

Madre del Figlio di Dio
Madre del Figlio di Dio – lalucedimaria.it

È nota la profezia del vecchio Simeone, «uomo giusto e timorato di Dio, che aspettava il conforto di Israele» che, come riporta il secondo capitolo del Vangelo di Luca, annuncia che quel bimbo portato a Gerusalemme dai genitori il Cristo destinato a essere «segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori», prima di aggiungere, rivolto a Maria: «E anche a te una spada trafiggerà l’anima».

Proprio la tagliente profezia di Simeone intende commemorare l’icona della Madre di Dio nota come Theotokos “Semistrelnaya” ovvero «L’addolcimento dei cuori malvagi» o «La profezia di Simeone». La Vergine vi è raffigurata senza il Bambino, con sette spade (tre da sinistra, tre da destra e una dal basso) a trafiggerle il petto.

Una delle copie della celebre e miracolosa icona della Madre di Dio «Addolcimento dei cuori malvagi» è quella myrovlita manifestatasi in Russia verso la fine del XX secolo, con l’effusione di un olio crisma profumato di nome myron associato a un profumo, emanati da un’icona stampata su carta acquistata presso una normalissima bancarella della chiesa.

La commovente storia della «Madonna del Don»

Molti miracoli sono attribuiti a questa icona conosciuta anche nel nostro Paese con il nome di «Madonna del Don». È il novembre 1942:  un reggimento di alpini schierato sul  Don chiama il cappellano del battaglione, il frate cappuccino Policarpo da Valdagno, al secolo Narciso Crosara. Il cappuccino alza gli occhi dal breviario per capire il motivo della richiesta.

«La Madonna», gli dicono i suoi alpini. «Abbiamo trovato la Madonna». Il frate recupera insieme ai soldati l’icona che rappresenta la Madonna Addolorata con il cuore trafitto da sette spade. Sopra il volto della Vergine si trovano le parole greche «Madre del Figlio di Dio». Commosso dallo sguardo dell’icona, unica luce in quel mondo di gelo, desolazione e morte, frate Policarpo si inginocchia e piange davanti all’immagine dell’Addolorata.

Madonna Del Don
L’immagine della Madonna Del Don (Foto Facebook @Madonna Del Don) – lalucedimaria.it

Il cappellano affida a un alpino in licenza l’immagine della Madre di Dio, ribattezzata «Madonna del Don». Una volta giunta in Italia l’icona viene consegnata alla madre di frate Policarpo (che riuscirà a rimpatriare solo nel 1945 dopo aver atteso la fine della guerra in un Lager tedesco).

Dal 1967 l’icona della Madonna del Don è custodita nella chiesa dei Cappuccini a Mestre. È qui che a settembre di ogni anno gli alpini la festeggiano donando a turno l’olio per le lampade votive perpetuamente accese ai lati dell’altare. 

Preghiera alla Madonna Theotokos Semistrelnaya

Ammorbidisci i nostri cuori malvagi. Madre di Dio, e gli odi dell’avversario svaniscono, e risolvi tutta la vicinanza delle nostre anime. La tua santa immagine, con la tua sofferenza e dalla tua misericordia siamo toccati e le nostre ferite vengono baciate, le nostre frecce, che ci tormentano, sono terrorizzate.

Atto di affidamento degli alpini alla Madonna del Don

Maria, Madre del Signore Gesù, Signora della neve e delle montagne. In quest’ora di letizia e di grazia, in cui a nome delle due sezioni di Bassano del Grappa e di Lecco, abbiamo offerto l’olio della lampada che arderà per tutto l’anno a nome di tutti gli alpini caduti sui diversi campi per l’adempimento del dovere e di quelli che servono ora la patria nelle molteplici opere di pace, noi ci rivolgiamo a Te, sublime pellegrina verso l’infinito, stella del mare, Regina della pace.
A te, Madre del Don, tutto il popolo degli alpini di ieri e di oggi si consacra. Sopra di esso non scenda mai la notte dell’indifferenza, della dimenticanza e dell’incredulità. Aiutalo a essere una vera chiesa casa di fede, di solidarietà e di amicizia. Regina della pace, rendici operatori e costruttori di pace. Ci affidiamo a Te, vigila su tutti noi e in particolare sui nostri alpini impegnati al di là dei nostri confini. Essi si muovono senza odio o rancore alcuno, nell’unica prospettiva della pace.

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