La devozione del Santuario della Madonna della Quercia inizia dopo il ritrovamento sopra un albero, dell’immagine di Maria dipinta su di una tegola.
Fu il mastro Battista Luzzante a voler far dipingere l’immagine della Vergine Maria su di una tegola piana e affidò l’opera a un pittore di nome Monetto. Ma accade qualcosa di straordinario.
Succede infatti che l’artista si addormenta mentre sta realizzando l’opera. In sogno vede degli angeli che lavorano all’effige, e incredibile, al suo risveglio, l’immagine è realmente completata.
La tegola viene appesa a una quercia e resta lì per molti anni. Nel 1467, dopo diversi eventi miracolosi, inizia il culto alla Madonna della Quercia. Un cavaliere, che è inseguito da alcuni nemici, si getta ai piedi dell’immagine e diventa a un tratto invisibile. Questo gli permette di salvare la sua vita.
In quegli stessi anni una pestilenza sta sconvolgendo il territorio, e allora migliaia di devoti si recano in preghiera sotto la quercia. Sono circa trentamila. Invocano la protezione della Vergine e dopo solo pochi giorni, una settimana circa, la peste cessa.
Dopo questi avvenimenti miracolosi si decide perciò di costruire la chiesa. Siamo intorno al periodo che va dall’anno 1467 al 1469. Ben presto il nuovo santuario viene edificato. I padri domenicani considerano la Madonna della Quercia loro protettrice.
Ben presto il culto verso la Madonna della Quercia si espande in tutta Italia, e anche nel resto d’Europa. Tanto che Papa Pio IX decide di dare vita alla proclamazione della Basilica la chiesa della Quercia. Lo Stato Italiano lo dichiara nel 1873 monumento nazionale.
L’architetto Vici tuttavia, alla fine del XIX secolo, decide di modificare la struttura originaria del santuario. Opta per la costruzione di un coro a catino e decide anche di abbattere le pareti originali della chiesa. Arrivati però al 1970, si decide di eseguire dei lavori di restauro al fine di riportare alla luce la struttura originale.
L’interno meraviglioso del Santuario permette di ammirare innanzitutto un soffitto a cassettoni ricoperto in oro. Il progetto è opera di Antonio da Sangallo. Mentre la tegola miracolosa, racchiusa in un tempietto marmoreo anch’esso visibile all’interno della Chiesa, è opera di Andrea Bregno.
Tutto il resto del Santuario presenta però tratti suggestivi e affascinanti, a partire dal bellissimo chiostro e dall’ex convento realizzato a partire dal progetto di Giuliano da Sangallo. Per accedervi ci sono tre portali d’ingresso, sovrastati da lunette in terracotta, nati dall’estro di Andrea Della Robbia. Tra questi, nella lunetta centrale vi è raffigurata la Madonna della Quercia. Nei due laterali c’è invece San Pietro e San Tommaso D’Aquino.
Ai lati del tempietto sono presenti i meravigliosi affreschi del Ghirlandaio, insieme anche ad altri affreschi della scuola di Sebastiano del Piombo. All’ingresso della sagrestia, infine, è posto il pennone di una nave turca. Questo è un cimelio della battaglia di Lepanto, donata donato al santuario da Pio V per ringraziare la Madonna della vittoria sui turchi.
Vergine Santa, Madonna della Quercia,
Patrona della Diocesi di Viterbo,
raccolti in questo santuario a Te consacrato,
Ti rivolgiamo una supplice e confidente preghiera:
vigila sul Successore di Pietro e sulla Chiesa affidata alle sue cure;
vigila su questa comunità diocesana e sui suoi pastori,
sull’Italia, sull’Europa e sugli altri continenti.
Regina della pace, ottieni il dono della concordia e della pace
per i popoli e per l’intera umanità.
Vergine obbediente, Madre di Cristo,
che, con il tuo docile “si” all’annuncio dell’Angelo,
sei diventata Madre dell’Onnipotente,
aiuta tutti i tuoi figli ad assecondare
i disegni che il Padre celeste ha su ciascuno,
per cooperare all’universale progetto di redenzione,
che Cristo ha compiuto morendo sulla croce.
Vergine di Nazareth, Regina della famiglia,
rendi le nostre famiglie cristiane fucine di vita evangelica,
arricchite dal dono di molte vocazioni
al sacerdozio e alla vita consacrata.
Mantieni salda l’unità delle nostre famiglie,
oggi tanto minacciata da ogni parte,
e rendile focolari di serenità e di concordia,
dove il dialogo paziente dissipi le difficoltà e i contrasti.
Veglia soprattutto su quelle divise e in crisi,
Madre di perdono e di riconciliazione.
Vergine Immacolata, Madre della Chiesa,
alimenta l’entusiasmo di tutte le componenti
della nostra Diocesi: delle parrocchie e dei gruppi ecclesiali,
delle associazioni e delle nuove forme di impegno apostolico
che il Signore va suscitando con il suo Santo Spirito;
rendi ferma e decisa la volontà di quanti
il Padrone della messe continua a chiamare
come operai nella sua vigna, perché,
resistendo a ogni lusinga ed insidia mondana,
perseverino generosamente nel seguire il cammino intrapreso,
e, con il tuo materno soccorso, diventino testimoni di Cristo
attratti dal fulgore del suo Amore, sorgente di gioia.
Vergine Clemente, Madre dell’umanità,
volgi il tuo sguardo sugli uomini e le donne del nostro tempo,
sui popoli e i loro governanti, sulle nazioni e i continenti;
consola chi piange, chi soffre, chi pena per l’umana ingiustizia,
sostieni chi vacilla sotto il peso della fatica
e guarda al futuro senza speranza;
incoraggia chi lavora per costruire un mondo migliore
dove trionfi la giustizia e regni la fraternità,
dove cessino l’egoismo e l’odio, e la violenza.
Ogni forma e manifestazione di violenza
sia vinta dalla forza pacificatrice di Cristo!
Vergine dell’ascolto, Stella della speranza,
Madre della Misericordia,
sorgente attraverso la quale è venuto nel mondo Gesù,
nostra vita e nostra gioia,
noi Ti ringraziamo e Ti rinnoviamo l’offerta della vita,
certi che non ci abbandoni mai,
specialmente nei momenti bui e difficili dell’esistenza.
Accompagnaci sempre: ora e nell’ora della nostra morte.
Amen!
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