Accade un fatto incredibile che dà vita alla devozione a Maria. La Madonna della Vittoria difende la città dall’invasione e dalla violenza, grazie a un bravo sacerdote che non smette mai di pregare per il suo popolo.
In quell’anno, il duca Carlo Emanuele I di Savoia sta cercando di invadere la Repubblica di Genova, e le sue forze avanzano insistentemente.
La vicenda storica in cui è inserito questo miracolo è molto complessa e riporta a quando le principali potenze europee dell’epoca vivevano di aspri conflitti. La lotta tra Francia e Spagna si innesta nella supremazia, da parte delle potenze in campo, nel nord Italia.
Il duca di Savoia Carlo Emanuele I desidera ampliare i confini del proprio stato e di conquistare uno sbocco sul mare, tanto che nel 1622 si accorda con i francesi per invadere e spartirsi il territorio della Repubblica di Genova, a quel tempo alleata con la Spagna.
Nel 1625 scende in Liguria con un esercito franco-sabaudo e occupa parte della Riviera di ponente. A quel punto ritiene di poter invadere Genova, a quei tempi sprovvista di fortificazioni a monte.
Quando il 10 maggio 1625 l’esercito franco-sabaudo si muove a sorpresa, la mossa non sfugge al Commissario d’Armi della Valpolcevera, che si reca in quello stesso luogo con un drappello di soldati, affiancati da volontari guidati dal parroco, Giovanni Maria Lucchini. La speranza di questi uomini è infatti quella di ricevere una grazia al termine del conflitto.
Il popolo vive questi momenti con grande trepidazione. Come per ogni conflitto, infatti, il rischio è che l’avanzata militare portasse con sé dolore e distruzione.
Giovanni è un bravo sacerdote, molto vicino al popolo, che in quei giorni, prega costantemente Maria affinché allontani ogni dolore dai fedeli. Un giorno la Vergine si presenta a lui, apparendogli in sogno. Maria ha le stesse sembianze con cui è stata rappresentata nell’edicola sul passo di Giovi, e gli lascia un messaggio molto confortante.
La Vergine infatti assicura al sacerdote la protezione per lui e per tutto il popolo. Il prete riferisce subito l’accaduto a tutti i suoi compaesani.
Forti di questo messaggio che gli è però giunto, ottanta di loro si fermano sul passo ad attendere, con grande coraggio, gli oltre settemila savoiardi che stanno per arrivare. Riescono a resistere per un giorno intero. All’arrivo di alcuni capitani di ventura, la situazione si risolve. L’esercito combatte con grande forza e costringe le truppe franco-savoiarde a ritirarsi.
A ricordo di quel fortunato momento, viene così eretto un santuario dedicato alla Madonna della Vittoria, ancora oggi al centro di tante invocazioni e di una forte devozione particolarmente viva tra il popolo.
O Maria, la luce della tua fede diradi le tenebre del mio spirito;
la tua profonda umiltà si sostituisca al mio orgoglio; l
a tua sublime contemplazione ponga freno alle mie distrazioni;
la tua visione ininterrotta di Dio riempia la mia mente della sua presenza;
l’incendio di carità del tuo cuore dilati e infiammi il mio, così tiepido e freddo;
le tue virtù prendano il posto dei miei peccati;
i tuoi meriti siano il mio ornamento presso il Signore.
Infine, carissima e diletta Madre,
fa’ che io non abbia altra anima che la tua per lodare e glorificare il Signore;
che io non abbia altro cuore che il tuo per amare Dio con puro e ardente amore, come te.
Amen
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