La Vergine appare a tre pastorelle in un luogo solitario alla periferia di Thiene. Il prodigio avviene tra i rami di un olmo.
Nello stesso luogo, dove è avvenuta l’apparizione, viene eretta una cappellina con la sua immagine. Ben presto quella icona diventa oggetto di grande venerazione popolare.
La Madonna si svela a delle pastorelle, con un messaggio ben preciso, che inizialmente viene però respinto dalle autorità.
In quell’epoca, Thiene si trova nel territorio della Repubblica di Venezia. Negli anni in cui avvengono le apparizioni, non è quindi di certo un tranquillo borgo agricolo, ma rappresenta la sede di un comando militare di confine.
Le vicende belliche hanno provocato una forte espansione. Tutto ciò arriva in collegamento diretto con un generale rilassamento della vita religiosa, di cui ne risentono innanzitutto i bambini.
Lassismi morali come i matrimoni clandestini, una forma di convivenza che ottiene il riconoscimento ufficiale di matrimonio anche contro la volontà della donna, e nonostante l’assenza di un sacerdote e dell’atto pubblico notarile, portano spesso a forti disagi ai più piccoli e ai nascituri.
Per queste ragioni, legate a un livello morale e spirituale decisamente decaduto. L’intervento della Madonna è da collocare in questo contesto proprio alla luce della volontà di Maria di riportare la popolazione ad atteggiamenti virtuosi e all’unione con il Signore.
Le pastorelle che assistono al miracolo stanno portando il gregge al pascolo nei prati situati dopo la contrada di Castelletto, alla estremità ovest della città. Si tratta di una zona ben poco frequentata. In quei momenti la più grande tra le tre ragazze, di cui non si conoscono i nomi, sente rivolgere a lei una parola.
Vede che a pronunciarla è una Donna che sta seduta sopra le fronte degli olmi, ben in alto. Quella Signora comincia a parlarle di Dio, e ne parla in una maniera del tutto particolare, come se si tratti di suo figlio. Lo fa inoltre con voce gentile, nonostante spieghi il disappunto che il Figlio prova per tutte le nefandezze che si verificano in quegli anni nella cittadina di Thiene.
Dice che si tratta della ragione per cui è venuta, portando con sé un messaggio da fare recapitare alle autorità cittadine. Un messaggio che è in realtà un monito, un invito alla popolazione affinché cambi vita al più presto. Il popolo è infatti chiamato a cercare il perdono di Dio, e di farlo anche attraverso l’istituzione di un centro di devozione alla Madonna, con la costruzione cioè di una chiesa.
Questa chiesa li avrebbe infatti riportati al Signore, salvandosi peraltro dal punto di vista materiali da una grave carestia che da lì a poco avrebbe martoriato la cittadina e tutta la sua popolazione. La ragazza esegue con grande solennità quell’incarico, recandosi presso le autorità per esporre quanto i suoi occhi hanno visto e i suoi orecchi udito.
La giovane va tanto dalle autorità civili quando da quelle religiose, ma purtroppo in un primo momento non viene creduta. Tutti la considerano una sorta di pazza visionaria. Il sabato successivo la giovane, che è ben certa di quanto i suoi occhi hanno visto, si reca nuovamente nel luogo del miracolo.
In quella seconda occasione vede nuovamente questa donna che dall’alto dell’olmo le parla di Dio come se fosse suo figlio, e la esorta a provare nuovamente nell’impresa che le ha domandato. Anche in questa seconda occasione, la ragazza continua a non essere creduta. Poi arriva, il sabato seguente, la terza apparizione, e per mostrare una prova del prodigio Maria le lascia un segno tangibile.
In quella data il tronco dell’olmo, sul quale si trova, all’improvviso e in maniera inspiegabile rimane completamente spoglio di corteccia, a differenza di tutte le altre fronde dell’albero, che continuano a conservare la loro vitalità anche nei giorni seguenti, e nella maniera identica a prima.
Ma anche di fronte a questo fenomeno inspiegabile, le autorità cittadine continuano a non credere alla giovane. Il sabato successivo, vi è una quarta apparizione della Madonna, stavolta però non in quello stesso luogo ma in una povera abitazione situata al di fuori di Thiene.
Lì vive un uomo, detto Simone il Gobbo, che vive in estrema condizione di povertà e di salute. Simone è infatti rimasto duramente paralizzato in seguito a una caduta, in cui ha riscontrato una lesione tale da comprometterti l’uso degli arti.
L’uomo occupa nella casa un sottoscala in cui ha posto il suo giaciglio. Non ha infatti più da aspettarsi nulla dalla sua vita. Maria appare e quest’uomo per affidargli un messaggio molto semplice. Gli dice che la città di Thiene è assolutamente in pericolo, e per fare fronte a questo i thienesi devono riavvicinarsi a Dio e affidarsi alla protezione della Madonna, costruendo la chiesa.
Simone con molta probabilità conosceva già le prime apparizione intercorre alla pastorella, perché ne parla con grande sicurezza, esponendo la preoccupazione di non essere anche lui, a sua volta, creduto dalle autorità. “Ti ridò la salute, così ti dovranno credere” – dice all’uomo la Madonna.
All’udire queste parole Simone si reca a piedi fino a Thiene, percorrendo a piedi due chilometri e mezzo. Nel momento in cui le autorità lo vedono risanato, e ascoltano le sue richieste, che corrispondono poi perfettamente a quelle della pastorella, allora capiscono che c’è qualcosa che avrebbero dovuto ascoltare.
Quei prodigi li lasciano turbati e esterrefatti, tanto da fargli mettere da parte ogni pregiudizio e dubbio. Credono ai racconti che hanno ascoltato e riconoscono tutti i prodigi, decidendo finalmente di costruire in città un luogo di culto degno del nome di Maria.
O Celeste Tesoriera di tutte le grazie, Madre di Dio e Madre mia Maria, poiché sei la Figlia Primogenita dell’Eterno Padre e tieni in mano la Sua onnipotenza, muoviti a pietà dell’anima mia e concedimi la grazia di cui fervidamente Ti supplico.
Ave Maria
O Misericordiosa Dispensatrice delle grazie divine, Maria Santissima, Tu che sei la Madre dell’Eterno Verbo Incarnato, il quale Ti ha coronato della Sua immensa sapienza, considera la grandezza del mio dolore e concedimi la grazia di cui ho tanto bisogno.
Ave Maria
O Amorosissima Dispensatrice delle grazie divine, Immacolata Sposa dell’Eterno Spirito Santo, Maria Santissima, Tu che da Lui hai ricevuto un cuore che si muove a pietà delle umane sventure e non può resistere senza consolare chi soffre, muoviti a pietà dell’anima mia e concedimi la grazia che io aspetto con piena fiducia della Tua immensa bontà.
Ave Maria
Sì sì, o Madre mia, Tesoriera di tutte le grazie, Rifugio dei poveri peccatori, Consolatrice degli afflitti, Speranza di chi dispera e Aiuto potentissimo dei cristiani, io ripongo in Te ogni mia fiducia e sono sicuro che mi otterrai da Gesù la grazia che tanto desidero, qualora sia per il bene dell’anima mia.
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