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365 giorni con Maria: 16 aprile | Pregano intensamente davanti alla tela e avviene il miracolo

Questo splendido e sorprendente culto mariano ha origine da un fatto miracoloso, in particolare all’epoca in cui nella chiesa parrocchiale di San Nicola di Bari era custodita, in una cappella, dove vi è una speciale tela raffigurante la Madonna.

La Madonna della Consolazione contrassegna la fede del popolo a partire da un evento che lascia tutti esterrefatti, e a cui ne seguono molti altri.

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Il miracolo dell’uomo storpio

In quel giorno, in particolare, c’erano tre carpentieri che lavoravano all’interno dell’edificio. Tra questi vi è anche un certo Giambattista D’Amato, uomo molto ingegnoso ma al tempo stesso diventato muto e storpio cinque anni prima a causa di un colpo apoplettico. Quel giorno entrano in chiesa, per vedere l’andamento dei lavori, due sacerdoti, don Peccarini e don Cubelli. In quel contesto, i due religiosi invitano il D’Amato a pregare San Nicola perché lo guarisse.

Il muto, tuttavia, accoglie l’invito ma solo a metà. Si mette in preghiera ma si rivolge al quadro della Madonna, accendendo delle candele e prostrandovisi sotto. Insieme a lui, però, anche gli altri che sono presenti si unirono alla orazione ed intonano le litanie alla Vergine.

Alla fine delle preghiere accade l’evento miracoloso. L’uomo, all’improvviso, riacquista la voce intonando un celestiale “Magnificat”. In poco tempo si sparge ovunque la voce del miracolo accaduto, e dopodiché si reca in chiesa anche Gustavo, fratello di don Cubelli. L’uomo è affetto da tisi e si trova in uno stato di forte malattia, che lo fa essere quasi alla fine dei suoi giorni.

Il secondo miracolo ad un altro ammalato

Anche in quella seconda occasione, tutti riprendono a pregare con la massima intensità e convinzione. Così accade che anche Gustavo guarisce dal suo male. Nei giorni che seguono il miracolo, tutti i malati e i sofferenti che giungono a Paternopoli beneficiano della guarigione completa per intercessione della Madonna della Consolazione.

Di conseguenza, la venerazione per Maria cresce sempre più, giorno dopo giorno, fino a che il 12 maggio 1774, giorno di Pentecoste, il capo della Vergine della Consolazione viene finalmente incoronato, per mano di mons. G. Martinez. Un atto che si rinnova anche il 25 maggio 1806 e il 14 maggio 1815.

Il Tribunale Pontificio concede in seguito il riconoscimento del Miracolo, e la comunità di Paternopoli, rappresentata dagli eletti del popolo, nel 1776 fa solenne giuramento di onorare la benevolenza della Madre Dolcissima della Consolazione, festeggiandola il giorno di Pentecoste per sempre, “fino alla fine del mondo”.

La devozione perenne alla Vergine

Dopo questo evento, nonostante le guerre, le carestie, i terremoti e le pestilenze che intercorrono, il popolo di Paternopoli non viene meno al suo giuramento di fedeltà alla Vergine. Da quel giorno viene riconosciuta la particolare ricorrenza de “Lo Miracolo re la Maronna”. Ancora oggi tutti i paternesi in questa data di astengono dal lavoro, per dedicarlo alla preghiera ed alla riflessione.

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Preghiera alla Madonna della Consolazione di Paternopoli

Vergine Consolatrice,

scelta da Dio a diventare

Madre del Salvatore per opera dello Spirito Santo,

ascolta benigna le nostre preghiere:

Tu, che hai piedi della Croce,

hai vissuto momenti di indicibili dolori,

sai comprendere coloro che piangono

e hai potere di asciugare le nostre lacrime.

Ti supplichiamo:

soccorri e consola, con materno amore,

quanti Ti invocano fiduciosi

da questa valle di pianto.

Visita le nostre famiglie, conforta gli ammalati,

proteggi i bambini e i giovani,

fai tornare sul retto sentiero quanti lo hanno smarrito.

Tu che ora sei accanto al Divin Figlio,

certamente beata, sostieni la nostra fede,

ravviva la nostra speranza,

accresci la nostra carità,

affinché, seguendo i tuoi mirabili esempi,

possiamo un giorno raggiungerTi

nella felicità eterna.

Amen.

Ave Maria…

LEGGI ANCHE: Elena Aiello: l’avvertimento che la Madonna le rivolge si riferisce ai giorni nostri?

Rosalia Gigliano

Scritto da
Rosalia Gigliano

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