Pietro è un uomo che ha vissuto molte battaglie, da cui ha riportato molte ferite. Queste gli rendono difficoltoso il movimento degli arti inferiori e proprio per questo motivo si reca a Monteortone, per chiedere la grazia della salute, o anche solamente, un po’ di ristoro.
La Madonna della Salute di Monteortone si rivolge all’uomo indicandogli come avrebbe raggiunto la santità e la guarigione dopo le dure prove vissute.
La fede di Pietro già in molte occasioni gli ha permesso di sperimentare su di sé la sua speciale protezione, in quelle azioni belliche dove più volte è andato vicino alla morte, e dove solamente la mano del buon Dio lo salva. Non a caso, è solito ritirarsi in preghiera presso un boschetto, proprio sotto quel colle che ha dato nome al borgo sottostante, ovvero il colle di Monteortone.
Nonostante però abbia iniziato la cura ormai da molto tempo, stenta a vedere qualsiasi risultato. Decide però di non disperarsi ma al contrario di rivolgersi a Dio con fede. In quel boschetto verde in cui si trova una mattina speciale, al canto degli uccelli si unisce il gorgoglio dell’acqua di una sorgente tiepida, ignorata e trascurata dagli abitanti del luogo.
Pietro si è ritirato in questo luogo a pregare e quella sua meditazione profonda diventa pian piano un’estasi, una visione. Sceso dal monte, una nube luminosa copre il boschetto e appare una figura bianca, luminosa. E’ la Vergine, e si rivolge subito a Pietro. “Va’, Pietro, e in questo fonte lavati che recupererai la sanità. Risanato, cerca nel fondo delle acque, perché sepolto tra i sassi troverai un quadretto con la mia immagine”, gli dice.
“Manifesta a tutti, con la grazia ricevuta, il quadro ritrovato, dichiarando che questo luogo silvestre è sotto la mia protezione e che bramo per l’avvenire sia qui riverito il nome del mio santissimo Figlio e il mio”, continua. “A conferma di quanto andrai loro dicendo, prendi un ramo d’ulivo di questo monte, simbolo di pace per il popolo padovano e di riconciliazione con Dio che, alle mie preghiere, perdonando i loro errori, si compiace sollevarli dal flagello presente (della peste)”.
“Prendi pure un ramo di quercia, simbolo di stabile e perpetua custodia che io voglio avere di questo luogo”, continua Maria. “Il ramo di quercia, cingendotene il capo, si seccherà, per rinverdire toccandoti con esso il fianco. Il ramo di ulivo posto sul fianco si seccherà per rinverdire quando con esso di cingerai il capo”.
Subito Pietro obbedisce e, dopo il bagno, le sue membra riprendono, all’istante, vigore e agilità. In questo modo recupera la sua salute, ma si ricorda anche delle promesse della Madonna. Fruga fra i sassi della fonte, e con suo grande stupore scopre il quadro, per niente rovinato dall’acqua termale. In questo è riprodotta la Madre di Dio in atteggiamento squisitamente materno. Alla sua destra, San Cristoforo martire e alla sinistra Sant’Antonio Abate. E’ il maggio del 1428.
Presto tutti vengono a conoscenza del fatto, tra i paesi del vasto circondario euganeo, e da quel giorno è un accorrere continuo di curiosi e di fedeli, di sani e di malati, di contadini e di nobili. Anche il nobile padovano Ludovico Buzzaccarino, che si è ritirato sul vicino colle San Daniele per sfuggire dalla peste scoppiata in forma epidemica in città, vuole accertarsi del fatto.
Anche lui è subito così impressionato dalla prodigiosità degli eventi che si fa subito tutore e consigliere di Pietro. La decisione viene presa dopo una devota e prolungata venerazione alla sacra immagine. Decide di fare collocare il quadro sopra un frassino perché sia visibile a tutti. Il giorno seguente accompagna Pietro Falco in città perché annunci ai rettori di Padova quanto la Vergine gli ha rivelato.
Grazie al fatto miracoloso che può confermare il suo racconto nessuno ha diffidenza di lui, specialmente dopo la verifica del Podestà di Padova e del Vicario della diocesi, che tolgono ogni indugio. Ludovico Buzzaccarino viene personalmente incaricato di prendere cura del luogo e di provvedere alla custodia della fonte.
Nel frattempo, le promesse della Vergine si stanno incredibilmente attuando. Pian piano la peste, che si è tristemente diffusa in tutto il Veneto, sta scomparendo, e così sta finalmente tornando la pace. Subito, è costruito un oratorio, dove ancora oggi è custodita la sacra immagine, dietro l’inferriata dell’altare maggiore.
Più cresce la fama dell’apparizione e più aumenta l’afflusso dei pellegrini, così i rettori di Padova decretano di costruire un tempio degno della Madre di Dio, insieme a un convento per i custodi del santuario, i religiosi Eremiti di Sant’Agostino, che sono già presenti a Padova, dove oltre a essere molto conosciuti sono anche particolarmente stimati.
I lavori vengono presieduti dai primi due frati Agostiniani, che contribuiscono ad accrescere molto la devozione alla Vergine. A loro si unisce anche Fra Simone da Camerino, uomo distinto per santità di vita, profondità di scienza, abilità diplomatica. Simone fa del convento di Monteortone un cenacolo di spiritualità per la nuova congregazione, e attende insieme ai due frati la fine della chiesa.
Al termine della quale viene fondata la Congregazione Agostiniana della Beata Vergine di Monteortone, approvata da papa Eugenio IV, già eremita di S. Agostino, nel 1434. Sullo sfondo, la devozione alla Vergine si diffonde e aumentano le sue grazie, quando esplode anche un pesante dissidio tra Venezia e Milano, sfociato in scontri e devastazioni.
Anche in quella occasione frate Simone da Camerino parte da Monteortone come ambasciatore della Serenissima alla volta di Milano, per scongiurare la guerra. Con la sua abilità, e soprattutto con l’aiuto della Vergine della Salute di Monteortone, il frate ottiene successo e ottenne ciò che ha promesso, la pace.
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O Vergine Maria, madre di Gesù,
il Signore ti ha costituita madre nostra,
Fonte di Salute e di Grazia.
Perciò ci rivolgiamo a Te
con la fiducia di figli
e imploriamo la tua intercessione materna.
O tenerissima madre nostra,
intercedi per noi dal Signore
la salute del corpo, la pace del cuore,
la consolazione della spirito
il perdono dei peccati.
Sii tu il sostegno della nostra debolezza,
allontana ogni male,
dà vigore alla nostra fede,
dilata l’orizzonte della speranza,
rendici attenti alle necessità
e sofferenze del prossimo.
O clemente, o pia, o dolce Madre di Dio
Madre nostra, Maria.
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