In tempi di epidemia, la bambina intenta a pregare per il padre e la sorella malati, si accorge del fatto miracoloso: l’immagine sacra inizia a trasudare di una sostanza lucente come la rugiada.
Il fatto miracoloso che diede origine al Santuario e il 19 febbraio si celebra ancora oggi la festa per ricordare il fatto miracoloso.
Al termine della terribile peste del 1630 ci fu la tragica conta dei morti. Per ricordare questo momento di grande drammaticità, gli abitanti del Paese di Campiveri, in provincia di Bergamo, edificarono un Oratorio campestre. L’intento era quello di ricordare tutte le persone che persero la vita in quei mesi dolorosi.
In questo oratorio si trovava l’immagine di una Madonna Addolorata posta accanto al Crocefisso con i Santi Rocco e Sebastiano. Oggi purtroppo non vi è più traccia di questa importante cappella, che venne infatti inglobata all’interno del nuovo Santuario costruito fra il 1893 ed il 1894.
Tuttavia, dietro di essa vi è una vicenda molto importante e che segna in maniera indelebile la storia di queste terre. Era il 19 febbraio 1862 e Francesca Pagani, una fanciulla di 7 anni, si era recata proprio nella vecchia edicola di Campiveri per invocare la guarigione del padre e della sorella gravemente malati. Noterà così un insolito particolare: l’immagine sacra era coperta da segni di sudore. L’evento prodigioso si ripete anche nei giorni successivi, dalle ore 15 e alle 17. In poco tempo tutti vennero a conoscenza, in modo inspiegabile, di quanto stava accadendo.
Il miracolo viene esaminato dal parroco del paese Don Piero Conti, dal sindaco Luigi Marchesi e dall’ingegnere Enea Rubini. Questi esaminarono il tetto e le pareti dell’edicola per trovare se vi fosse una spiegazione logica a quanto stesse accadendo. Si parla all’epoca di uno strano sudore “lucente come la rugiada”.
Il 19 febbraio si celebra ancora oggi la festa per ricordare il fatto miracoloso che diede origine al Santuario. Di quella antica Cappella, tuttavia, resta solamente una pietra situata a terra nel porfido del sagrato, con una iscrizione latina.
O cuore afflittissimo della Madre nostra, a Voi umilmente ricorriamo in mezzo a fanti mali che ne circondano. Vedete, o Maria, con qual violenza questi i assalgono e ci opprimono! È pur vero che noi meritiamo innumerevoli castighi e cagione dei nostri molti e gravi peccati; ma deh Voi, o Madre Pietosa, degnatevi guardarci con occhio di bontà e di compassione. Rammentatevi da quali dolori acerbissimi fu straziata l’anima vostra nella Passione e nella Morte del vostro caro Gesù. È ai piedi della Croce, o Maria, ed in un oceano di amarezze che siete divenuta Madre nostra.
Soccorreteci adunque benigna in mezzo alle nostre sofferenza; liberateci dai mali che ci affliggono, o almeno insegnateci a sopportarli con rassegnazione ed amore, per ottenere poi un giorno la ricompense nel Cielo.
Amen.
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