Questo personaggio, assai noto, viene assalito tutto ad un tratto, da un’apparizione orribile. Sarebbe morto di paura se non fosse intervenuta la Vergine Maria.
La invoca grazie anche al provvidenziale aiuto di un eremita, che gli insegna come rivolgersi a Lei.
La terribile visione
Un giorno, gli appaiono in visione tre scheletri che escono da una tomba e gli vanno incontro. Tutto ciò è terrificante. In quel momento, l’imperatore sta affrontando una battuta di caccia nelle campagne di Albugnano, e questo lo spaventa. La visione, tuttavia, svanisce presto. Ma Carlo Magno, è lui il protagonista della vicenda, rimane fortemente scosso.
Così decide di rivolgersi a un eremita per avere delucidazioni su quanto gli è accaduto. Il religioso gli spiega il significato di quell’apparizione, e da lì coglie, anche, l’occasione per illustrargli in cosa consista “la vanità delle cose umane”. Anche Carlo Magno, come spiega il religioso, sarebbe certamente diventato come quegli scheletri un giorno se non fosse rinsavito.
Di conseguenza, esorta il re a domandare alla Madonna di essere guarito nel proprio cuore ma anche dall’epilessia, malattia di cui soffre. Carlo Magno segue il consiglio dell’eremita e ben presto è risanato dal suo male.
L’abbazia a Lei dedicata
In conseguenza di questo fatto, l’imperatore ordina la costruzione dell’Abbazia di Vezzolano intitolandola proprio alla Madonna e ponendo, accanto ad essa, un monastero. Oggi l’Abbazia di Vezzolano rappresenta uno dei più insigni e bei monumenti di tutto il Monferrato. La vicenda di Carlo Magno viene ancora oggi rappresentata in antico affresco che si trova nel chiostro dell’Abbazia.
Nella rappresentazione c’è una scena che si chiama “contrasto dei tre vivi e dei tre morti”. In questa ci sono tre cavalieri su bellissimi cavalli che, impugnando falconi e fiancheggiati dai loro cani, vanno a caccia. Ma si vede che in un luogo solitario incontrano San Macario che li porta a visionare tre tombe scoperchiate.
Su una di quelle tre tombe c’è cadavere appena sepolto, nella seconda uno in dissoluzione e nella terza uno scheletro. I morti si sollevano dalle tombe e si mostrano ai cavalieri, che rimangono terrorizzati. San Macario nella scena tiene in mano una scritta, dove è indicata un’ammonizione rivolta ai principi e ai loro fasti.
L’invito è a riflettere sulla caducità della grandezza terrena e quindi a fare penitenza.
Preghiera alla Madonna di Vezzolano
Placa, o Madre purissima,
la selvaggia tempesta dell’anima mia,
che sola ti sei mostrata sulla terra porto di quanti navigano nei mali della vita.
Tu che hai generato la Luce, illumina,
o Pura, gli occhi del mio cuore.
Sei stata data a noi, sulla terra,
come protezione, baluardo e vanto.
Ci sei stata data come torre e sicura salvezza, o Fanciulla.
Per questo non temiamo più i nemici noi che piamente ti magnifichiamo.