Un uomo è in cerca della sua giumenta, quando la ritrova e non crede ai suoi occhi: è inginocchiata davanti all’antica croce di ferro rimasta nascosta per secoli.
Si trova nell’Aspromonte, una frazione di San Luca, in provincia di Reggio Calabria. Questo luogo è detto anche della “Madre del Divin Pastore”, dal titolo sotto il quale qui la Vergine è venerata.
La prima chiesa in suo onore
Il paesino di San Luca infatti, secondo la versione più diffusa, viene fondato da alcuni cristiani della città di Messina mentre stanno sfuggendo alle persecuzioni, durante il terzo secolo dopo Cristo.
In quegli anni infatti imperversano le persecuzioni contro i Cristiani, e gli uomini sono costretti a lasciare la loro terra. Si ritrovano in esilio in quella che è una delle più sperdute valli del territorio dell’Aspromonte. Si stabiliscono così sulle rive del torrente Bonamico.
Qui viene eretta la prima chiesetta, sopra di cui è posta la Croce greca. Nel 1313, con la promulgazione dell’Editto di Costantino che concede libertà di culto, tornano in Sicilia, nella loro terra d’origine, e in quel momento la cittadina di Polsi rimane abbandonata.
C’è però anche un’altra versione, riportata dalla tradizione del luogo. Secondo questa seconda, infatti, sono alcuni monaci bizantini a fondare il piccolo paese, mentre cercano riparo durante il quarto secolo. Decidono così di creare una comunità nei pressi di Montalto. A quel punto, i monaci costruiscono la chiesa, sopra la quale vi pongono una croce greca di ferro.
L’animale si inginocchia davanti alla croce
Bisognerà in ogni caso attendere l’anno 1144 e il momento in cui un pastore, di nome Italiano, si spinge fino a quel luogo impervio. L’uomo sta cercando in quel luogo una giumenta, che è scappata, perdendosi. L’uomo trova l’animale inginocchiato di fronte alla croce. E’ stato infatti lo stesso animale a tirarla fuori dalla terra, scavando con le proprie zampe nel terreno, portandola così alla luce.
E’ in quel preciso momento che la Madonna col Bambino si presenta al pastore. Maria chiede all’uomo di costruire una chiesa in quel punto esatto, e di dedicarla a lei. In questo modo nasce il culto polsino, che presto si diffonde in tutta la zona. La piccola Croce di ferro, ritrovata dall’animale, è ancora oggi il reperto più misterioso di questo evento miracoloso.
Preghiera alla Madonna della Montagna
Vergine Santissima della Montagna,
siamo felici di riconfermarti
il nostro amore filiale.
Insieme ti ringraziamo
per le numerose grazie,
che ci hai ottenuto.
Ancora una volta
ti sei mostrata nostra Madre.
Continua a proteggerci e a prenderti cura
della salvezza delle nostre anime.
Ti affidiamo i nostri ammalati.
Veglia su di loro,
arricchiscili di forza e di consolazione.
Ti offriamo le nostre famiglie,
la stabilità e la fecondità dei nostri focolari,
l’avvenire e la perseveranza nel bene dei nostri figli.
In mezzo a loro
fioriscano vocazioni sacerdotali e religiose,
per stabilire e sviluppare
il Regno del tuo divin Figlio
nel mondo intero.
Sotto il segno del tuo materno sorriso
cresca tra noi la divina carità.
Ti affidiamo la nostra nazione,
l’Italia che tu ami
e che, malgrado le sue miserie ed errori,
vuoi rimanerti fedele.
Ti affidiamo, infine, il mondo intero
affinché in esso
la pace regni sovrana.
Prima di tornare alle nostre case,
al nostro lavoro di ogni giorno,
noi vogliamo consacrarci a Te
Ti offriamo le nostre persone ed i nostri beni,
il corpo e l’anima,
le gioie e le pene,
il lavoro e le preoccupazioni.
Ti offriamo tutto ciò che abbiamo
e tutto ciò che siamo.
Forti del tuo aiuto,
saremo più fedeli a Gesù
secondo le promesse del nostro battesimo.
Nel cammino della vita,
o Madre nostra,
se ci allontanassimo da Dio, riportaci a Lui!
se stessimo per cadere, soccorrici!
Se dovessimo cadere, rialzaci e,
nell’ ora della nostra morte, salvaci!
Amen