Quel giorno, la Madonna del Tresto appare a un barcaiolo di Ponso di nome Giovanni, che da Padova sta ritornando a casa.
L’uomo, dopo avere raggiunto il comune di Este verso sera, si è fermato per riposare.
Si è addormentato dentro la sua barca, al di sotto del ponte del Borini.
E’ lui a sentirsi chiamare
Intorno alla mezzanotte, però, una voce femminile lo sveglia. L’uomo si sente chiamare per tre volte di fila. Una volta sveglio, nota due belle Signore che si stanno rivolgendo a lui, invitandolo a seguirle.
Incamminatisi, si accorge che il ponte levatoio della città è stato abbassando, una cosa del tutto insolita. Così, una volta superato, cominciano a percorrere la strada diretta verso la campagna. Una volta arrivati in località Tresto, si fermano. Una delle due Signore si mette a sedere sulla riva di un fosso. A quel punto, invita l’altra ad andare a prendere un grappolo di uva. Così chiede a Giovanni se sia a conoscenza dell’identità di quella donna.
L’uomo dice di no, che certamente non sa chi sia. Così arriva la spiegazione: è Maria, la Madre di Dio. Per questo, gli spiega la donna, non deve mai più bestemmiare. E al contrario deve cominciare ad impegnarsi per la costruzione di una chiesa in quel preciso luogo.
La particolare richiesta fattagli dalla Vergine
Dopo quella affermazione, pone di fronte a Giovanni un disegno in cui vi è il progetto dell’edificio, e comincia ad illustragli le misure che si sarebbero dovute prendere. Giovanni, in risposta, spiega che è molto povero, e non sa proprio come avrebbe potuto fare. Oltre tutto, è anche un uomo ignorante, e nessuno avrebbe mai creduto alle sue parole.
La Madonna, a quel punto, gli consegna un coltello. Lo invita a conficcarlo nel terreno e poi a toglierlo. Giovanni, intimidito, obbedisce. Una volta tolto il coltello dal terreno, dopo avercelo conficcato, dalla terra comincia a zampillare sangue rosso vivo.
A quel punto, visto il miracolo, la Madonna benedice il veggente e all’improvviso scompare insieme alla sua compagna. Giovanni, il giorno dopo, torna in paese. Vuole raccontare a tutti l’accaduto ma allo stesso tempo ha paura che non sarebbe mai stato creduto. Così finisce per non ascoltare Maria, che lo ha invitato a diffondere la sua richiesta, e non ne fa parola con nessuno, ad eccezione di tre amici.
Dopo un po’ di tempo però l’accaduto non lo fa più dormire. L’uomo ripensa all’incontro ogni notte e non ha più la sua tranquillità. Così una notte decide di tornare al Tresto insieme ad altre persone. Conficca di nuovo il coltello nel terreno. Anche questa volta esce inzuppato di sangue. Lo stesso accade anche alle altre persone che, insieme a lui, provano nell’intento. Alcuni, i più increduli, non riescono invece a smuovere la lama dal terreno.
La vicenda del coltello nel terreno
Più volte l’evento miracoloso si rinnova, e tutti presto sono convinti delle parole del barcaiolo. Così insieme ci si decide per la costruzione del Tempio come richiesto dalla Madonna. Ma a metà dell’opera, la zona viene colpita da una forte e improvvisa siccità. Tutti insieme chiedono a Maria il Suo soccorso, affinché la costruzione possa continuare. Presto accanto all’edificio comincia a zampillare una fonte. La stessa fonte che per i secoli a venire curerà molti malati, in maniera miracolosa.
La chiesa viene costruita in nove mesi e la congregazione di Eremitani ne prende la custodia. Giovanni diventa membro laico della Congregazione. Ancora oggi la Madonna del Tresto accompagna e protegge tutti i fedeli che si recano in questo bellissimo Santuario.
Preghiera alla Madonna del Tresto
A te, Maria, fonte della vita, si accosta la mia anima assetata. A te, tesoro di misericordia, ricorre con fiducia la mia miseria. Come sei vicina, anzi intima al Signore! Egli abita in te e tu in lui. Nella tua luce, posso contemplare la luce di Gesù, sole di giustizia.
Santa Madre di Dio, io confido nel tuo tenerissimo e purissimo affetto. Sii per me mediatrice di grazia presso Gesù, nostro Salvatore. Egli ti ha amata sopra tutte le creature, e ti ha rivestito di gloria e di bellezza. Vieni in aiuto a me che sono povero e fammi attingere alla tua anfora traboccante di grazia.