Mentre sono in corso le persecuzioni iconoclaste a Costantinopoli, due monaci tentano in tutti i modi di salvare un’immagine della Madonna nascondendola in un baule.
Purtroppo però, vengono rinchiusi nel baule insieme all’immagine e, poi, gettati in mare.
Il baule tuttavia approda a Messina, e i monaci ne escono miracolosamente incolumi. I due, scaraventati nelle acque, credono di essere rimasti dentro il forziere al massimo per un paio di ore. Sono invece passati incredibilmente due mesi. Dopo l’arrivo a Messina, l’icona viene trasportata nel duomo cittadino. Un giorno però, all’improvviso, scompare. Di quell’effige non rimane traccia per alcuni anni. Dopo, però, la stessa immagine viene prodigiosamente ritrovata da un pastore sul Monte Civita, nella cittadina di Itri, in provincia di Latina.
L’uomo, che custodisce animali vaccini, ha disperso il suo figlioletto e comincia a cercare in ogni anfratto. Arrivata la notte si ritira nel suo pagliaio, e nemmeno lì c’è traccia del povero ragazzo. Uscendo di nuovo dal pagliaio, vede però una quercia che sta prendendo fuoco, e rischia di incendiare tutto il bosco. Così accorre per spegnere l’incendio.
Incastonato tra i due rami della grossa quercia vede questo quadro in cui è raffigurata la Vergine a mezzo busto che tiene al seno il suo Figlio, Gesù. La quercia, infatti, è irradiata non solo dalle fiamme del fuoco ma anche da una luce tutta particolare. Lì, sotto quella luce, sta accasciato il giovane, che in ginocchio sta in adorazione di Maria Santissima.
Vista questa immagine celestiale il pastore, dopo avere spento l’incendio e recuperato il giovane, accorre con l’immagine al suo pagliaio, prende una coppa di legno e vi pone dell’olio, formando uno stoppino e accendendovi una lampada per posizionarla sotto all’effige. La lampada resta accesa per un mese.
Il pastore che ritrova l’immagine è un uomo sordomuto. Che in quel preciso momento, però, è graziato dalla Madonna e ritrova immediatamente la voce e l’udito. La mattina seguente accorre per il paese a testimoniare a tutti e a gran voce il miracolo avvenuto. Attorno a quella miracolosa sorge così un Santuario, la cui prima consacrazione riposta al lunedì di Pentecoste del giugno 1491.
Il Santuario mantiene uno stretto rapporto con il dogma dell’Immacolata Concezione. Il 10 febbraio 1849 Papa Pio IX, esule a Gaeta, visita il Santuario della Civita confermando la sua intenzione di proclamare il dogma dell’Immacolata Concezione, come avviene nel 1854. 140 anni dopo fu San Giovanni Paolo II, il 29 giugno 1989, a recarsi al Santuario della Civita per incontrare gli ammalati durante la sua pastorale all’arcidiocesi di Gaeta.
Il culto della Madonna della Civita ad Itri oggi si distingue per essere uno dei più sentiti dai cittadini del basso Lazio. La consapevolezza di essere stati scelti dalla Madonna è motivo di grande fierezza per il popolo itrano.
O Maria,
Madre di Gesù Redentore e Madre della Chiesa,
che in questo Santuario della Civita
dispensi, con la materna intercessione,
innumerevoli doni di grazie
a quanti ricorrono a Te,
accogli la mia fervida supplica.
A Te affido e abbandono il mio cuore
e l’anima mia
quanto sono e quanto raccolgo
con il mio operare e il mio soffrire.
Rendimi saldo alla fede,
incrollabile nella speranza,
ardente nell’amore,
generoso nel soffrire,
abbandonato alla Volontà di Dio.
Fa’ di me un autentico figlio della Chiesa,
un testimone del Vangelo nel mondo,
uno strumento di salvezza per i fratelli.
Che io sia sempre più immerso
nell’amore del Signore Gesù,
con lo Spirito Santo,
nel cuore del Padre.
Amen.
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