La Vergine si mostra a un uomo in tutta la sua splendente bellezza su un ulivo. Da lì scaturisce il miracolo. Il padre priore dei Monaci Celestini, don Pietro Capullo, scriveva: “Piacque al Signore dare un segno della sua divina bontà col far conoscere al popolo di Giulianova la Vergine dello Splendore”.
Continua la sua narrazione, dicendo che su una collinetta, un devoto contadino, molto stanco per aver raccolto legna da ardere da portare nella sua casa, a mezzogiorno si reca a riposarsi all’ombra di un grande ulivo.
Bertolino, così si chiama il contadino, che si è messo a godere del ristoro della piacevole brezza marina che giunge fin lì, sta per assopirsi, quando vide tra i rami dell’albero una luce brillante e, al centro, la Vergine Maria.
Immaginiamo lo stupore di cui è preso Bertolino quando, vedendo la Madonna, Ella gli dice: “Su, Bertolino, levati e vanne tosto in Giulianova e spargi per tutto il paese la lieta novella che la Gran Madre di Dio qui ha scelto la sua dimora. Avvisa il clero che venga senza indugio alcuno con solenne processione ad onorarmi e che qui, dove tu ora mi vedi, mi si costruisca un santuario”.
La fonte prosegue: “Ancora stordito per la grande emozione, ma fiero per l’incarico ricevuto, Bertolino corse dal governatore (amministratore feudale di nomina ducale) per riferirgli lo straordinario messaggio della Madonna. Com’era prevedibile, sia il governatore che alcuni notabili presenti si divertirono molto nell’ascoltare lo strano racconto del contadino, ma quando questi cominciò ad insistere perché lo seguissero sul luogo dell’apparizione, persero la pazienza e lo cacciarono in malo modo, tacciandolo di visionario e demente. Pur credendo alla sua buona fede, essi vedevano l’unica spiegazione plausibile nell’ottica che i primi caldi o un bicchiere di vino in più avessero dato alla testa a Bertolino”.
Così, Bertolino, molto sconfortato per la cattiva accoglienza ricevuta, torna a casa sua. Eppure accade che il giorno seguente, di prima mattina, spinto da una misteriosa forza interiore, si reca di nuovo all’ulivo sperando di rivedere la fulgida immagine della Madonna, per poterle confidare tutta la sua amarezza.
Bertolino percorre l’ultimo tratto della salita con il cuore in gola. Umiliato e ferito nel profondo, non tanto per le ingiurie ma per il fallimento dell’importante missione, si chiede sconsolato se una volta in cima alla collina, la Vergine Maria si sarebbe mostrata ancora ai suoi occhi.
Ma poi, una volta giunto vicino all’ulivo, tutti i suoi timori se ne vanno perché la Madonna è proprio lì ad aspettarlo e a rincuorarlo, esortandolo a tornare dal governatore.
Continua la fonte di don Pietro Capullo: “La seconda ambasciata purtroppo non ebbe miglior successo della prima. Il terzo giorno, Bertolino ritornò in quel luogo a lui già tanto caro. Si inginocchiò ed attese la confortante apparizione. La Vergine tornò e con dolcezza e fermezza lo incitò ad insistere presso il governatore che quanto asseriva corrispondeva a verità. Senza più esitare, Bertolino tornò in città. Colmo di rinnovato fervore, per la terza volta il pio contadino raccontò quanto la Gran Madre di Gesù gli aveva appena comandato, insistendo perché tutti salissero con lui in cima alla collina per verificare la veridicità del suo racconto. Questa volta alle ingiurie si aggiunsero le percosse.
Uno di loro, per meglio convincerlo a mettere giudizio, iniziò a percuoterlo con violenza, tra il divertimento dei presenti. Di temperamento mite, Bertolino sarebbe stato sopraffatto se la Madonna non fosse intervenuta liberandolo dalle mani dello sconsiderato, che rimase improvvisamente paralizzato e muto.
Nella sala calò un silenzio assoluto: tutti compresero di essere stati testimoni di un evento soprannaturale e ciascuno, nel proprio cuore, impetrava il perdono per le offese arrecate all’innocuo contadino.
Sgomento e smarrito il governatore si affrettò a convocare il clero (arciprete, quattro canonici, il preposto dell’Annunziata) e il popolo tutto per recarsi in solenne processione sul luogo indicato da Bertolino”.
Il taglialegna, fiducioso nelle promesse della Madonna e con il cuore colmo di gioia, si mette a guidare il corteo dal palazzo ducale al luogo miracoloso dove tutti assistono con grande sorpresa alla meravigliosa visione, chiara e distinta, della Vergine Maria, risplendente fra fasci di luce chiarissima.
Ma la Madonna ha riservato loro un altro grande dono, a testimonianza tangibile e perenne dello straordinario accadimento. Alla base dell’ulivo sgorga una sorgente d’acqua pura e fresca, a getto continuo, tutt’ora esistente!
“La notizia dell’apparizione, che pose fine alla pestilenza che aveva colpito l’intera regione, ma che aveva lasciato indenne il circondario di Giulianova, si sparse in un baleno. Un avvenimento così straordinario attirò sul luogo una moltitudine di persone che giungeva da ogni dove per vedere l’ulivo miracoloso, per segnarsi con l’acqua della sorgente e per prostrarsi in adorazione invocando misericordia, protezione e conforto.
Portato a braccia vi si recò anche l’aggressore di Bertolino, sinceramente pentito per il gesto insensato e proprio a lui, Maria Santissima dello Splendore volle fare la prima grazia ridonandogli, tra gli osanna dei presenti, l’uso della favella e delle articolazioni”, continuano le fonti.
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A te, o Padre,
che per mezzo di Gesù Cristo,
‘irradiazione’ della Tua gloria,
nello Spirito Santo,
hai reso la Vergine Maria
riverbero del Tuo mare di luce,
onore, lode e gloria.
Maria Santissima dello Splendore,
manifesta ai tuoi figli,
come all’umile Bertolino,
il Tuo amore di Madre.
A Te, Madre di Dio e Madre nostra
ci affidiamo con tutto il cuore.
Implora la benedizione di Dio
sul Popolo giuliese,
ravviva la fede nei nostri cuori,
proteggi tutti coloro che ricorrono a Te,
custodisci e rafforza l’amore
delle nostre famiglie,
attira i giovani a Gesù,
sostieni gli anziani, conforta i malati,
accompagna i nostri cari defunti
nello splendore di Dio.
Per Gesù Cristo nostro Signore.
Amen.
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