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365 giorni con Maria: 23 aprile | Dalla grotta filtra molto una luce misteriosa

Da quella strana fessura, infatti, filtra molto stranamente una luce misteriosa. A quel punto allora accade che l’uomo comincia a scavare. La vicenda legata a questa straordinaria devozione riporta a un tempo non meglio precisato, e alla cittadina di Terlizzi, in provincia di Bari.

La Madonna di Terlizzi stupisce un uomo nel corso di una delle sue giornate di lavoro ordinario. Da allora non lascia più né lui né tutta la sua cittadina.

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L’uomo va alla ricerca di una sua pecora

La vicenda legata a questa straordinaria devozione riporta a un tempo non meglio precisato, e alla cittadina di Terlizzi, in provincia di Bari. Nello specifico, in località denominata Suberito, forse per la presenza di alberi da sughero, legata all’antico agro di Terlizzi, un piccolo agglomerato di fondazione longobarda si affaccia alla storia come civitas.

Il protagonista della vicenda è un pastore di Bitonto, che durante il suo quotidiano tragitto si accorge di avere smarrito una delle sue pecore. Una volta individuata, si ferma a soccorrerla, dopo essersi accorta che è rimasta incastrata con una sua zampina in una fenditura del terreno. Tuttavia, il fatto non è del tutto normale, ma si verifica un evento molto insolito che desta la curiosità dell’uomo.

Da quella strana fessura, infatti, filtra molto stranamente una luce misteriosa. A quel punto allora accade che l’uomo comincia a scavare, a all’improvviso, con suo grande stupore, trova di fronte a sé una grotta sotterranea. La curiosità allora cresce fortemente, e si spinge a guardare meglio che cosa vi è all’interno.

La luce dall’oscurità

Vede infatti che vi è posizionato un particolare quadro della Madonna. Il che desta in lui grande entusiasmo, misto però tanto a stupore quanto a sospetto. Si tratta infatti di una Madonna di tipo bizantino, che è però finita in quel luogo. Davanti a quel quadro, arde in maniera miracolosa una grande lampada. Una volta venuti a conoscenza dell’insolito evento, i fedeli di Bitonto e Terlizzi confluiscono verso il sacro luogo in un men che non si dica.

A quel punto, però, bisogna capire a chi appartiene da quel momento in poi l’immagine sacra. Se ai bitontini, dall’origine della persona che ha rinvenuto l’oggetto, oppure ai terlizzesi, legati cioè al luogo in cui è stato ritrovato. La cittadina è infatti vicina a Soverato, e a causa di questa semplice indicazione geografica in un primo momento si pensa quindi di chiamare la misteriosa effige della Madonna di Soverato.

Una immagine per due cittadine

A deciderlo è però in un certo senso quello che viene considerato come il giudizio di Dio. Vengono attaccati due tori ad un carro e si accettò la proprietà dell’immagine solo nel momento in cui uno dei due orienta la direzione del carro verso Terlizzi. Viene così portata poco tempo dopo in cattedrale a Terlizzi, e da quel momento in poi si decide di renderla patrona di questa comunità, che nel tempo deve molto a questa particolare devozione, perché la protegge dal male in molteplici circostanze.

Ogni anno, tuttavia, l’icona della Madonna di Terlizzi viene portata in processione fino alla vicina Soverato, in segno di questo legame che dura nel tempo e che segna fin nel profondo la popolazione locale, in particolare anche a causa dei numerosi miracoli e delle particolari grazie che da sempre circondano la presenza di questa immagine prodigiosa, e di conseguenza anche del culto che con gli anni si sviluppa attorno ad essa.

Preghiera alla Madonna di Terlizzi

Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

O gloriosa Vergine Maria, madre e deco­ro del monte Carmelo che la tua bontà ha scelto come luogo di tua particolare benevolenza, in questo giorno solenne che ricorda la tua materna tenerezza per chi piamente indossa il santo Scapolare, innalziamo a te le più ardenti preghiere, e con confidenza di figli imploriamo il tuo patrocinio.

Vedi, o Vergine santissima, quanti peri­coli temporali e spirituali da ogni parte ci stringono: ti prenda pietà di noi. Il titolo col quale oggi ti celebriamo ri­chiama il luogo scelto da Dio per ricon­ciliarsi con il suo popolo quando questo, pentito, volle ritornare a lui. Dal Carme­lo infatti salì per mano del profeta Elia il sacrificio che dopo lunga siccità otten­ne la pioggia ristoratrice, segno della re­stituita benevolenza di Dio: la preannun­ciò con gioia il santo profeta quando eb­be visto levarsi dal mare una bianca nu­voletta che in breve ricoprì il cielo.

In quella nuvoletta, o Vergine immacolata, i tuoi figli carmelitani hanno ravvisato te, sorta immacolata dal mare dell’uma­nità peccatrice e che nel Cristo ci hai da­to l’abbondanza di ogni bene. In questo giorno solenne sii per noi nuova sorgen­te di grazie e di benedizioni.

Salve, Regina…

Per dimostrarci ancor più il tuo affetto, o madre nostra amorosissima, tu rico­nosci come simbolo della nostra devo­zione filiale l’abitino che piamente por­tiamo in tuo onore e che tu consideri co­me tua veste e segno della tua bene­volenza.

Grazie, o Maria per il tuo Scapolare. Quante volte, però, ne abbiam fatto poco conto; quante volte abbiam portato indegnamente quell’abito che doveva es­sere per noi simbolo e richiamo alle tue virtù!

Ma tu perdonaci, o madre nostra amabi­le e paziente! E fa’ che il tuo santo Sca­polare ci sia difesa contro i nemici del­l’anima, richiamandoci il pensiero di te, e del tuo amore, nel momento della ten­tazione e del pericolo.

O madre nostra dolcissima, in questo giorno che ricorda la tua continua bon­tà verso di noi che viviamo la spirituali­tà del Carmelo, commossi e fidenti ti ri­petiamo la preghiera che da secoli ti ri­volge l’Ordine a te consacrato: Fiore del Carmelo, vite prodigiosa, splendore del cielo: Vergine Madre, mite e dolce, pro­teggi noi tuoi figli che ci proponiamo di salire con te il mistico monte della vir­tù, per giungere con te alla beatitudine eterna!

Salve, Regina…

E’ grande, o Maria, il tuo amore per i di­letti figli rivestiti del tuo Scapolare. Non contenta di aiutarli perché vivano in mo­do da evitare il fuoco eterno, ti prendi cura anche di abbreviare ad essi le pene del purgatorio, per affrettare l’ingresso in paradiso.

Questa è una grazia, o Maria, che con­duce una lunga serie di grazie, e vera­mente degna di una madre misericordio­sa, quale tu sei.

Ed ecco: come Regina del purgatorio tu puoi mitigare le pene di quelle anime, tenute ancora lontane dal godimento di Dio. Pietà ti prenda dunque, o Maria, di quelle anime benedette. In questo bel giorno si riveli loro la potenza della tua intercessione materna.

Noi ti supplichiamo, o Vergine pura, per le anime dei nostri cari e per tutte quel­le che in vita furono ascritte al suo Sca­polare e si sforzarono di portarlo pia­mente. Per esse ottieni che, purificate dal sangue di Gesù, siano ammesse quanto prima alla felicità eterna.

Ed anche per noi ti preghiamo! Per gli ultimi istanti della nostra vita terrena: assistici pietosa e rendi vani i tentativi del nemico infernale. Prendici tu per ma­no, e non lasciarci sinché non ci vedrai vicini a te in cielo, eternamente salvi.

Salve, Regina…

Ma tante e tante grazie vorremmo chie­derti ancora, o madre nostra dolcissima! In questo giorno, che i nostri padri dedi­carono alla gratitudine per te, ti suppli­chiamo di beneficarci ancora. Impetraci la grazia di non macchiare mai di colpa grave quest’anima nostra, che tanto san­gue e dolore è costata al tuo divin Figlio. Liberaci dai mali del corpo e dello spiri­to: e se sono utili alla nostra vita spiri­tuale, concedici anche le altre grazie d’ordine temporale che abbiamo in ani­mo di chiederti per noi e per i nostri ca­ri. Tu puoi esaudire le nostre richieste: e abbiamo fiducia che le esaudirai nella misura del tuo amore, per l’amore con cui ami il Figlio tuo Gesù, e noi, che a te siamo stati affidati come figli.

Ed ora benedici tutti, o madre della Chie­sa, decoro del Carmelo. Benedici il som­mo Pontefice, che in nome di Gesù gui­da il popolo di Dio, pellegrinante in ter­ra: concedigli la gioia di trovare pronta e filiale risposta ad ogni sua iniziativa. Benedici i Vescovi, nostri Pastori, e gli altri sacerdoti. Sostieni con particolare grazia quelli che zelano la tua devozione, specialmente nel proporre il tuo Sca­polare come simbolo e incentivo a imi­tar le tue virtù.

Benedici i poveri peccatori, perché an­ch’essi sono figli tuoi: nella loro vita c’è stato sicuramente un momento di tene­rezza per te e di nostalgia per la grazia di Dio: aiutali a ritrovare la via verso il Cristo salvatore e la Chiesa che li atten­de per riconciliarli al Padre.

Benedici infine le anime del purgatorio: libera con sollecitudine quelle che ti sono state devote. Benedici tutti i tuoi fi­gli, o sovrana nostra consolatrice. Sii con noi nella gioia e nella tristezza, in vita e in morte: e l’inno di ringraziamento e di lode che innalziamo in terra, ci sia concesso, per la tua intercessione, di pro­seguirlo in cielo a te e al Figlio tuo Ge­sù, che vive e regna per tutti i secoli dei secoli.

Amen

Rosalia Gigliano

Scritto da
Rosalia Gigliano

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