Nel Santuario di Altino, avviene un fatto prodigioso. È una torrida e soleggiata giornata estiva, quando Quinto Foglia, abitante della cittadina di Vall’Alta, sta lavorando nei boschi, sulle pendici del Monte Altino.
Era una giornata estiva molto afosa, e quell’anno la secca ha portato la terra ad essere completamente asciutta.
Quinto deve faticare molto ma per ottenere davvero poco, e le sue prolungate e intense fatiche lo frustrano particolarmente. A un certo punto del pomeriggio, sotto il sole cocente, Quinto e i suoi figlioletti, che lo stanno aiutando anche loro con grande dispendio di energie, sono presi all’improvviso da una forte sete.
In quelle condizioni, i suoi figli sono particolarmente esposti al pericolo. Le roventi temperature che si percepiscono tra i boschi, e la gola secca che ne consegue, fanno presagire un vero e proprio rischio per la vita dei suoi pargoli. Non sapendo più come muoversi, l’uomo si rivolge con grande fervore alla Madonna, chiedendo di scendere dal cielo per aiutarli.
La Vergine, alle invocazioni che salgono dal profondo del cuore dell’uomo, appare in quell’istante, esaudendo le invocazioni del povero uomo. Maria dice a Quinto che avrebbe dovuto battere con il falcetto la roccia che in quel momento ha davanti. In maniera miracolosa, Quinto vede uscire proprio da quella roccia uno zampillo di acqua sorgiva, che gli permette di dissetare sé stesso e i suoi figli.
Subito l’uomo corre al Paese per comunicare quanto avvenuto. La notizia si sparge, e immediatamente i fedeli si riuniscono da tutte le vallate per visitare l’uomo, ascoltando i suoi racconti, e per recarsi in preghiera alla fonte prodigiosa. Tutta la diocesi bergamasca viene in poco tempo a conoscenza del fatto eccezionale.
Gli abitanti di Vall’Alta ben presto decidono di costruire una piccola cappella per onorare quanto avvenuto a Quinto Foglia. In pochi anni il luogo diventa meta di un afflusso costante e ininterrotto di pellegrini e di devoti, che si recano dalla Vergine per chiedere Grazie e consolazione.
Pian piano che la devozione prende piede, la cappella subisce modifiche e ampliamenti. Nel giro di ottant’anni la piccola chiesa viene inglobata quasi interamente in una costruzione nuova e più grande. La chiesa rimane in questa condizione praticamente per tutto il diciannovesimo secolo.
Il Santuario della Beata Vergine del Monte Altino è al centro di importanti visite, tanto da parte di tutti i vescovi che si sono succeduti nella diocesi di Bergamo, tanto da importanti cardinali, come ad esempio i delegati del Cardinale Carlo Borromeo, arcivescovo di Milano.
La vicenda del miracolo della Madonna del Monte Altino è stata poi anche riprodotta in una statua, oggi oggetto di venerazione dei molti fedeli che visitano il santuario. La stessa statua è stata incoronata dal vescovo Luigi Merelli il 23 Luglio del 1919, mentre invece il Santuario viene consacrato il 27 aprile 1935 dal vescovo Adriano Bernareggi.
O Vergine Santa, fonte di ogni Grazia, accoglimi come figlio tuo prediletto, in questa mia visita al tuo Santuario di Altino.
Tu che, invocata nell’arsura estiva, ti degnasti apparire su questo Santo Monte e hai fatto sgorgare limpida acqua dalla roccia per estinguere la sete di Quinto Foglia e dei suoi due figlioletti, placa ogni mia pena e aridità.
Nel mio cuore tu leggi dolori e speranze, desideri e invocazioni: esaudiscimi, Vergine Santa, per la disponibilità con cui hai accolto l’invito dell’angelo a diventare Madre di Dio, per le umiliazioni che hai sofferto nella grotta della natività, per il dolore che provasti nel distacco, all’inizio dell’apostolato pubblico di Gesù, per l’agonia della tua anima ai piedi della croce, Per la gloria della tua assunzione in cielo, ove siedi Regina.
Da questo tuo trono di grazie, proteggi il mondo intero, la Madre Chiesa, benedici le famiglie; veglia sull’anima dei giovani e sul cuore dei fanciulli, assisti tutti i miei cari, vivi e defunti.
Vicino a te, chiedo di cantare, un giorno, l’inno di grazie a Dio che ti ha donata a noi su questo Santo Monte, rifugio e speranza nostra, nel tempo e per l’eternità.
Amen
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