Il luogo in cui avviene il fatto è la grotta della chiesetta sotterranea dedicata a Santa Domenica, che si trova fuori dalle mura di quello che è il centro abitato di Laterza di allora.
La Madonna sconvolge i timori di un’intera popolazione salvandola da una dura condizione climatica che mette a rischio la sopravvivenza.
La grande nevicata in Puglia
Quell’anno è stato particolarmente importante per la cittadina di Laterza, cittadina della provincia di Taranto in Puglia. Si è avuta una grande nevicata, una di quella che non si ricordava a memoria d’uomo. I pascoli, in montagna, restano coperti per molti giorni di seguito.
Un fatto che porta, tuttavia, a mettere in pericolo la popolazione, per la semplice ragione che le scorte di cibo negli ovili sono ormai molto vicine dall’essere esaurite. Anche le stesse numerose pecore di proprietà del pastore Giambattista D’Azzia, pari a circa settemila, si trovano ad essere purtroppo al limite delle loro forze, a causa del fatto che sono rimaste a lungo private dell’erba primaverile.
Alcune di queste pecore, poi, non riescono a superare l’ondata di freddo e muoiono. Il marchese, a questo proposito, incolpa il massaro Paolo Tria. Il povero uomo prova a giustificarsi ma le sue risposte non sono in alcun modo ascoltate. Ancora peggio, le sue lunghe ricerche nelle campagne circostante, nel tentativo di recuperare gli animali dispersi, irritano e non poco il padrone del bestiame.
La morte e la fuga delle pecore
Il punto però sta nel fatto che quell’uomo è onesto, bravo, e soprattutto è profondamente intriso di morale cristiana. Quello che è accaduto, con le minacce del marchese nei suoi confronti, che chiede danni e preannuncia a grandi castighi, lo fanno disperare nel profondo. Prova inoltre una forte pena per quelle bestie, mentre allo stesso tempo la fede nel Signore lo porta ogni mattina a continuare a sperare che il peggio passi presto.
In quel giorno del 23 marzo, Paolo è sempre più triste, mentre negli occhi ha l’immagine della morte delle povere pecore. Continua a vagare tutto il giorno nella campagna in cerca di erba per poterle nutrire. A un certo punto, passa per la contrada San Francesco e si ricorda dell’antica chiesa sotterranea che è dedicata a Santa Domenica e che allo stesso tempo è rimasta abbandonata.
Così si mette subito in cerca della stessa e una volta trovata si ferma dinnanzi all’ingresso della grotta che è quasi del tutto chiuso dai rovi. In questo trovano rifugio serpenti e ogni genere di altri animali. Arrivato a quel punto, si inginocchia e comincia a pregare con grande intensità il Signore. Decide di affidare a Lui le sue pene. Nel momento di massima intensità della preghiera, appare di fronte a lui all’improvviso la Madonna, proprio davanti all’entrata della grotta.
La Madonna gli apparve davanti alla grotta
Rimane del tutto abbagliato dalla luce che circonda la figura di Maria, che tiene nel braccio sinistro il suo Bambino. Piega a un certo punto il suo capo, mentre la sua mente è confusa e la commozione sale fin su la gola. Si sente indegno di posare il suo sguardo su quella immagine divina. Si sente rivolgere tuttavia delle precise parole.
“Alza il viso e guardami bene; non temere figlio caro”, dice la Vergine. “Entra nella grotta, va e guardati intorno. Troverai su di un muro la mia immagine dipinta tale e quale tu ora mi vedi”. Udite queste parole, la Madonna scompare, e l’uomo rimane a dir poco sbigottito, senza fiato. Non sa come comportarsi, avrebbe immaginato che la visione durasse molto più a lungo. Quelle parole che ha udito rimangono tuttavia impresse nel suo cuore come un balsamo.
Il suo cuore è invaso da una profonda serenità. Continua a chiedersi cosa avesse spinto la Madonna a scegliere proprio lui, un uomo umile, nient’affatto nobile o altolocato. Mentre si aggira per la grotta, questa gli appare più luminosa e rischiarata del solito. Quasi come se una parte della luce emanata da Maria sia rimasta a illuminarla.
Alzando gli occhi, però, vede a un certo punto uno strano dipinto nel muro, che prima rimane in un cono di buio. E’ l’immagine di Maria, del tutto simile a quella che ha visto poco tempo prima dinnanzi a lui. Già solo quella immagine gli è così sufficiente a ripagare il desiderio profondo che ha di rivederla.
Maria e Gesù Bambino illuminavano tutta la grotta
Visto su quella parete, sa ormai che quel volto divino non l’avrebbe più lasciato, lo stesso volto che ha riempito il suo cuore di amore e tenerezza, oltre che di profonda serenità. Il mantello colore azzurro scende dal suo capo e le incornicia il viso, mentre cade sulle spalle della Vergine, fino alle braccia. Copre la sua veste bianca, e una parte dell’immagine di Gesù Bambino, che, in abito bianco, alza la destra benedicendo l’osservatore.
In basso, le parole, in latino, Madre del Signore Gesù Cristo. Paolo si inginocchia di fronte alla bellissima immagine mentre la prega con grande fervore, chiedendole di aiutarlo, affidando a lei ogni suo problema e angoscia.
Così implora: “Madre Santissima, sono stato ingiustamente accusato dal Marchese, e questo mi rattrista, ma più mi addolora la morte per fame delle mie povere pecore. La neve copre ormai da tanti giorni l’erba dei pascoli e il tempo non accenna a migliorare. Ti prego, Madre del Signore e di tutte le genti, ti prego, aiutami, aiuta questo tuo figlio disperato”.
Il miracolo e l’erba che rifiorisce
Appena finito di pronunciare quelle parole, sente la stessa voce soave che ha avvertito giorni prima. “Alzati figlio! Alzati e vai! Vai dal Marchese, egli ora sa che tu non hai colpa. Vai e porta le tue pecore a pascolare, la neve si è sciolta e nella campagna c’è erba in abbondanza. E va dalla gente e dì loro che qui, in questa grotta, c’è la mia immagine e che tutti quelli che entreranno a chiedermi grazie saranno da me consolati”.
Fuori dalla grotta, una volta uscito, Paolo vede che ai suoi piedi non c’è più neve ma solamente soffice erba, abbondante. Subito corre al palazzo, e si fa accompagnare dinnanzi al marchese che lo attende con un sorriso stampato in volto. Si guardano negli occhi e si abbracciano.
“Fratello, perdonami per le ingiuste accuse”, dice il marchese. Paolo non dice nulla di ciò che gli è accaduto nella grotta, e il padrone non viene mai a conoscenza che dietro quella maestosa giornata di sole c’era l’opera di Maria.
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Preghiera alla Madonna di Laterza
Santissima Vergine Maria,
augusta madre del Divin Signore, Mater Domini,
noi ci rallegriamo della Vostra eccelsa predestinazione
con la quale foste dall’eternità singolarmente eletta
per Madre dell’altissimo e che Elisabetta,
la Santa Vostra cugina dallo Spirito Santo illuminata,
vedendosi da Voi incinta del Divin Verbo visitata,
fu la prima che vi palesò per Madre di Dio,
esclamando con alto stupore.
“E donde mai mi viene tanta felicità che la Madre del mio Signore
e del mio Dio venga a visitarmi?”
E Voi vedendovi da essa encomiata,
ne riferiste a Dio tutta la lode, dicendo: “L’anima mia magnifica il Signore”. Deh!
Per pietà, impetratemi da Dio salute e vita eterna
con la grazia di proclamare sempre
la grandezza della vostra Maternità giacché coloro che Vi onorano,
avranno vita eterna.
AVE MARIA
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