Un contadino sta arando il suo campo, all’entrata della Valverde, in provincia di Brescia, e non capisce cosa sta accadendo tutto d’un tratto.
Poco distante dal luogo dove si trova l’uomo, c’è una piccola chiesa dedicata alla Madonna.
All’improvviso, senza alcuna apparente ragione, i suoi buoi si fermano e si inginocchiano. Gli animali si rifiutano di proseguire, e in un primo momento il contadino non capisce cosa stesse succedendo. Allora alza lo sguardo, e vede sopra di sé la figura di un Uomo vestito con una tunica rossa e un manto azzurro.
E’ Gesù, che con tono autorevole dà all’uomo un ordine. “Prendi i tre pani che hai nella bisaccia e va a gettarli nello stagno”, dice. Il bravo contadino, preso da timore reverenziale, accoglie subito l’invito e si avvia verso il laghetto per eseguire quando dettogli da Cristo. Nel momento in cui però si avvicina allo stagno, e sta per gettare il pane, sente una voce chiamarlo.
“Fermati! Non li gettare”, si sente pronunciare in sua direzione. La voce, soave, lo sta richiamando. Non potendo comprendere cosa stesse succedendo, si ferma con il pane tra le dita, poco prima di lanciarlo, e alza lo sguardo. Vede una Signora, apparsa in mezzo all’acqua, sopra uno scoglio, che sta rivolgendo a lui la sua parola.
E’ la Vergine Maria. Il contadino, confuso e interdetto, non più come comportarsi. Volgendo lo sguardo verso la Donna, mentre questa riprende a parlare, si ferma ad ascoltare le sue parole. “Ritorna dall’adorabile Signore che qui ti ha inviato e pregalo da parte mia che si compiaccia di revocare il suo comando ed assicuralo che io troverò il modo di soddisfare la sua divina giustizia”, dice Maria all’uomo.
Così, confuso, il contadino ritorna ai piedi dell’Uomo che lo ha invitato a gettare il pane. Gli riferisce della visione che ha avuto, in cui la Signora lo ferma dal gettare il pane. La vicenda però fa sì che il Signore si mostri adirato. E di conseguenza insiste nell’ordine che ha dato all’uomo, esprimendo il suo desiderio che venga eseguito.
Il contadino, rattristato e incredulo, ritorna nuovamente al laghetto portando appresso i tre pani. Convinto ad eseguire gli ordini che il Signore stesso gli ha rinnovato. La Signora apparsa sopra il lago però lo ferma di nuovo. “No! Non li gettare”, grida verso di lui. Il contadino, affranto, si sente costretto a rispondere alla Donna. “Ma l’ordine di quel Signore è questo, ed io lo devo eseguire”, dice. La Signora lo riprende.
“No! Fermati, ascolta. Io sono la Madre del Divin redentore e il Signore che ti ha dato questo ordine è appunto il mio Divin Figlio. Egli è giustamente adirato contro la perversità sconfinata che regna fra gli uomini, ed ha deciso di punirli con flagelli spaventosi. Gettare questi pani significherebbe il decreto irrevocabile. Va’, dunque e prega il mio Gesù di voler ancora usare misericordia ai poveri peccatori nella speranza che questi ritornino a vita virtuosa”.
Per un’ultima volta l’uomo riesce a raccogliere le sue forze, spinto dalla fiducia nella protezione della Madonna. Cosicché ritorna con passo svelto alla presenza del Redentore. Il contadino, nell’incontrare Gesù, si prostra a terra, tra le lacrime, e presenta a Gesù il desiderio della sua divina Madre. Gesù, con volto fermo e severo, ordina nuovamente di tornare allo stagno.
“Ritorna allo stagno ed esegui il comando che ti ho dato. Le iniquità degli uomini sono al colmo, la mia giustizia è ormai stanca; il vizio, la lussuria che dominano più che mai in mezzo a loro mi muovono a tanta nausea; va’ e compi ciò che ti ho ordinato”. Il contadino è ormai al colmo dello spavento, e ripercorre il sentiero con il cuore affranto. Tornato dalla Madonna, la fissa negli occhi per implorare pietà e consolazione.
La risposta di Maria è: “O buon uomo! Il caso è gravissimo. Insistiamo ancora a pregare la Divina Misericordia. Il getto di questi tre pani significherebbe lo scatenarsi sopra la terra di tre terribili flagelli, la peste, la fame, la guerra con lo sterminio di gran parte delle genti. Va’ di nuovo ai piedi del mio Divin Figliuolo, presentagli a nome mio i meriti delle sacratissime sue Piaghe, della sua Passione e morte, rinnovagli i miei voti e i desideri, l’intercessione delle mie suppliche, digli che mi impegnerò per mezzo tuo di richiamare le genti a sincera penitenza. Insisti devotamente, prega con molta umiltà e la misericordia di Lui prevarrà”.
Per un’ultima e ulteriore volta il contadino ritorna da Gesù, piangendo e riferendogli le parole della Madonna. A quel punto, finalmente, l’uomo si sente rispondere parole dolci. “Alla benedetta mia Madre nulla io so negare. Per amore di Lei sospendo due dei castighi ed inoltre se gli uomini ritraendosi dai loro immondi costumi si purificheranno profondamente nelle lacrime della penitenza verrà alleggerito di molto anche il terzo. Va’ al laghetto e gettavi un solo pane”.
L’uomo ritorna felicemente al laghetto, dove trova ancora la Madonna che gli fa gettare in acqua uno dei tre pani. Dicendo: “Ora vai ad annunziare le cose che hai viste ed udite. Esorta la gente ad abbandonare le vie dell’empietà, esortali a vivere cristianamente per placare la divina giustizia che hanno gravemente irritata. Suggerisci loro la purificazione nel sacramento della penitenza, facciano devote novene con processioni. Vestano bianche vesti. Assistano con devozione alla S. Messa. Ricevano con fede la S. Comunione. Tra i canti mi è assai gradito lo Stabat Mater dolorosa”.
Una volta gettato il solo pane indicato dalla Madonna, quello cioè della peste, l’uomo corre a raccontare l’accaduto ai compaesani. Da lì comincia a muoversi verso ogni paese e regione, e un gruppo di discepoli vestiti di bianco come lui lo accompagna. In ogni luogo in cui si reca, l’uomo racconta l’accaduto e annuncia le parole che gli sono state indicate dalla Vergine.
La sua predica chiama alla penitenza, alla preghiera e alle processioni. E’ così che nasce movimento dei Bianchi, o Disciplinati, come raccontato nell’Opera storica di Sant’Antonino di Firenze. Il movimento religioso si diffonde in Italia, Germania, Francia e Spagna.
Nel 1711, il 1 ottobre, la Madonna appare una seconda volta a Valverde. In quei giorni infatti la provincia di Brescia è colpita da una profonda epidemia, che porta a un’intensa moria di bovini. I cittadini dei territori cominciano a rivolgersi con forza alla Madonna di Valverde. Il venerdì 2 ottobre viene programmata una solenne celebrazione nel Santuario.
Il giorno precedente due giovani ragazzi, Paolo di otto anni e Francesco di 11 anni, stanno raccogliendo castagne sul colle san Pietro, vicino al laghetto del Santuario. Mentre stanno ritornando a casa, a metà pomeriggio, il loro sguardo si direziona alla cappella del laghetto. Sul tetto della piccola cappella, però, notano una luce splendente.
Fissandola meglio, in mezzo al chiarore vedono apparire una Donna vestita di bianco, che splende come il sole. Le sue vesti candide il suo manto azzurro sono sollevati da una lieve e misteriosa brezza. Incuriositi, i due giovani precipitano dal monte e accorrono verso il laghetto, dove la donna, inginocchiata verso oriente, sta pregando.
“Questa è la Madonna!”, gridano estasiati i ragazzi. Subito si inginocchiano verso di lei recitando la preghiera Salve Regina. L’immagine della Madonna scompare poco dopo dai loro occhi, ma una donna nelle vicinanze ha notato lo stesso chiarore, mentre sta raccogliendo la legna. Poco dopo i ragazzi corrono in paese per riferire a tutti l’accaduto, dicendo che presto l’epidemia sarebbe cessata. Tutti diventano all’istante fiduciosi. Poco dopo, effettivamente, l’epidemia cessa.
Ogni anno, l’ultima domenica di luglio, viene infine organizzata la cerimonia che ricorda la duplice apparizione di Cristo e della Madonna, a cui fa seguito la processione che si snoda dalla parrocchiale al Santuario di Valverde.
Santissima Vergine Immacolata e madre mia Maria,
a voi che siete la Madre del mio Signore, la regina del mondo,
l’avvocata, la speranza, il rifugio dei peccatori,
ricorro io che sono il più miserabile di tutti.
Vi ringrazio di quante grazie mi avete fatte finora,
specialmente di avermi liberato dall’inferno che tante volte ho meritato.
Io vi amo, Signora amabilissima,
e per l’amore che vi porto vi prometto di volervi sempre servire e di far quanto posso,
affinché siate amata anche dagli altri.
Io ripongo in voi tutte le mie speranze, tutta la mia salvezza;
accettatemi per vostro servo ed accoglietemi sotto il vostro manto,
o Madre di misericordia. E giacché siete così potente presso Dio,
liberatemi da tutte le tentazioni;
oppure ottenetemi la forza di vincerle sino alla morte.
Non mi lasciate fintanto che non mi vedrete già salvo in cielo
a benedirvi ed a cantare le vostre misericordie per tutta l’eternità.
Amen
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