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365 giorni con Maria: 25 luglio | Il miracolo dell’urna

La statua della Madonna con le braccia incrociate sul petto, che si venera in quella parrocchia, è riposta nella sua urna di legno, come al solito.

Quella mattina, il sacerdote sta iniziando la celebrazione della Santa Messa, la prima della giornata. La chiesa è gremita di fedeli. Si celebra la festa di San Giacomo.

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L’urna si apre miracolosamente

All’improvviso si sente un forte colpo provenire dall’urna. Subito tutte le persone si girano verso il punto da cui proviene il rumore. Tutti insieme vedono lo sportello dell’urna aprirsi da sé. La statua che è custodita all’interno sta tendendo le braccia in avanti, verso i fedeli. Che subito cominciano a gridare al miracolo.

Voci di giubilo e di incredulità si mischiano tra di loro, in una commozione generale. Il celebrante, sull’altare, più volte prova a richiamare al silenzio, per terminare la celebrazione della Santa Messa. Appena terminata, una volta recitate le litanie alla Vergine, sta però di fatto che da quel momento in poi don Filippo non riesce più a ripiegare le braccia del simulacro e nemmeno a richiudere la statua dentro l’urna.

La notizia dell’avvenimento prodigioso fà il giro del territorio della Corva in pochissimo tempo, e tutte le persone accorrono di giorno in giorno, dai paesi vicini e da ogni luogo, per venerare la statua miracolosa. Alle persone che si recano in pellegrinaggio a Porto Sant’Elpidio la Vergine dispensa continuamente grandi grazie.

Il prodigio visto da molti

Fino a intorno il 1881 il fatto viene ricordato e creduto da tutti, anche perché molte persone che hanno assistito in prima persona al prodigio sono ancora vive. In quegli anni, inoltre, viene celebrato dalla Chiesa Fermana un Processo Canonico, al termine del quale il prodigio è riconosciuto pienamente veritiero.

Purtroppo però, non si sa bene per quale motivo, dei documenti del processo vanno perduti. Solenni festeggiamenti dell’avvenimento miracoloso sono celebrati nel 1904, in occasione del settantacinquesimo anniversario. Per questa occasione viene rifatta la facciata della della Chiesa e decorata la Cappella dedicata alla Madonna.

Oltre a questo, al Simulacro della Madonna un rifatto il nuovo abito, in pura seta e ricamato in oro fino. Le memorie tradizionali spiegano inoltre che la statua di Maria venerata nella chiesa della Corva apparteneva, in origine, alla famiglia Parmili di Sant’Elpidio a Mare. La Parrocchia acquisisce il Santo Simulacro dopo che questo è stato dato in prestito alla Chiesa dai proprietari in un certo periodo dell’anno.

La sacra immagine di Maria prima custodita nell’urna

Dal 1809 la statua rimane però definitivamente conservata all’interno della Chiesa della Corva, appoggiato in un’urna in legno vicino all’Altare maggiore. Maria rimane così sempre più vicina ai suoi figli per donare loro Grazie e benedizioni, in particolare dopo il prodigio avvenuto il 25 luglio 1829.

Tra le grazie avvenute per intercessione della Madonna della Corva, se ne segnalano infatti numerose. Il 26 luglio 1829 Orazio di Pasquale Casciotta di Capodarco riacquista la vista, il 28 agosto 1829 è la volta di un uomo di 71 anni, Domenico Antonio Cicconi di Monte Leone.

Tra le numerose guarigioni, poi, il 31 luglio 1829 quella di Lorenzo Mataloni di Morrovalle, il 2 agosto 1829 quella di Domenico Mancini di Pasquale, il 15 agosto 1829 Domenico Mezzabotta di Fermo, di una donna inferma, di una bambina muta dalla nascita che inizia a parlare. E molte altre. Così che la chiesa in poco tempo si riempie di numerose grucce e di ex voto, molti a testimoniare guarigioni di ammalati e il ritorno di soldati dal fronte nel tempo di guerra.

Preghiera alla Madonna di Porto Sant’Elpidio

O Donna da tutti e sopra tutti benedetta!

Tu sei l’onore e la difesa del genere umano;

tu sei la Madre di Dio; tu la Signora dell’universo, la regina del mondo.

Tu sei la perfezione dell’universo e il decoro della santa Chiesa;

tu tempio di Dio; tu giardino di delizie;

tu porta del cielo, letizia del Paradiso e gloria ineffabile del sommo Dio;

veramente è balbettando che cantiamo le tue lodi e le tue bellezze.

Supplisci con la tua bontà alle nostre insufficienze.

Amen

Rosalia Gigliano

Scritto da
Rosalia Gigliano

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