L’icona è stata trafugata da marinai tropeani da una imbarcazione che proveniva dall’Oriente-bizantino. La terribile tempesta la sospinge fino al porto di Tropea, ed è questa la ragione che la porta ad essere denominata, in seguito, “Madonna della Romania”.
La Madonna di Tropea salva la città in numerose occasioni con interventi straordinari. Uno di quei miracoli si può toccare con mano ancora oggi.
In quella stessa notte il vescovo della città fa un sogno molto particolare. Sogna la Madonna che si rivolge a lui facendola una domanda. Maria chiede al presule di farla restare nella città di Tropea per diventarne la Protettrice.
Il vescovo è sbalordito dal sogno, che inizialmente gli pare quasi più una sorta di suggestione. Per diverse notti, però, Maria si ripresenta a lui con la stessa richiesta. Capisce che non è un caso o una suggestione, ma che in quelle parole vi è una domanda ben precisa. Una volta constatato ciò, il religioso convoca gli alti funzionari e i cittadini. Insieme a loro si reca al porto a prendere il quadro della Madonna.
Porta a terra l’immagine e subito dopo la nave, miracolosamente, riparte. Poco tempo dopo Maria viene in sogno ad un altro vescovo, stavolta per portargli un avvertimento molto importante. Gli parla di un terremoto che di lì a poco avrebbe devastato la Calabria. Il presule, in preda al terrore, il 27 Marzo 1638 istituisce nella maggiore fretta possibile una processione di penitenza, che coinvolge tutto il popolo tropeano.
Nel corso di quella processione si scatena il terremoto. Tuttavia, avviene il miracolo. Il drammatico sisma non procura alcun danno ai tropeani. Poi arriva anche un altro terremoto ancora, molto più forte e più tragico. Anche in questa seconda occasione, vengono salvati tutti i tropeani.
E’ così che si rafforza la devozione di Tropea per questa Madonna, detta “Madonna della Romania”, ma anche più comunemente Madonna di Tropea, grazie al fatto che tutti riconoscono la sua intercessione durante questi eventi miracolosi che portano alla sua proclamazione a Protettrice della città.
Sono numerosi i miracoli attribuiti alla Madonna nel corso dei secoli, dalle protezioni da pestilenze, terremoti, carestie e altre calamità, fino a famosi episodi riportati da testimonianze molto tangibili.
Come ad esempio la salvezza dall’epidemia di peste che nel 1660 si espande a Tropea e in tutto il regno di Napoli. Un’epidemia che porta a migliaia di vittime. Oppure anche durante la Seconda guerra mondiale, quando la fortunata mancata esplosione di due grandi ordigni bellici, custoditi nella cattedrale di Tropea, fanno sì che la tragedia sicura sia stata evitata per molte persone.
Siamo precisamente nel luglio del 1943, nel cuore della Seconda Guerra Mondiale, a un passo dalla sconfitta del regime fascista. Da pochi giorni in Sicilia sono sbarcate le truppe alleate, e le coste siciliane e calabresi sono veri e propri teatri di battaglia. Gli scontri, di violenza inaudita, purtroppo non risparmiano nessuno. Per giorni le bombe cadono ininterrottamente, al fine di mettere in fuga i tedeschi. Le abitazioni civili, sotto la pioggia incessante delle bombe lanciate una dietro l’altra, si rivelano fragili e poco sicure.
Sono le 16 del 24 luglio, giornata in cui un gruppo di bambini si trova a giocare spensierato in un piccolo giardino, situato nel cuore del Paese. Una formazione aerea sta sorvolando la città ad alta quota. Uno di questi aerei si stacca dal gruppo per abbassarsi, e per compiere una terribile e sanguinosa strage di innocenti. Le sue bombe sganciate, in tutto sei, hanno la traiettoria precisamente rivolta verso i bambini, che assistono pietrificati dal sibilo degli ordigni.
Le bombe toccano terra proprio in quello stesso prato in cui i bimbi stanno giocando in tutta innocenza. C’è però un incredibile, grande, miracolo. Le bombe, infatti, non scoppiano. Restano infilzate nella terra arsa dalla calura estiva. Tutti, con le lacrime agli occhi, gridano al miracolo, invocando con il cuore in gola e a tutta voce il nome della Madonna di Romania. Tutti sono subito raccolti per quella preghiera corale, dal vescovo al clero con tutta la popolazione fino ai familiari degli stessi bambini.
Si analizzano persino gli ordigni, e gli studi evidenziano il loro perfetto funzionamento. La devozione alla misteriosa effige cresce vertiginosamente. Ancora oggi due di quelle sei bombe sono conservate all’interno del duomo di Tropea, ai lati dell’ingresso della navata centrale.
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O Vergine clementissima, o gran Madre di Dio e Madre nostra ancora, eccoci prostrati davanti alla Vostra Sacra Immagine, che veneriamo sotto il miracoloso titolo di Romania.
Quante volte ci ricordiamo che Essa è il preziosissimo dono, di cui vi piacque arricchirci e non possiamo non piangere per tenerezza. Oh degnazione veramente singolarissima! Oh eccesso del vostro materno affetto verso di noi!
Voi, o Vergine gloriosissima, non voleste che questa augusta Immagine, per divin consiglio trasportata da lontani paesi, fosse lasciata in altre città; Voi, verso di noi amorosissima, la voleste in mezzo a noi; e con la voce dei prodigi, mentre agile naviglio la spingeva altrove, par che diceste: Qui voglio fermarmi, e qui la lasciaste per nostro gran tesoro e come il più chiaro segno del vostro materno affetto.
Ora, con così alto e misterioso vostro dono, che cosa mai potrà più mancarci in questa valle di lacrime? Quanti beni noi abbiamo a sperare? In Voi, o Madre amorosissima, in Voi ogni nostra speranza.
Guardate Voi, mirate, come ci troviamo miseramente sbattuti in questo tempestoso mare del mondo! Voi, che siete la Stella del mare, spuntate in mezzo alle tenebre della bufera a nostra guida! Se i venti impetuosi delle tentazioni contro di noi insorgono, Voi dissipateli: sosteneteci Voi quando inciampiamo nei penosi scogli delle tribolazioni. E quando le onde spumanti della superbia, dell’ambizione e di ogni altro reo affetto ci agitano, allora fate Voi, o bella Madre di Romania, che la navicella dell’anima nostra non abbia a sommergersi in mezzo a così orridi flutti.
E se infine ci spaventa l’enormità dei nostri peccati, se ci confonde la bruttezza della nostra coscienza, se ci atterrisce l’orrore dell’estremo giudizio, Voi, o Madre tenerissima, stendete la vostra mano potente per non farci cadere nel baratro della tristezza o nell’abisso della disperazione.
Sì, Voi, Vergine potentissima, proteggeteci; Voi guidateci. Siateci Voi propizia presso il trono della Divina Misericordia e siamo certi che così giungeremo, incolumi e felici, al beato porto del cielo, per potervi lodare e benedire, insieme con il Padre, con il Figlio e con lo Spirito Santo, cui sia onore, gloria e benedizione per tutti i secoli dei secoli.
Amen.
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