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365 giorni con Maria: 29 aprile. Impressionante, il suo sangue vivo fuoriesce copioso dal dipinto

Nel tardo pomeriggio, un’ora prima del tramonto, accade un fatto straordinario che segna per sempre questa incredibile devozione.

Questo miracolo raduna tutta la gente che, da allora, instancabilmente, non si è mai più staccata da Lei.

365 giorni con Maria, 29 aprile (photo web source)

La Madonna del Sangue di Re sconvolge tutti dopo la violenza di un giovane del posto. Per giorni il popolo invoca misericordia.

Il gioco della piodella

Di fronte alla facciata della chiesa parrocchiale, nella piazzetta antistante, si sta giocando alla “piodella”. Il gioco consiste in questo: sopra un recipiente capovolto a forma di bicchiere, detto “mago”, ogni giocatore pone la sua moneta. Una volta riposte le monete, da lontano ognuno tira la sua piodella di sasso a forma piatta per colpire il bersaglio.

Chi si avvicina di più ai soldi, sparpagliati dal lancio della piodella, è il vincitore e si porta via il premio. In quella giornata apparentemente comune si sono sfidati a questo gioco due cugini di Londrago, Giovanni Zucono, soprannominato “Zuccone”, e Comolo, insieme ad altri amici.

Giovanni ha un carattere molto impulsivo, da cui si origina il suo soprannome, e in Valle molti lo conoscono per alcune delle sue continue bravate, spesso compiute da “alticcio”. Giovanni, per non aver azzeccato il colpo vincente, scaglia con rabbia la piodella contro l’immagine della Madonna dipinta sulla facciata della chiesa.

L’affronto all’immagine di Maria

Si tratta di una immagina raffigurante la Madonna del latte, seduta sopra un trono. Nell’effige Maria con la mano sinistra tiene sulle ginocchia il Bambino che sta succhiando dal seno scoperto. Mentre invece un ampio velo scuro copre il capo e la parte alta della fronte della Madonna, per scendere fino ai gomiti, costellato da cerchietti raggianti contenenti una crocetta stilizzata.

Intorno al capo di Maria, l’ampia aureola è messa in evidenza da un bordo segnato da punti neri, sopra il suo sguardo estremamente dolce, mentre mostra con la mano destra un mazzetto di rose.

Il gesto sacrilego compiuto dallo Zuccone verso questa immagine, però, gli costa molto caro. Colpisce la Madonna in mezzo alla fronte, la piodella non scava l’intonaco dell’affresco ma segna una frattura a forma di croce. Il cugino subito lo rimprovera con ardore, e presto lo Zuccone si pente e chiede perdono. Poi, impaurito, fugge con l’amico.

In quella stessa notte due passanti, Giovanni di Minola e Antonio Ardizio di Craveggia, notano con grande stupore uno strano chiarore proveniente dal porticato della chiesa come se ci fosse una candela accesa. Colti dallo spavento subito si allontanano dal luogo, non capendo cosa stesse accadendo.

Altare Santuario Madonna del sangue – photo web source

La mano sporca di sangue

La mattina seguente il sacrestano Stefano di Gisla, come ogni giorno, va ad aprire la chiesa, dentro cui però vede una donna bianco vestita, inginocchiata davanti all’immagine della Madonna. Non le dà molto peso, così entra a suonare l’Ave Maria. Uscendo, però, non vede più la donna e non si accorge di nulla rispetto a quanto è accaduto al dipinto.

Il primo a rendersi conto del prodigio è un vecchietto, Bartolomeo, che è abituato a farsi il segno della croce ogni volta che passa davanti all’immagine, che tocca con una mano. Appena la vede sporca di sangue, ritrae la mano sconvolto. Un rigagnolo sgorga dalla ferita della fronte insanguinando il volto della Madonna e del Bambino e tutta l’immagine fino a terra.

Subito l’anziano signore comincia a gridare: “Misericordia, misericordia”. Si precipita a chiamare il parroco. Tutti in pochissimo tempo vengono a conoscenza della notizia e accorrono persone da ogni paese. Ma l’effusione di sangue continua imperterrita e la folla continuava a implorare gridando: “Misericordia, misericordia!”.

Dopo la mezzanotte il fiotto di sangue cresce e gocciola fino a terra. Il profumo che emana il dipinto è però talmente soave e dolce che è “impossibile a descriversi”. Il sangue sul pavimento viene tamponato con panni bianchi, così a un certo punto il parroco lo raccoglie in una tovaglia d’altare che ripone in un calice.

Il sangue continua a fuoriuscire dal quadro

Per venti giorni il sangue continua a fuoriuscire dal dipinto, fino al 18 maggio, in maniera intermittente ma allo stesso tempo sempre meno abbondante, come se si tratti di una ferita che a poco a poco si rimargina. Ogni emissione di sangue viene annunciata con le campane, e il popolo accorre giorno e notte senza sosta.

Alla fine del miracolo, l’immagine della Madonna viene protetta attraverso la costruzione, tutto attorno, di una cappella, edificata abbattendo il portico della chiesa parrocchiale e prolungando quest’ultima verso la facciata.

I significati attribuiti a questo evento sono stati diversi, molti hanno pensato a un segno premonitore, quindi ai flagelli e alle guerre che stanno travolgendo il Ducato di Milano a iniziare dal tradimento dei mercenari svizzeri, nel 1500, ai danni di Ludovico il Moro fino alla sconfitta del re Francesco I di Francia per mano dell’esercito di Carlo V a Pavia nel 1525.

La Madonna infatti chiama i peccatori alla penitenza proprio in vista delle calamità che di lì a poco sarebbero accadute. Tuttavia molti storici vedono in questo avvenimento anche un segno e un richiamo alla speranza che sgorga da una madre che invita i suoi figli, in queste vallate e in tutto il mondo, a sopportare il dolore e la violenza con serenità perché da lei saranno protetti in ogni momento, e grazie a lei il dolore non potrà nulla perché diventerà salvezza e anticipo della vita eterna.

Santuario Madonna del Sangue – photo web source

Preghiera alla Madonna del Sangue di Re

O Vergine Santa che a Re

ti sei fatta presenza Viva

bagnando la nostra terra

con il tuo sangue,

benedici le nostre famiglie,

i nostri bambini,

i nostri anziani.

Dona a tutti la luce della fede

nel cammino verso la Patria

dove tu ci attendi,

o dolce Madre nostra Maria.

Amen.

Rosalia Gigliano

Scritto da
Rosalia Gigliano

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