La Madonna della Liberazione salva il primo vescovo, nominato nella colonia francese, che passerà indenne attraverso innumerevoli catastrofi.
In quell’anno viene deciso di riorganizzare, come passaggio necessario, la poco seguita vita religiosa.
Il primo vescovo nominato nella colonia francese si chiamerà Etienne Leherpeur.
Padre Étienne-Jean-François Le Herpeur è parroco a Bayeux in Normandia oltre che grande devoto di Nostra Signora della Liberazione, a Dover-la-Délivrande in Calvados. Subito l’uomo si propone per il nuovo vescovado in Martinica, e Papa Pio IX approva la sua richiesta il 3 febbraio.
Una volta lasciata la sua patria amata con altri sacerdoti e seminaristi, e con cuore entusiasta e fiducioso, si mette in viaggio in mare. Mentre sta raggiungendo la nuova sede nelle Antille, incappa in una tempesta tropicale di dimensioni terribili. Per dieci giorni il mare infuria in maniera allarmante. Tanto che una notte, il capitano fa chiamare il vescovo per avvisarlo del pericolo grave e imminente a cui stanno andando incontro.
Di fronte al panico generato in quella drammatica situazione, al culmine della tempesta, Monsignor Le Herpeur inizia a pregare, e decide di fare voto a Maria, promettendo di fare edificare una chiesa in suo onore, elevandola a Patrona della diocesi, qualora avesse salvato lui e tutti gli altri compagni di viaggio, facendoli sfuggire alla tempesta.
Di fatto, l’uomo si salva. Poco dopo fa costruire la chiesa sul Morne Rouge, ovvero sul colle che sta sopra la città di Saint Pierre. All’interno della Chiesa è posizionata una statua della Madonna di origine normanna. Ben presto la Madonna della Liberazione diventa patrona dell’isola.
Nel 1891 un altro evento catastrofico si abbatte sul Santuario. Un ciclone lo distrugge completamente. Tuttavia, anche stavolta la statua rimane miracolosamente intatta. Nel 1902 un altro evento naturale terribile mette a prova la statua miracolosa. La terribile eruzione del vulcano Pelée, infatti, avvenuta nel 1902, rade al suolo la città. Ma anche in quella occasione, miracolosamente, la statua non subisce danno.
Quando il sacerdote arriva in Martinica, il 25 aprile, è appena scoppiata un’epidemia di febbre gialla nella nuova diocesi che ha decimato il clero. Così che vescovo e seminaristi devono rifugiarsi sulle vicine colline di Saint-Pierre, la Morne-Rouge. La regione è boscosa e scarsamente popolata. Solo chi ha fatto il vaccino può rimanervi.
Anche in quella occasione il vescovo si rivolge alla Madonna della Liberazione con suppliche e preghiere. Cercando così prima possibile il terreno su cui costruire la chiesa che ha promesso. Un giorno il religioso, all’improvviso, sente un’esclamazione prodigiosa. “Non esitare, è qui che sarà Nostra Signora della Liberazione!”.
Poco dopo la febbre gialla, in maniera incomprensibile a molti, scompare. Quasi come se Maria avesse provveduto alla supplica del vescovo per l’intera città. Tornato nella diocesi, il religioso pronuncia le seguenti parole.
“Considerando che è piaciuto a nostro Signore di diffondere la devozione a Maria in tutte le parrocchie e nei cuori della Martinica, la cappella di Morne-Rouge d’ora in poi porterà il titolo di nostra Signora della Liberazione. Vogliamo che la Madre di Dio divenga qui la Padrona, la Regina e la Madre della diocesi e di ciascuna delle anime che ci sono affidate”.
Da quel giorno, ogni anno il 13 dicembre, si ripeterà il pellegrinaggio diocesano. La Chiesa di Nostra Signora della Liberazione, nel dipartimento francese della Martinica, è quindi oggi la sede del patrono nazionale. Ogni anno ospita il 30 agosto, il pellegrinaggio diocesano in cui vengono puntualmente coinvolte almeno ventimila persone.
Ricordati e rammentati, o dolcissima Vergine, che Tu sei mia Madre e che io sono Tuo figlio; che Tu sei potente e che io sono poverissimo, timido e debole. Io Ti supplico, dolcissima Madre, di guidarmi in tutte le mie vie, in tutte le mie azioni. Non dirmi, Madre stupenda, che Tu non puoi, poiché il Tuo amatissimo Figlio ti ha dato ogni potere, sia in cielo che in terra.
Non dirmi che Tu non sei tenuta a farlo, poiché Tu sei la Mamma di tutti gli uomini e, particolarmente, la mia Mamma. Se Tu non potessi ascoltare, io Ti scuserei dicendo: «è vero che è mia Mamma e che mi ama come Suo figlio, ma non ha mezzi e possibilità per aiutarmi». Se Tu non fossi la mia Mamma, io avrei pazienza e direi: «ha tutte le possibilità di aiutarmi, ma, ahimé, non è mia Madre e, quindi, non mi ama». Ma invece no, o dolcissima Vergine, Tu sei la mia Mamma e per di più sei potentissima.
Come potrei scusarti se Tu non mi aiutassi e non mi porgessi soccorso e assistenza? Vedi bene, o Mamma, che sei costretta ad ascoltare tutte le mie richieste. Per l’onore e per la gloria del Tuo Gesù, accettami come Tuo bimbo senza badare alle mie miserie e ai miei peccati. Libera la mia anima e il mio corpo da ogni male e dammi tutte le Tue virtù, soprattutto l’umiltà. Fammi regalo di tutti i doni, di tutti i beni e di tutte le grazie che piacciono alla SS. Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo. Amen
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