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365 giorni con Maria: 4 giugno. La città di Roma è salva grazie al voto rivolto alla Vergine

La Madonna del Divino Amore vede il suo culto legato sia a un miracolo antico che a uno più moderno.

Esso esprime un rapporto profondo e intenso che intercorre tra la Vergine e i romani.

365 giorni con Maria, 4 giugno (photo web source)

L’importante culto mariano vede le origini di questa devozione all’antico dipinto raffigurante la Vergine che tiene in grembo Gesù Bambino, all’ombra della colomba simbolo dello Spirito Santo.

Il pellegrino perduto

Proprio dallo Spirito viene infatti il nome attribuito a questo culto, che mostra il legame unico tra Maria e lo Spirito Santo, suo divino Sposo. L’inizio rimanda invece alla primavera del 1740, quando un pellegrino, diretto alla basilica di San Pietro, si era smarrito nella campagna nei pressi di Castel di Leva, all’epoca decisamente inospitale, insalubre e pericolosa.

Appena vede alcuni casali e un castello diroccato in cima ad una collina, il viandante decide di dirigersi in quella direzione sperando di trovare qualcuno che possa aiutarlo, magari fornendogli informazioni sulla strada che avrebbe dovuto intraprendere per tornare a Roma. In quel cammino, però, lungo la strada, viene assalito da un branco di cani rabbiosi, che in un primo momento lo circondano.

Il pellegrino, preso dal panico, alza lo sguardo e si accorge che sulla torre del castello c’è un’icona che raffigura la Vergine con il Bambino, sovrastata dalla colomba dello Spirito Santo. A quel punto, con grande speranza e con tutte le sue forze, invoca la Madonna affinché lo salvi da quel pericolo imminente. All’improvviso, per miracolo, le bestie che gli sono addosso di colpo si fermano e si dileguano.

I cani che lo circondano: la Madonna lo salva

I pastori della zona sentono le urla del viandante e accorrono sul posto. Una volta ascoltato il suo racconto, gli indicano la giusta strada e lui subito ricomincia il suo viaggio. La notizia dell’accaduto si diffonde ben presto in città e l’icona della Madonna a Castel di Leva diventa ben presto meta di pellegrinaggio. L’immagine è risalente alla fine del XIII secolo e si trova su una torre facente parte delle mura di Castello dei Leoni, da cui proviene il toponimo Castel di Leva.

La Madonna del Divino Amore è poi protagonista anche di altri eventi della seconda guerra mondiale. La zona del Santuario viene infatti bombardata l’8 settembre 1943, e l’icona della Madonna è portata a Roma il 24 gennaio 1944, accolta in maniera trionfale dal popolo. In un primo momento l’immagine viene portata nella chiesetta della Madonna del Divino Amore, nei pressi di piazza Fontanella Borghese. Tuttavia in maggio è trasferita in San Lorenzo in Lucina, a causa dell’enorme afflusso di fedeli.

La devozione alla Madonna durante la II guerra mondiale

Durante l’ottavario della Pentecoste e la novena della Madonna del Divino Amore, iniziate quell’anno il 28 maggio 1944, poco prima della battaglia per la conquista di Roma tra i nazisti e gli Alleati, Papa Pio XII invita solennemente i romani a pregare per la salvezza della città. In quei giorni l’affluenza a San Lorenzo in Lucina aumenta in maniera vertiginosa, tanto che il giornale “La Civiltà Cattolica” riferisce di 15.000 comunioni distribuite quotidianamente.

Papa Pio XII – photo web source

Per questa ragione si decide di trasferire l’immagine della Madonna nella più ampia chiesa Sant’Ignazio di Loyola a Campo Marzio. La sorte di Roma si sta per decidere, nella data del 4 giugno, e la sera alle ore 18 la chiesa di Sant’Ignazio è del tutto gremita. Lì viene letto il testo del voto dei romani alla Madonna del Divino Amore affinché la città venga risparmiata dalla distruzione della guerra. In quello stesso momento i fedeli promettono di correggere la propria condotta morale, di erigere un nuovo santuario e di realizzare un’opera di carità a Castel di Leva.

Un voto espresso in tutta fretta prima che scatti il coprifuoco alle 19. Quella stessa sera i tedeschi lasciano Roma e le truppe alleate fanno il loro ingresso trionfale in città. L’11 giugno papa Pio XII, che in precedenza non poteva lasciare il Vaticano perché avrebbe rischiato la deportazione, si reca nella chiesa di Sant’Ignazio per celebrare una messa di ringraziamento alla Madonna del Divino Amore. Da quel momento assume il titolo di “Salvatrice dell’Urbe”.

Il voto espresso e le parole di Papa Pio XII

Noi oggi siamo qui non solo per chiederLe i suoi celesti favori, ma innanzitutto per ringraziarLa di ciò che è accaduto, contro le umane previsioni, nel supremo interesse della Città eterna e dei suoi abitanti” – sono state le parole del Pontefice in quella occasione. “La nostra Madre Immacolata ancora una volta ha salvato Roma da gravissimi imminenti pericoli; Ella ha ispirato, a chi ne aveva in mano la sorte, particolari sensi di riverenza e di moderazione; onde, nel mutare degli eventi, e pur in mezzo all’immane conflitto, siamo stati testimoni di una incolumità, che ci deve riempire l’animo di tenera gratitudine verso Dio e la sua purissima Madre”.

Terminata la guerra, resta l’adempimento del voto, e così rinasce il santuario a Castel di Leva, sotto l’impulso del rettore don Umberto Terenzi. Viene iniziato il seminario degli oblati del Divino Amore, da allora i custodi del santuario, insieme anche alla Congregazione delle figlie della Madonna del Divino Amore, ancora oggi impegnate nel servizio alle opere di carità nate intorno al santuario, tra cui la scuola per l’infanzia, accoglienza e assistenza delle minori in difficoltà.

Il nuovo santuario però, a causa delle difficoltà burocratiche e logistiche, verrà terminato l’8 gennaio 1996 e la prima pietra viene posta dal cardinale vicario Camillo Ruini per il Giubileo del 2000. La struttura ha la capacità di accogliere oltre 1500 pellegrini ed è stata realizzata ai piedi della collina, fuori dalle antiche mura, senza violare il paesaggio della campagna romana e il complesso monumentale settecentesco.

Santuario del Divino amore – photo web source

Preghiera alla Madonna del Divino Amore

O bella Vergine Immacolata Maria, Madre di Dio e Madre nostra, o Madonna del Divino Amore, a te rivolgiamo la nostra fiduciosa preghiera per le grazie di cui abbiamo bisogno. Tutto tu ci puoi ottenere, tu che meritasti di sentirti salutare dall’angelo di Dio: Ave, gratia plena!.

Sì, o Maria, veramente tu sei piena di grazia, perché il tuo celeste Sposo, lo Spirito Santo, col Suo divino Amore, fin dalla tua concezione è venuto in te, ti ha preservata dalla colpa e conservata immacolata; è ritornato sopra di te nell’Annunciazione e t’ha resa Madre di Gesù lasciando intatta la tua verginità; su te si è posato ancora nel giorno della Pentecoste, riempiendoti dei suo sette doni, sicché Tu sei tesoriera e fonte delle divine grazie.

Tu, dunque, Madre dolcissima del Divino Amore, ascolta le nostre suppliche: grazie Madonna!

Assicura all’Italia e al mondo la pace, fa trionfare il tuo amore, proteggi il Papa, raduna nell’unità perfetta voluta dal tuo divin Figlio tutti i cristiani, illumina con la luce del Santo Vangelo coloro che ancora non credono, converti a Dio i poveri peccatori, dona anche a noi la forza per piangere i nostri peccati e vincere d’ora in poi le tentazioni, rischiaraci la mente per seguire sempre la via del bene, aprici alfine, o Maria, quando Dio ci chiamerà, la porta del cielo.

Ed intanto, tu che ci vedi gementi e piangenti in questa valle di lacrime, soccorrici nelle nostre miserie, conservaci la rassegnazione nelle inevitabili croci della vita, guarisci, o Madre di grazia, le nostre infermità, ridona la salute ai malati che a te ricorrono.

Solleva o Maria e libera dalle loro pene le anime sante del Purgatorio, specialmente quelle affidate all’Opera dei Suffragi del Santuario e le vittime di tutte le guerre.

Guarda maternamente e proteggi le opere del tuo Santuario del Divino Amore e a noi, tuoi figli, concedi, dolcissima Madre, di poterti sempre lodare e che il nostro cuore sia tanto acceso del Divino Amore in vita, da poterne godere in eterno nel Cielo. Amen.

Rosalia Gigliano

Scritto da
Rosalia Gigliano

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