La Madonna della Colomba stupisce tutti con un segno di grande speranza attraverso una guarigione a cui è legata una trasformazione inspiegabile: un cespuglio spinoso di biancospino, fiorisce ma in un periodo completamente fuori stagione.
La paura per l’avanzata di Federico Barbarossa verso Tortona, che porta dietro di sè una scia di violenza e morte, non ferma la fede e l’invocazione a Maria da parte del popolo sottomesso.
Durante quel violento assedio gli abitanti del paese lasciano in fretta e furia, in mezzo al panico, le proprie case, e si sottraggono alla furia dei soldati riparandosi tra le montagne, in particolare nelle alture del Monte Arimanno. La loro salvezza la affidano in tutto e per tutto alla Madonna, e le loro invocazioni vengono presto ascoltate. Presto infatti la protezione di Maria sulle loro vite è a dir poco evidente.
Nel momento in cui le truppe nemiche finiscono per battere in ritirata, accade che gli stazzanesi innalzano sul colle una piccola cappella proprio in onore della Madonna del Monte che li ha protetti in quel drammatico frangente. La cappella è effettivamente la prima in questo luogo che viene dedicata alla Madonna.
Passano gli anni e la difficoltà di salire fino alla cima, per sentieri insicuri e scoscesi, si fa sempre più pronunciata. Quei passaggi territoriali infatti sono sempre più ricoperti di una fitta vegetazione di bosco e di sottobosco. Anche la presenza di non pochi animali selvatici complica il tutto, e col tempo la cappellina viene del tutto dimenticata, per finire in rovina.
Accade però in più occasioni, nel corso della storia, che la popolazione delle vallate è costretta a rifugiarsi sul monte in corrispondenza di terribili devastazioni di cui è oggetto il territorio. Ogni volta la piccola cappella passa, però, da uno stato di abbandono e decadenza, ad uno invece di ristrutturazione, persino di ricostruzione, a cui fa puntualmente seguito una devozione più o meno lunga nel tempo.
Intorno al XVII secolo, a Stazzano, avviene con una nuova violenta aggressione militare, questa volta per mano delle truppe francesi. Nuovamente gli abitanti fuggono sul monte (che ora chiamano monte Spigno, per via della presenza di una gran quantità e varietà di cespugli spinosi che ricoprivano). Fra questi, spiccano i biancospini.
Il periodo in cui avviene questo fatto è intorno al 1620. Durante l’invasione ecco, infatti, il prodigio della candida colomba, come si riscontra anche all’interno del Santuario, nel dipinto che corona il soffitto dell’Abside dietro l’altare e nella vetrata sopra il portone d’ingresso. Per diversi giorni, infatti, attorno ai fedeli che si sono rifugiati sul monte, e che passano le loro giornate in preghiera, si vede svolazzare una candida colomba.
A un certo momento la colomba va a posarsi sopra un cespuglio di biancospino, che è prodigiosamente fiorito fuori stagione, e si trova molto vicino al luogo in cui i fedeli si riuniscono in preghiera. Subito la popolazione pensa che sia propria la Madonna a volere ascoltare le preghiere che le vengono rivolte. Accade però un fatto specifico che rimane nella storia.
Proprio nel momento in cui a colomba si posa e l’albero fiorisce, una giovinetta è appena salita con i compaesani. Tutti la conoscono per essere sordomuta dalla nascita. In quel frangente, però, mentre la giovane prega accanto al biancospino, non appena la bianca colomba vi si appoggia, la ragazza riacquista l’uso dell’udito e della voce. Così parla, e comincia a gridare per annunciare il lieto miracolo. La colomba rimane sospesa sul cespuglio per ben otto giorni.
Subito la popolazione si raccoglie in preghiera, e presto al posto della primitiva cappella viene innalzata una croce. La notizia si diffonde con grande rapidità e da molte vallate arrivano numerosi fedeli in preghiera per vedere l’evento e recarsi in pellegrinaggio presso la Croce. Anche il vescovo di Tortona è testimone con i propri occhi del miracolo.
L’episodio viene così interpretato da tutti come un segno di speranza nel bel mezzo di una grande costernazione da parte della popolazione. Tutto il paese decide allora, in segno di gratitudine, di ricostruire l’antica cappella, ma certamente più grande e più bella. Il vescovo accoglie questo desiderio decidendo di dare vita a un vero e proprio Santuario.
Vergine sempre, Maria, porta felice del cielo.
L’«ave» del messo celeste reca l’annunzio di Dio,
muta la sorte di Eva, reca al mondo la pace.
Spezza i legami agli oppressi, rendi la luce ai ciechi,
scaccia da noi ogni male, chiedi per noi ogni bene.
Mostrati Madre per tutti, porta la nostra preghiera,
Cristo l’accolga benigno, lui che si è fatto tuo Figlio.
Vergine santa fra tutte, dolce regina del cielo
rendi innocenti i tuoi figli, umili e puri di cuore.
Donaci giorni di pace, veglia sul nostro cammino,
fa che vediamo il tuo Figlio, pieni di gioia nel cielo.
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